Bortolussi, una questione di goal(s). Il segreto del suo Padova: “Il gruppo. Milito? Il mio idolo”
Tra obiettivi personali e collettivi, passioni extra calcistiche e modelli seguiti: allo scoperta del capocannoniere del Padova.
10 gol e il titolo di capocannoniere del Padova, la capolista del Girone A. Se si dovesse pensare a Mattia Bortolussi l’epiteto più adatto sarebbe quello di trascinatore. Misurato e composto nel raccontarsi, letale e stravagante in campo. Una proporzione perfetta. Un equilibrio esemplare, che ha contribuito al raggiungimento della vetta.
“Sono un po’ atipico in questo: mi piace starmene nella mia tranquillità“, ha confessato. “Sono una persona pacata, tranquilla. Sono cresciuto lontano dal caos, dalla frenesia della città. D’estate, durante il periodo di stop, cerco sempre di staccare la spina, di evadere. Sono un amante della montagna, delle escursioni e dell’aria aperta”. E che di alta quota fosse particolarmente esperto lo si era capito dal rendimento della squadra, oltre che del suo personale.
Sul terzo gradino del podio dei migliori realizzatori del girone, al cospetto di Vlahovic dell’Atalanta U23 e Di Carmine del Trento, Bortolussi si è preso la scena, ma l’obiettivo è quello di migliorarsi “sotto l’aspetto tecnico e tattico e questo passa attraverso il lavoro di tutti i giorni. Così come nella vita, anche nel calcio il fine è cercare di fare sempre meglio rispetto ai risultati ottenuti negli anni precedenti, di crescere“.
Archiviata la prima parte di stagione, ne è iniziata un’altra, quella che porta dritti alla Serie B. “Lavoro per questo, mi metto sempre a disposizione dell’allenatore e dei compagni. Per me prevale l’obiettivo di squadra piuttosto che quello personale“.
La favola del Padova raccontata dall’attaccante
Il Padova, la squadra dei record: ancora nessuna sconfitta in campionato e una vetta blindata fin da subito, ma ora a +10 sul Vicenza. Una fuga. E il centravanti ha dichiarato: “Il segreto è difficile da dire e da trovare. Lo scorso anno abbiamo fatto un gran campionato trovando la sconfitta solo nel girone di ritorno. Siamo stati aggrappati fino all’ultimo alla vetta. Quest’anno, l’aspetto che può essere a nostro favore è che siamo una squadra che si conosce da diverso tempo. Quei meccanismi che si vanno a creare diventano automatismi. Tanto è dovuto a questo: al percorso e al processo che il gruppo ha vissuto“.
Sbarcato nella città del Santo nel gennaio del 2023, Bortolussi ha ricevuto le direttive di diversi allenatori, ma “Andreoletti ci sta dando una grande mano. Da luglio stiamo lavorando su concetti nuovi e che ci hanno permesso di essere dove siamo”. Ma soprattutto “il fatto di conoscere le caratteristiche l’uno dell’altro è fondamentale e questo è merito di una società che ha saputo mantenere la stessa struttura”.
I libri e l’Inter
“Quando non gioco cerco di staccare completamente, di evadere, di starmene nella mia comfort zone”. E forse quell’aggettivo impiegato all’inizio qui trova la sua vera espressione, in queste parole. “Sono appassionato di lettura: mi rilassa e soprattutto mi fa star bene con me stesso. Cerco di non studiare (ride), ma di interessarmi ad aspetti che mi appassionano. E anche questa è una tecnica che durante l’anno mi aiuta”. Ha proseguito: “In spogliatoio c’è un gruppo con il quale puoi condividere certe riflessioni in merito alla letteratura, ma trovo che i libri siano personali”.
Cresciuto con il triplete dell’Inter, il numero 20 del club veneto è il faro di un viaggio che sembra avere un’unica destinazione. “Ho avuto la fortuna di crescere calcisticamente con quel gruppo e quell’armata. Da bambino sono riuscito a godermi i successi in una maniera speciale. Milito è stato il giocatore al quale mi piaceva rubare dei dettagli. Riusciva a mettersi a disposizione della squadra e mi ha sempre fatto sognare“. Paragonare l’attuale Padova all’Inter di Mourinho risulterebbe essere un parallelismo troppo forzato: “Loro erano dei marziani. Sicuramente sono stati di grande ispirazione ma è come se al tempo giocassero un altro sport. A livello di atteggiamento e passione sì, possiamo paragonarci a loro, ma quello che stiamo costruendo viene dal lavoro di tutti”. Abolita la parola sogno dal suo vocabolario, “quelli sono i miei segreti” ha confessato, Bortolussi lavora per obiettivi ed ora, il suo, è quello di trascinare la squadra in un palcoscenico che non calca ormai da 6 anni, quello della B.