Dalla fascia di capitano a Terni al trasferimento al Perugia, Zanon: “Vi racconto il derby umbro”
La nostra intervista a Damiano Zanon: protagonista del derby umbro tra Perugia e Ternana con entrambe le squadre
Damiano Zanon non si è di certo annoiato sul campo di calcio. Una lunga carriera, che gli ha permesso di vivere diverse esperienze in varie piazze storiche del calcio italiano, tra cui Perugia e Terni.
In Umbria assapora le emozioni di un derby storico come quello tra Perugia e Ternana. Una partita molto sentita da entrambe le tifoserie e che Zanon ha raccontato ai nostri microfoni, in vista del prossimo incontro tra le due squadre, in programma domenica 10 novembre alle ore 15 al “Renato Curi“ di Perugia. “In queste partite conta soltanto vincere. A Terni non te la facevano mai passare liscia, c’era sempre un po’ di malcontento dopo le sconfitte accompagnato da qualche contestazione. A Perugia si viveva un clima più tranquillo“.
Anche se non ha mai ottenuto un successo sul campo, con un bilancio di 4 pareggi e 2 sconfitte, Zanon ricorda in maniera particolare il suo ritorno al “Libero Liberati” da avversario con la maglia del Grifo. “Un altro derby che ricordo bene è stato quello in cui, da capitano della Ternana, ho fermato la gara dopo un malore di un tifoso. Il pubblico perugino ha apprezzato e questo mi ha fatto molto piacere“.
Oltre ai momenti speciali, riaffiorano anche ricordi amari, come quello del match dell’aprile del 2018, quando vestiva la maglia del Perugia, perso in rimonta dalla sua squadra. “Eravamo partiti bene, segnando due gol. Pensavamo di vincere facilmente, ma poi abbiamo avuto un calo e la Ternana è riuscita a ribaltare la partita. Non aver potuto giocare è stata una sofferenza, guardare le cose andare male dalla panchina è sempre difficile“.
Zanon: “Una partita vissuta in modo viscerale. I tifosi si fanno sentire”
Zanon ha vestito le maglie di entrambe le squadre durante la sua carriera. “Terni e Perugia sentono molto questa partita, in maniera viscerale. I perugini, però, sono abituati a palcoscenici diversi e quindi riescono a viverla un po’ meglio“. Come per ogni derby che si rispetti, la tensione comincia a salire già all’inizio della settimana e ognuno la vive alla propria maniera: “A Terni si avvertiva qualcosa di diverso, l’atmosfera era più calda, anche perchè siamo sempre arrivati a questa partita in situazioni di classifica non ottimali e lottando per la salvezza. I tifosi si facevano sentire e ti caricavano fermandoti per strada o al supermercato“.
Situazione diversa, invece, a Perugia, dove l’attesa “era più tranquilla, ma il giorno della partita lo stadio era sempre pieno e pronto a supportare la squadra, così come a Terni“. Zanon ha raccontato anche il passaggio delicato dai rossoverdi al Perugia. “Alla Ternana mi sono sempre trovato bene, avevo un ottimo rapporto sia con i tifosi che con la società. Dopo che la nuova proprietà non ha voluto rinnovare il contratto sono andato a Perugia e i ternani non erano contenti“. Nel capoluogo umbro il giocatore ha militato per una stagione: “Sono stato accolto con un po’ di diffidenza, dato che ero l’ex capitano della Ternana, ma le cose sono andate subito per il meglio. Abbiamo fatto una buona stagione, qualificandoci per i playoff. L’anno dopo ho rescisso perché la società aveva altre idee“.
Le promozioni in A con Pescara e Frosinone e l’esperienza a Bari
Con impegno e dedizione, il classe 1983 è riuscito a togliersi diverse soddisfazioni, conquistando una promozione iconica con il Pescara di Zeman, nella stagione 2011-2012. “A Pescara non mi sarei mai aspettato di vincere. Insigne, Immobile e Verratti erano ancora molto giovani, ma in allenamento abbiamo capito subito le potenzialità della squadra. È stata la stagione più bella della mia carriera e che ricordo con più affetto in quanto abruzzese“. La Serie A è arrivata anche con il Frosinone, dove il difensore ha contribuito alla prima storica promozione dei ciociari in massima serie nel 2015.
Zanon ha raccontato anche l’incredibile stagione vissuta a Bari, nel 2014. La squadra pugliese non navigava in buone acque, a causa di problemi societari, ma riuscì a compiere un autentico miracolo. “Dopo Pescara ho scelto di trasferirmi a Benevento, dove non mi sono trovato bene. Sono andato in prestito a Bari perchè mi chiamò Guido Angelozzi, che mi disse di aver bisogno di un terzino affidabile. Sapevo che la situazione non era semplice, quando sono arrivato eravamo in zona retrocessione, ma dopo aver preso giocatori d’esperienza e aver messo più cattiveria in campo siamo riusciti a fare un miracolo andando ai playoff“. Menzione d’onore per i tifosi pugliesi, che anche nei momenti più difficili di quell’annata hanno riempito gli spalti del ‘San Nicola’: “Bari è una piazza stupenda che ti fa sentire a casa, quando hai la spinta di un pubblico così caloroso è tutto più facile“.