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Il Messina, l’esperienza a Bari e l’interesse dell’Avellino: chi è Adriano Montalto

Diciannove. No, non è un numero casuale. Adriano Montalto aveva soltanto 19 anni quando fece il suo esordio tra i grandi con la maglia della Scafatese in C2. Era il 2007 ed il ragazzo riuscì comunque a farsi notare scendendo in campo 19 volte e segnando anche una rete. Oggi, quello stesso giocatore vanta quasi 300 presenze tra i professionisti e le sue giocate hanno attirato l’attenzione dell’Avellino.

Partire dalle origini

Ci sarebbero mille modi per descrivere Adriano Montalto su un campo da calcio. Tuttavia, il modo migliore per comprendere il suo profilo è quello di partire direttamente dalle sue origini. Erice è un comune di Trapani. Il mare della Sicilia si stende azzurro di fronte alla cittadina. Ed è proprio in quelle strade che Montalto conobbe per la prima volta il pallone. Con il sole, con il freddo, con la pioggia o con la neve: sotto i palazzoni di Erice, Adriano c’era sempre, accompagnato dal suono del rimbalzo della palla sul terreno. Il Messina decise di farlo crescere dentro e fuori dal campo. Proprio nel Messina osservava affascinato Floccari e Zampagna sul campo, cercando di rubare ogni dettaglio dai loro movimenti. Dopo il primo campionato con la maglia della Scafatese, Montalto si trasferì a Lecco a seguito dell’esclusione del Messina dai professionisti. 26 presenze, 4 reti e quella voglia di farsi strada nel calcio che lo ha sempre guidato. Ma nella stagione successiva, sul cartellino apparve la scritta che nessun giocatore vorrebbe mai leggere.

Dallo svincolo fino a Trapani

Svincolato. E senza squadra Adriano Montalto ci rimase per sei mesi. Sarebbe stato troppo facile in quei giorni spegnere la speranza. Troppo facile. Infatti nel gennaio del 2010 Montalto ripartì da Salerno. Dopo il primo anno in cui il giocatore non trovò spazio e la Salernitana retrocesse dalla Serie B alla C, Adriano cominciò a scendere sempre più sul campo. Da quel momento per il ragazzo partì un rollercoaster tra la Serie C e la Serie B. Dal Siracusa in C, Montalto decise di fare un salto di categoria. In B con l’Ascoli non trovò lo spazio del quale aveva bisogno per esprimersi al meglio. Allora nel suo curriculum si inserì il Como. L’esperienza però durò un mese, poi alla porta dell’attaccante si presentò il Latina. Soltanto al Martina Franca, Adriano Montalto trovò l’intesa giusta per accendere la scintilla. Fu il suo periodo di permanenza più lungo in un club assieme a quello di Salerno. In Lega Pro, Montalto fece al massimo ciò che gli è sempre riuscito meglio: segnare. E queste gesto riuscì a ripeterlo per 14 volte in 37 presenze. Numeri e prestazioni che portarono Montalto lì, a pochi minuti da casa sua. Trapani lo stava aspettando.

Terni e l’interesse dell’Avellino

Giocare per la propria città. E con il Trapani Adriano Montalto esordì in Serie B alla prima di campionato contro la Ternana. A pochi metri da quelle strade che lo avevano visto giocare sempre, dalla mattina alla sera, di inverno e d’estate. La promozione in Serie A per il Trapani svanì soltanto nella finale dei playoff contro il Pescara. Proprio a Terni il giocatore ritrovò la Serie B. E per pura coincidenza o per uno uno scherzo della Dea del calcio, Montalto esordì proprio contro il suo Trapani. Una cosa è certa: quando c’è l’intesa, Adriano Montalto non delude. E successe anche con la maglia della Ternana. In 34 presenze, collezionò 20 reti riuscendo anche ad essere decisivo nel derby contro il Perugia. Doppietta e rimonta completata. E Montalto ai tifosi del Perugia lo ricordò qualche anno dopo. Segnò, questa volta con la maglia del Venezia, e con le dita mostrò il risultato di quel derby. Personalità. Tante squadre, un solo mantra: la palla che entra in rete. E così, nel curriculum di Montalto si aggiunsero Cremonese, Venezia e Bari.

All’ombra del San Nicola, però, il feeling con Gaetano Auteri non riuscì mai a germogliare. E così iniziò nel gennaio del 2021 l’avventura con la Reggina al fianco di Menez e Denis. Rete dopo rete. Una di queste, contro il Crotone, segnata per togliere ogni dubbio agli scettici. Recupero della palla, stop, il portiere è fuori dai pali. Montalto non ci pensò due volte a tirare segnando da centrocampo un gol da playstation. Tra le note della musica argentina e napoletana. L’uomo dei derby. Dopo Perugia, Adriano decise anche quello tra Reggina e Cosenza riportando la vittoria agli amaranto dopo venti anni. Oggi, l’interesse dell’Avellino, in Serie C, si fa sentire. In fondo, ci sarebbero mille modi per descrivere Adriano Montalto. Ma lui resterà sempre quel ragazzino vivace che giocava a calcio sotto i palazzi di Erice. Con qualche gol in più sulle spalle.

A cura di Jacopo Morelli

Redazione

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