Le giocate di Baggio, il Genoa e un allenatore speciale: Fossati e Gubbio, “C’è tempo”
Il 20enne attaccante del Gubbio è alla sua seconda stagione in Serie C e ha segnato il suo primo gol in rossoblù nel match contro il Rimini: la sua storia
C’è un tempo per tutto. La vita è fatta di istanti. Da vivere e plasmare seguendo i propri desideri. “C’è tempo” – recita uno dei brani più celebri di Ivano Fossati che riflette sullo scorrere degli anni e la necessità di non rinunciare a lottare per qualcosa. Sarà forse l’omonimia, saranno le radici genovesi e il legame con la città. Il suo mare e le sue coste. La bellezza e la dolcezza dei suoi vicoli, ma c’è anche un altro Fossati che rappresenta questa concezione.
È Daniel Fossati, attaccante del Gubbio, nato vicino Genova nel 2003, cresciuto nel settore giovanile del Genoa e tifoso del club rossoblù. Una carriera in divenire quella del calciatore al suo primo gol col club umbro contro il Rimini. Una storia che ha, sin qui, saputo scindere il “tempo per seminare” – come recita la canzone e “il tempo sognato che bisognava sognare”.
Realtà e sogni che si intrecciano. Tramutare gli uni nell’altra vivendo senza perdere di vista le priorità. L’insegnamento di Fossati. Ivano, certo, ma anche di Fabio: padre di Daniel. “Chi fa l’operaio si sveglia all’alba e lavora in fabbrica per otto ore. Per capire se puoi far diventare il calcio il tuo lavoro devi farlo anche tu”. Chiaro e diretto papà Fossati.
Come richiesto a un professionista. Lui allenatore di lungo corso nelle categorie minori, fino alla Serie D, e oggi seduto sulla panchina del Genoa femminile. Primo tifoso e sostenitore del figlio, ma anche primo punto di riferimento del ragazzo. È lui a scandire i ritmi del “tempo per seminare” di Daniel. Fin dagli inizi nell’Arenzano, squadra del suo paese, dove il pallone è semplicità.
Il Genoa e quel gol all’Inter…
Istanti. Incontrollabili e imprevedibili. A volte decisivi altre rischiosi. Anche in giovanissima età. Come accade a Daniel quando compie otto anni. A casa Fossati si presentano gli osservatori del Genoa: quel bambino con i capelli lunghi che si diverte fra i campi di un paesino della provincia di 11.000 anime indosserà la maglia del Grifone.
Entra nel settore giovanile dei liguri e rimarrà fino agli anni della Primavera. Una “semina” quella fra i campi di Pegli che varrà una formazione e una crescita professionale determinante. Un regalo del destino. Daniel riempie l’attesa di attimi di vita ed emozioni. Un gol nella finale del torneo contro i pari età dell’Inter e la conseguente vittoria del campionato Under 18 come istantanea. Il primo storico successo per il Genoa in quella competizione.
L’insegnamento di papà Fabio, il diploma e la magia di Venezia
Le parole di papà Fabio riecheggiano nella testa di Daniel e diventano il suo mantra. Il calcio vissuto come un operaio. Ore e ore di lavoro durante il giorno. Dentro e fuori dal campo. Dalla cura del fisico in palestra all’alimentazione, il riposo e il benessere mentale. Pochi sgarri e tanta dedizione. Nel mezzo la convinzione che il sogno possa toccarsi con mano. L’attesa trascorsa in maniera propositiva: operaia. E quindi Daniel a fianco al pallone mette i libri. Si diploma al liceo artistico e si convince che se col calcio non andrà come desidera continuerà a studiare.
Dopo la maturità decide di dedicarsi solo al calcio. Lo fa con lo spirito impartito da papà. Assimilato in maniera così profonda da portarlo alla scelta di salutare Genova, Pegli e Marassi. Primavera del Venezia. L’allenatore Soncin crede nelle qualità del ragazzo. Tanto da convocarlo anche con la prima squadra in Serie A quando è chiamato a sostituire l’ex Paolo Zanetti. L’esordio non ci sarà: “è tempo di fare silenzio” e ammirare.
L’intuizione a Borgosesia, i dilettanti e Gubbio: fra sogno e realtà
Venezia, città dai ritmi unici. Anche per Daniel: inizia una nuova fase. Quel tempo in cui – direbbe il musicista genovese – “è bellissimo. Tutto sudato”. Sull’onda dolce dell’entusiasmo in Laguna arriva la Serie D col Borgosesia. L’allenatore Manuel Lunardon ha le idee chiare: Daniel è un centravanti. Eccolo lo switch: da esterno o trequartista fra Genoa e Venezia in Piemonte diventa attaccante. Lui che impressionato dalle giocate di Roberto Baggio, ammirate tra videocassette e YouTube, fa del saltare l’uomo e guardare i compagni il suo tratto distintivo si ritrova a segnare come l’idolo Divin Codino.
Scelta azzeccata quella di Lunardon: 15 i gol realizzati da Fossati in stagione. I dilettanti sono la categoria dove mettere in atto i suggerimenti di papà. Campi difficili, avversari determinati che non hanno nulla da perdere. Aggressività e voglia di esprimersi ai massimi livelli: “Mi ha fatto capire cosa volesse dire lavorare per vincere” – dichiara Daniel.
Il destino, vada come vada, lo insegna anche Fossati Ivano, prima o poi ci riprende. È quell’istante in cui “scocca l’unica freccia”. Per Daniel si chiama Pontedera e significa professionismo. Nel 2023 arriva l’esordio in Serie C col club toscano. A metà stagione tornerà in Liguria al Sestri Levante dove segnerà anche il suo primo gol tra i grandi. Oggi arriva a Gubbio dove vuole raccogliere quanto seminato. Perché è finito il “tempo sognato che bisognava sognare”: è realtà. Per il futuro…“C’è tempo”. Lo dice Fossati.