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Botta e Lescano illuminano la C, Fusco: “Da categoria superiore, sin dalla Samb”

Due gol e quattro assist in otto partite per Ruben, quattro gol e un assist in sei presenze per Facundo: Ruben è Botta, Facundo è Lescano. In comune hanno le radici in Argentina, a separarli invece ci sono 1000 chilometri, quelli che distanziano Bari e Chiavari, dove gioca la Virtus Entella. Chi li ha riuniti per primo in Serie C è però Pietro Fusco: oggi ds di un’ambiziosa Cavese, che punta a vincere il girone I di serie D, ieri a capo dell’area tecnica della Sambenedettese 2020/21, dove Botta e Lescano insieme hanno ballato il tango in campo e fatto girare la testa a tante difese avversarie.

Fusco: “Botta in C per caso, Lescano ha tanta fame”

Fusco li racconta ai raggi X, oggi che uno è tra i protagonisti del Bari leader del girone C e l’altro guida la rincorsa dell’Entella ai piani alti del gruppo B. “Ruben con la categoria non c’entra niente – racconta a LaCasadiC.com – si trova in C perché è stato allettato dall’ex presidente della Sambenedettese nell’estate 2020. Lui è destinato a scomparire subito da questa categoria. Se potrà farlo con il Bari? Immagino di sì, anche se è arrivato più tardi e secondo me può crescere ancora tanto e far vedere addirittura di più di quanto fatto sin qui. Soprattutto perché ha giocatori che parlano il suo stesso linguaggio in squadra“.

Ambizioni di chi ha toccato la A con Inter e Chievo, categoria che anche Lescano sogna di raggiungere, complice una carta d’identità che a 26 anni legittima ogni tipo di ambizione: “Anche lui, come Ruben, è un generoso – racconta Fusco – ha meno doti tecniche ma tanta fame, può arrivare in una categoria superiore. Lui è integro fisicamente, nella testa e si è messo in discussione. Dopo tanti anni al Torino ha giocato in tante piazze nuove per lui, crescendo tanto. Va in doppia cifra da due anni, può arrivarci anche quest’anno“. A separarli, oltre a qualche metro in campo, c’è il carattere: “Botta è serioso, molto concentrato e vuole primeggiare sempre. Lo dimostra sul campo e non con le chiacchiere. Ha doti tecniche clamorose ma è anche un generoso: fa la fase di non possesso a modo suo e diventa anche efficace”.

“Chi avrei marcato? Sarebbe stata una giornataccia per tutti e due”

Parole di chi con gli attaccanti, da ex difensore, si è sempre interfacciato: merito delle oltre 500 presenze tra i pro, di cui quasi 300 tra A e B. “Chi avrei preferito marcare? Sarebbe stata una giornataccia per tutti e due (ride, ndr) – risponde Fusco – ma per caratteristiche avrei preferito un avversario meno mobile come Facundo all’imprevedibilità di Ruben”. Si torna seri e al presente, che coincide con la Cavese. “I prossimi Botta e Lescano? Nomi non ne faccio. Dico che al di là dei senior abbiamo diversi giocatori giovani, che meritano di giocare“.

E puntano in alto, come la società: “Dopo la retrocessione è ripartita con un’idea di calcio forte – racconta Fusco – rinforzare città e club in chiave professionistica. Poi i progetti vengono rinvigoriti e avvalorati dalle vittorie. Ho età e ambizioni tali per non farmi illusioni. Vogliamo andare tra i professionisti e prima dobbiamo riuscirci, poi potremo parlare di altri progetti. Da Romizi agli altri, abbiamo scelto tanti giocatori di spessore umano e professionale il più alto possibile. L’idea è quella di creare uno zoccolo duro che possa tornare utile anche in C“.

La radiografia del campionato di C

Dalla radiografia di Botta e Lescano, si passa a quella del campionato: “Conosco bene il girone B e credo che la Reggiana abbia la rosa più completa e profonda tra le squadre di testa – racconta Fusco – nel gruppo A il Padova ha la squadra più forte ma i risultati delle ultime due giornate ti dimostrano che quando parti con i favori del pronostico, per quanto abbia dirigenti e giocatori ben allenati a questo tipo di pressioni e anche in categorie superiori, devi fare in modo che gli altri non ti stiano troppo vicini. Il Sudtirol lavora sottotraccia e nel segno della continuità da anni. Hanno un ds attento e competente e stanno facendo cose molto importanti. Il Bari con la categoria ha poco a che fare, però questi due anni hanno dimostrato che non basta il solo nome per uscirne. Città e tifosi l’hanno provato sulla propria pelle e oggi hanno la maturità per capire che possono fare la differenza anche nei momenti di difficoltà, che mi auguro per loro possano essere davvero pochi”. Con un messaggio per tutti, stella polare per Fusco: “Nulla succede per caso, soprattutto nel calcio“.

Luca Guerra

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