“L’Atalanta U23, tra novità, crescita e visione”: le parole di Modesto e Gatti

Il direttore sportivo dell'Atalanta U23 Fabio Gatti e Francesco Modesto _ www.lacasdic.com
Nella giornata di giovedì 19 dicembre si è tenuta, al Gewiss Stadium, una conferenza stampa per fare il punto sul primo anno e mezzo del progetto Atalanta U23. Sono intervenuti il direttore sportivo Fabio Gatti e l’allenatore Francesco Modesto.
Un momento in cui è intervenuto anche l’amministratore delegato nerazzurro Luca Percassi: “Ci tenevo in maniera particolare perché per l’Atalanta il progetto U23 è fondamentale. Ringrazio i nostri partner e i protagonisti. L’U23 ci permette di dar seguito alla crescita dei nostri ragazzi. Ieri è stato protagonista uno dei nostri giovani, Palestra, e dimostra l’importanza di questo progetto. Il futuro ci porta già a fare delle riflessioni, abbiamo tante idee. È un campionato competitivo”.
Il primo storico anno, i giovani lanciati, il rapporto con la prima squadra: tanti i temi toccati. “È un anno e mezzo che lavoriamo. L’anno scorso è stato particolare, era il primo. Con tanti giocatori e molti più esperti rispetto a questa stagione. Un percorso giusto, bello”, ha esordito Modesto.
Diverse le novità in questa stagione: “Si è cambiato tanto, molti ragazzi sono arrivati dalla Primavera. Stanno crescendo, non era semplice fare così in un campionato come la Serie C. Ci godiamo queste soddisfazioni, ma siamo solo a metà anno. Il ritorno è sempre un campionato diverso dall’andata. Noi dobbiamo avere la testa per far crescere i giovani e aiutarli a coronare il sogno di giocare nell’Atalanta”.
“Siamo partiti con l’obiettivo di valorizzare il settore giovanile. Abbiamo avuto la fortuna di trovare un allenatore e uno staff capaci di fare questo lavoro. Miglioriamo per far crescere i giocatori, i risultati sportivi sono una conseguenza. Non si deve dare il confronto con le altre seconde squadre. Pensiamo a noi”, il commento del direttore Gatti.
“Con Gasperini un grande rapporto”
“I numeri fanno piacere. Dobbiamo guardare il percorso che fanno i ragazzi. C’è chi ci mette più tempo, chi meno”, ha continuato Modesto. Un confronto tra le due stagioni: “L’anno scorso era il primo, era un esperimento. Era tutto nuovo. La fortuna è stata che 8/9 interpreti dell’anno scorso sono rimasti. È la prima volta che alleno per due anni consecutivi una squadra, è bello perché puoi dare continuità nel lavoro”. La Serie C è una categoria che “permette di “sporcarsi”, di inserire esperienza nel talento. Sono ragazzi giovani, con loro mi comporto quasi come padre, un educatore. Hanno l’età dei miei figli. Ieri ho fatto vedere a mio figlio un video che avevo fatto per i miei giocatori per chiedergli se gli trasmettesse qualcosa. L’Atalanta è un ambiente che permette di seguirli. Vogliamo far capire ai nostri ragazzi che devono fare ed essere calciatori in tutto”.
Poi il confronto quotidiano con la prima squadra: “C’è un grande rapporto. Quando Gasperini ha bisogno di giocatori, noi siamo contenti che i ragazzi si vadano ad allenare con dei campioni. Ho avuto la fortuna di averlo come allenatore e so cosa dà ai giocatori per esprimersi. Vorrei che i miei ragazzi apprendessero il massimo da lui. Solo guardando come si allenano i campioni della prima squadra si apprende tanto. Capita che facciamo le amichevoli contro di loro e i miei vanno a tremila e sono contento. Come capita che vengano convocati e sono super felice”. Tra i giovani che hanno già vissuto il mondo della prima squadra c’è Vlahovic: “È un giocatore che l’anno scorso aveva fatto la prima parte in Primavera. Sta crescendo tantissimo, ha valori importanti, sa far gol. Ha margini di miglioramento, ha bisogno di lavorare.”

“Il sogno? Dare un giocatore all’anno alla prima squadra”
Vincere il campionato? No, il sogno del direttore Gatti è un altro: “Poter dare un giocatore all’anno alla prima squadra. Vale più di ogni campionato vinto. Fare il ds di una seconda squadra è un lavoro interessante gestire tutti i giocatori per formare la rosa. Bisogna capire se il percorso giusto per loro è mandarli direttamente in B o farli passare dall’U23. Abbiamo avuto la fortuna che i giocatori hanno capito l’importanza di questo progetto”.
L’obiettivo è dare continuità, anche se non è qualcosa di scontato: “È importante rimanere equilibrati, ogni anno i ragazzi cambiano e si riparte da zero. La continuità nella guida tecnica è fondamentale. Diventa fondamentale trasmettere la mentalità giusta per diventare uomini e fare i calciatori”. E l’universo Atalanta, in questo, è un esempio da anni.