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Un passo alla volta, Da Pozzo: “Innamorato del calcio, sogno San Siro”

Lorenzo Da Pozzo / Credit: US Pianese / www.lacasadic.com

Lorenzo Da Pozzo / Credit: US Pianese / www.lacasadic.com

Il calciatore della Pianese si è raccontato ai microfoni de LaCasadiC.com

“Ma posso darti del tu?“, mi saluta così a inizio chiamata Lorenzo Da Pozzo. Spontaneo, semplice e tanto autoironico. Un giovane talento cha ha sempre vissuto il calcio in modo consapevole, superando i primi ostacoli senza mai piangersi addosso. E il presente, intanto, lo ha già visto raggiungere un primo traguardo con la sua Pianese: “L’obiettivo era ovviamente la salvezza, archiviato questo aspetto siamo liberi di pensare ad altro. Ma già da qualche partita eravamo consapevoli di aver realizzato un campionato importante”, ha dichiarato ai microfoni de LaCasadiC.com. 

Il trampolino di lancio nel mondo dei professionisti è rappresentato, però, dalla Vis Pesaro. Con i biancorossi ha vissuto infatti la sua prima stagione tra i “grandi” lontano dal Venezia, scoietà che ne detiene il cartellino: “È stato un anno incredibile. Confrontarsi con uomini come Valdifiori, Tonucci o Pulciarelli è stato altamente educativo, ho un ricordo estremamente positivo e una parte del mio cuore sarà sempre con loro”. 

Ma facciamo un passo indietro, torniamo a La Spezia, lì dove tutto è iniziato. Nel destino di Lorenzo, infatti, c’è il Canaletto Sepor, che prende il nome da uno dei quartieri della città ligure. Non un club qualsiasi, perché da quelle parti sono passati anche i vari Buffon, Maggiore, Ranieri e Zaniolo: “Era estate, avevo quattordici anni e stavo giocando al campetto con i miei amici. In quel momento facevo parte del settore giovanile dello Spezia”. Poi la notizia: “Comunicarono a mia mamma che non avrei più continuato con loro, e lei venne subito a dirmelo. Non diedi tanto peso alla cosa e ripresi a giocare senza pensarci più di tanto, quando sei così piccolo non hai ancora una grande consapevolezza. Proprio da lì, però, nacque la mia avventura con il Canaletto Sepor. Volevo solo divertirmi, e lì c’erano un sacco di miei amici“. 

Un legame profondo, casuale e inaspettato, che ha segnato sicuramente la sua carriera: “È una squadra a cui devo tantissimo, mi hanno offerto una nuova opportunità. Se sono arrivato fin qui è anche grazie a loro e ai miei ex compagni, ogni volta che torno a casa passo sempre a trovarli”. Senza dimenticare due figure che, fra tanti, hanno saputo trasmettergli valori importanti: “Ricordi indelebili mi legano a Vincenzo Resta, che mi ha allenato al Mamas quando ero molto piccolo. Quando mi chiamò lo Spezia inizialmente rifiutai perché volevo rimanere insieme a lui. E poi devo tanto a Massimo Plicanti, mi ha lanciato nel mondo del calcio”. 

Prime volte

“Subito dopo il Covid sono stato aggregato alla prima squadra e ho quindi iniziato a giocare in Eccellenza. Durante l’estate 2022, mentre ero in palestra, mi chiama Morris Donati e mi parla della possibilità di andare in ritiro con le giovanili del Venezia. Avevo già fatto tanti provini con Genoa, Pisa e lo stesso Spezia, e quindi fu quasi una sorpresa”. Il salto è notevole, e l’impatto all’inizio è un po’ duro: “Ti cambia il mondo nel momento in cui entri a far parte di una società così, io arrivavo dall’Eccellenza. Ricordo, per esempio, la prima volta che ho visto i GPS per gli allenamenti o le palestre. Lo step maggiore l’ho fatto dal punto di vista fisico, in tre mesi ho preso quasi dieci chili. Ero consapevole di essere più indietro rispetto agli altri”. Difficoltà accompagnate dalla nascita di amicizie indelebili: “Sento Okoro e Peixoto tutti i giorni. Sabato (sfida con la Vis Pesaro, ndr) non ci saranno perché squalificati, li ho già massacrati in privato perché prendono troppi cartellini gialli. Non so più cosa devo fare”. (ride, ndr).

Anni che richiedono sacrifici importanti anche sul piano dello studio, un aspetto che Lorenzo non ha mai trascurato: “I miei genitori mi hanno sempre detto di dargli precedenza. Ho conseguito infatti la maturità in un liceo statale, senza rivolgermi a istituti privati. Uscivo sempre mezz’ora prima per arrivare in tempo agli allenamenti, è stato un po’ faticoso”. Concedersi sempre una seconda opportunità: “Penso che lo studio sia importante, noi calciatori abbiamo tanto libero a disposizione. Ho scelto di iscrivermi all’università, precisamente alla facoltà di Gestione d’impresa dello sport. È importante percorrere anche strade alternative. Per esempio Leao e Kean hanno iniziato a fare musica, sono cose che ti fanno capire che nella vita si può anche fare altro. Poi io amo tanto leggere, spazio dalle biografie sportive fino a Stephen King, mi aiuta a tenere la mente allenata. Non mi sono mai imposto di dover diventare a tutti i costi un calciatore”. 

Lorenzo Da Pozzo / Credit: US Pianese / www.lacasadic.com
Lorenzo Da Pozzo / Credit: US Pianese / www.lacasadic.com

Passioni a tinte rossonere

Tra i primi amori, però, c’è soprattutto il Milan: Sono un grande tifoso rossonero, è una passione che mi hanno trasmesso mio papà e mio zio. Sto soffrendo tanto durante questa stagione. Però mi consolo con i derby vinti (ride, ndr)”. Ed è proprio tra i colori rossoneri che si nasconde uno dei suoi idoli: “Theo Hernandez è un fenomeno, non gli si può dire nulla. Ma in realtà c’è un altro calciatore a cui mi sento più vicino per caratteristiche. Parlo di Cambiaso, apprezzo il suo sapersi adattare alle situazioni e ai ruoli”. E a proposito di passioni…“Mi interesso un po’ di moda, mi piace vestire bene”. Ed ecco quindi una personale classifica della Pianese“Non mi nomino perché altrimenti dicono che sono presuntuoso (ride, ndr) ma sicuro Frey e Falleni sono sul podio. I peggiori, invece, Colombo e Mignani”.

“Io sono nato correndo”, un richiamo preciso al ruolo di chi sa che non può e non deve fermarsi. Nel frattempo il tempo scorre e permette di tracciare anche un primo bilancio: “Piancastagnaio è una realtà  fantastica, c’è una società incredibile soprattutto dal punto di vista economico. Pagamenti sempre puntuali, e vedendo quello che è successo durante questa stagione non è un dettaglio di poco conto. Non ti fanno mancare nulla, qui si fa calcio senza avere alcun tipo di distrazioni“. Il grande sogno, tuttavia, non può non portare alla Scala del calcio: “Mi piacerebbe giocare a San Siro con la maglia del Milan, ma non so se rifaranno lo stadio prima (ride, ndr)”. E quindi Napoli-Milan…”Sì, la guarderò assolutamente. Spero possa accadere qualcosa di buono”.  Passo dopo passo e senza pressioni, magari sorridendo davanti alle possibili difficoltà.