13 mesi per scrivere la storia: Palestra, il predestinato dell’Atalanta
Il club nerazzurro ha il suo diamante: dalla Serie C alla nazionale, fino alla conquista del panorama europeo. Ecco chi è.
Un predestinato, Marco Palestra è questo. Pirandello nelle sue opere teatrali ha esplorato la predestinazione come un concetto legato alla condizione esistenziale e all’impossibilità di sfuggire al proprio destino. E il classe 2005, in questo, sembra aver già spianato la strada per il proprio futuro. Prodotto del vivaio dell’Atalanta, il giovane esterno, indifferentemente schierato sul settore di destra o sinistra, è il gioiellino del club nerazzurro.
Oltre alla squadra di appartenenza, è una pedina essenziale della Nazionale U21. “L’Atalanta ha questa qualità di saper creare i calciatori. Palestra fa parte dell’Under 21, ha una forza incredibile“, ha confessato Luciano Spalletti in un’intervista a Sky Sport. “In un’altra società lo avrebbero già buttato nella mischia, avrebbe fatto scalpore, invece loro lo sanno dosare, lo sanno aspettare, sanno quando farlo esordire, lo tutelano, sanno quando puntare su di lui“.
I riflettori del palcoscenico calcistico italiano – e non solo – sono già rivolti verso il suo talento. La scena con gli azzurrini l’ha conquistata nella gara con l’Ucraina il 19 novembre scorso. Oltre al debutto di Simone Pafundi, di proprietà dell’Udinese, ma in prestito al Losanna, il profilo che ha creato maggior scalpore è stato proprio il suo, autore dell’assist della prima rete timbrata da Giovanni Fabbian.
E se all’esordio nella Nazionale di categoria ne è uscito a pieni voti, a distanza di una settimana, Palestra si è misurato con un altro grande palcoscenico europeo: la Champions League. Nella gara esterna con lo Young Boys, il giovane fuoriclasse è subentrato a De Keteleare al 75′. Detto, fatto: dopo 7 giorni si è ripreso la scena.
13 mesi per diventare il “debut-man”
13 mesi, 395 giorni. Il tempo che è servito a Palestra per indossare i panni da protagonista. In quest’arco temporale sono stati registrati otto debutti. È il settembre 2023 quando la punta di diamante esordisce in Serie C con la seconda squadra dell’Atalanta e un mese dopo con la Nazionale U19. E proprio allo scadere dello scorso anno solare, assapora anche l’ebrezza della prima squadra, impegnata in Europa League con il Rakòw.
Tic tac, le lancette dell’orologio continuano a scandire il suo percorso di vita e arriva il turno del debutto in Supercoppa Europea nel match con il Real Madrid. E la serie continua: appena 120 ore dopo si fa spazio anche tra le fila della Serie A nel match contro il Lecce. Fin qui? Quota cinque esordi. Gli ultimi tre pass li ha strappati dal settembre scorso a ora, rispettivamente in Nazionale U20, poi U21 e in Champions League. Un predestinato? Sì.
Palestra: “Ho sempre voluto venire a Bergamo”
“Ero un bambino, avevo solo 5 anni. Sono partito dall’Assago, la squadra del mio paese. Una passione che mi ha trasmesso mio nonno, ha giocato nella Primavera dell’Inter”, ha confessato Palestra ai nostri microfoni qualche mese fa. “Già da piccolo passavo i pomeriggi a giocare a calcio con i miei amici”. Poi la svolta: “Alla fine di un torneo un osservatore dell’Atalanta fermò mio padre”. A quel provino era presente anche l’Inter “ma io ho sempre voluto venire a Bergamo“.
L’estate scorsa se lo sono contese molte società – Monza, Venezia e un paio di club di Ligue 1, in particolare il Rennes– ma l’Atalanta ha fatto da scudo al suo diamante. Tic tac, le lancette si spostano nuovamente: direzione? Il suo destino, già scritto.