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Consapevolezze – Tascone: “Di padre in figlio”

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Credit: Gianni Marino - Audace Cerignola

“Tu e mio fratello potete realizzare il sogno che io non ho potuto raggiungere”.

Il giorno del mio diciottesimo compleanno mio padre mi scrisse una lettera. Tra le tante cose, c’era questa frase. Vedete, anche lui è stato un calciatore. Ha fatto degli anni in Serie D e in C, ma per l’amore per mia madre, il non voler stare lontana da lei e per la famiglia decise di rimanere in Campania, lasciando da parte la carriera.

Io e mio fratello Simone siamo cresciuti a pane e pallone. Siamo partiti dal nulla. Siamo partiti dalle palle che papà ci portava a casa dopo lavoro. Ora siamo dei calciatori e continuiamo a lottare per arrivare sempre più in alto.

Lo faccio per me stesso e per mio padre. È per lui che non ho mai mollato, neanche quando a 16 anni ero in Serie D a lottare per la salvezza o quando ho lasciato casa senza conoscere nessuno. Non potevo lasciare tutto, dovevo farlo anche per lui. Dovevo realizzare il suo sogno, il nostro sogno. Un onore e una responsabilità.

Il mio viaggio è stato costruito sul lavoro e l’umiltà, i valori che mi ha trasmesso la mia famiglia. Quei valori che io e la mia compagna Doriana daremo a nostro figlio quando nascerà. Gli insegneremo il senso del lavoro, gli faremo vedere la bellezza della nostra Napoli e naturalmente qualche video di Maradona. Manca sempre meno. E, intanto, inseguo la B con il Cerignola. 2025, un anno speciale.

Napule e Diego

Napoli è casa mia. Napoli è cuore. Napoli è passione. Sono cresciuto nel centro della città, nel quartiere Materdei. Passavo le giornate a giocare a calcio fino a sera con i miei amici. Le strade erano piene di bambini e palloni. Tornavamo a casa tutti sporchi, quante sgridate dalle nostre mamme.
E poi naturalmente c’era il San Paolo. Napoli e i napoletani mi hanno insegnato il senso del lavoro e del saper vivere il presente. Noi diciamo che “Si deve vedere dove sorge il sole. Si pensa a sfruttare al massimo la giornata, non al domani. È vero, è una città con delle difficoltà, ma tutte hanno i loro problemi. Purtroppo Napoli è stata etichettata. Basta vederla e viverla per cambiare idea. Per me è la città più bella al mondo.

E poi Napoli è la città di Diego. Maradona per me è una divinità. Com’è nato il mio amore per lui? Da piccolo guardavo quasi tutti i giorni il suo film, “La mano de Dios. E poi a Napoli ogni angolo parla di lui, è ovunque. Tutti i bambini si riconoscono in lui. È il simbolo della città. Ha rappresentato la vera essenza della gente napoletana. In campo e fuori. Era l’immagine dell’anima popolare, delle sofferenze e difficoltà vissute, del riscatto del Sud con il Nord.
Napoli è diventata Napoli anche grazie a lui. “Diego, Diego, Diego”, il suo nome riecheggia nei vicoli, negli occhi dei ragazzi, nel cuore della città.

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I fratelli Tascone

Famiglia e valori

Sono nato in una famiglia umile. I miei genitori ci hanno cresciuto insegnandoci i valori del lavoro e dell’impegno. In prima persona ho vissuto cosa significa fare sacrifici per i propri cari, per mantenerli. Mia madre ancora oggi ogni mattina si alza presto per lavorare per un’impresa di pulizie. Mio padre la sera dopo lavoro, anche se stanco, spesso si preoccupava di portare a me e mio fratello un nuovo pallone. Del Celtic, dello United, del Chelsea… quanti uno contro uno nei corridoi… ci davamo di quelle legnate.
Napoli è una città fatta di persone umili, una realtà popolare che deve pensare spesso ad arrivare a fine mese. Viverci mi ha insegnato il valore delle cose.

Ora sto costruendo la mia famiglia. Sono fidanzato da 6 anni, con la mia compagna abbiamo deciso di fare questo passo. A 24 anni non è scontato, ti responsabilizza molto. L’ho scoperto in estate, mentre ero in ritiro. Erano le 6 del mattino, mi squilla il telefono. “Amore guarda la foto che ti ho mandato”. Era la foto del test. Non ho capito più niente. Ogni giorno che passa l’attesa aumenta. E naturalmente tra le prime cose che gli farò vedere ci saranno i video di Maradona. Crearsi una famiglia è il passo più importante nella vita, la forma di realizzazione più grande e bella.

Sacrifici

Ho iniziato la mia carriera nel Napoli, era come vivere sulle nuvole. Mi sentivo un supereroe. A 16 anni sono andato a Gragnano in Serie D, è stata la scelta migliore per la mia carriera. Ti confronti con compagni di 35 anni che devono portare lo stipendio a casa. Era questione di vita o morte. Venivano al campo dopo giornate intere al lavoro. Non potevi permetterti di andare piano.

A Casarano poi ho fatto il primo anno lontano da casa. È stato bruttissimo. Ricordo ancora il viaggio. Mia madre e la mia ragazza piangevano, mio padre che non diceva una parola. È stata un’esperienza positiva, anche se non semplice.
Ma non ho mai pensato di mollare. Se prendo una decisione e poi torno sui miei passi, lo vivo come un fallimento. Per me stesso e per non dare un dispiacere a mio padre.

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Credit: Gianni Marino – Audace Cerignola

Sognare

Cerignola è diventata la mia casa. Sono al quarto anno qui, mi hanno accolto come un figlio. Sono arrivato che ero ragazzo, qui sono diventato uomo. Nel calcio e nella vita. E quante emozioni. Il gol in promozione. La prima volta in Serie C, per me e per il club. Avevamo scritto la storia. Ho potuto anche affrontare mio fratello per la prima volta. Emozioni indescrivibili. È stato sempre un riferimento per me. Uno stimolo costante.
Quest’anno già dall’inizio ho avvertito qualcosa di speciale. Stiamo facendo un grande campionato. Le squadre che devono vincere sono altre, ma primi siamo noi. E ci crediamo.

La mia è La storia di un ragazzo semplice e umile. Un figlio di Napoli con poche possibilità. Sono partito dal basso, conquistandomi tutto con il sacrificio. A 16 lottavo per salvarmi in Serie D con compagni che arrivavano diretti dopo giornate di lavoro. Sono dove sono grazie all’impegno, arrivando anche più in alto di chi partiva in realtà avvantaggiato, un po’ come il mio Cerignola. Ho ribaltato il mio destino. Se ripenso al mio passato vedo il mio cammino, le difficoltà affrontate, le lezioni imparate. Ogni tappa è stata importante regalandomi insegnamenti nuovi. Ora sono pronto a diventare papà e a fare un salto di categorie. Non vedo l’ora del futuro, vivendomi il presente. A Napoli facciamo così. Con umiltà, lavoro, sacrificio.