A 34 anni segna un gol ogni due partite: l’attaccante azzurro è “on fire” | Distrutto il campionato

Pallone Serie A - credit gdm - www.lacasadic.com
Una stagione, come al solito, caratterizzata dai bomber, sempre “on fire” sotto porta e con un senso del gol innato.
Anche quest’anno, come spesso capita, a rubare la scena sono gli attaccanti. Quelli di razza, quelli che davanti al portiere non sbagliano mai o chi, al suo primo anno in Italia, ha comunque dimostrato di saperci fare nonostante l’adattamento.
L’Atalanta, per esempio, priva di Scamacca per infortunio, ha trovato in Mateo Retegui il suo bomber: 23 le reti fin qui messe a segno dall’ex Genoa, arrivato a Bergamo la scorsa estate.
Da zero gol a 17 a volte il passo può essere breve. Chiedere a Moise Kean che, dopo la stagione bianconera in maglia Juventus priva di soddisfazioni, a Firenze ha trovato la sua stabilità.
26 gol in due per la coppia interista Thuram-Lautaro, mentre un’ex nerazzurro come Lukaku, a Napoli, con qualche fatica di troppo ha comunque raggiunto quota 12.
Roma, Dovbyk “benino”. E Lookman…
Arrivato la scorsa estate nella Capitale per circa 40 milioni di euro, Artem Dovbyk ha ripagato (al momento) a metà la spesa fatta dai giallorossi. Se è vero che le reti in campionato sono 11, è altresì facile da constatare che non sempre le prestazioni dell’ucraino sono state impeccabili.
In casa Atalanta invece, Ademola Lookman sta continuando sui livelli della passata stagione: 13 sigilli fin qui per lui, e le big europee che anche questa estate si rifaranno sotto.

Avellino, Patierno: “Promozione? Lo avevo promesso a mio padre”
Cosimo Patierno a 34 anni, dopo l’ennesima stagione conclusa in doppia cifra, corona finalmente un sogno chiamato Serie B. Con 14 gol in 28 gare è stato l’uomo in più dei campani nella prima parte di stagione, risultando decisivo anche in partite importanti in questo finale di campionato come la doppietta a Catania.
Uomo fondamentale dentro ma anche fuori dal campo. L’anima di questo gruppo e l’idolo dei tifosi. È lui a lanciare i cori sotto la curva e dagli spalti quando non può essere in campo a lottare e a prendersi la squadra sulle spalle nei momenti difficili. Proprio per questo a gennaio, nonostante l’arrivo di Lescano e le molte richieste di mercato, la società fu chiarissima: “Non si muove!”.