Costretto a camminare con la scorta: arbitro in serie A minacciato | ”Ho avuto paura dopo la partita”

Credit: Lega Pro
Il ruolo dell’arbitro nel calcio
Se calciatori e allenatori vivono costantemente di pressioni e riflettori puntati, gli arbitri non se la passano tanto meglio. All’interno di una partita, una buona condizione della gara da parte degli arbitri aiuta a mantenere un buon ritmo e un clima di relativa serenità per i protagonisti in campo
Il ruolo del direttore di gara è fondamentale, essendo chiamato a seguire delle partite con grande intensità ad elevato consumo di energie fisiche e mentali. Ma è indispensabile mantenere la lucidità nell’arco di tutto l’incontro, così da poter decidere senza indecisioni nei momenti clou.
Un calcio di rigore, una punizione, un calcio d’angolo, la scelta di punire dei falli al limite con o senza il cartellino: tutte scelte di un’importanza enorme che possono decisamente influenzare l’andamento delle partite e l’atteggiamento in campo delle squadre.
Se fino a qualche anno fa queste decisioni erano esclusivamente a discrezione dell’occhio umano, dal 2017 il VAR è subentrato in aiuto alla classe arbitrale.
Diminuiscono gli errori
Grazie all’ausilio della tecnologia e di arbitri dedicati alla visione degli episodi tramite schermi appositi e con l’ausilio di molteplici telecamere presenti negli stadi, gli errori all’interno di una partita sono sensibilmente diminuiti. Certo non azzerati, in quanto non tutti gli episodi possono essere corretti o revisionati dal VAR. L’esempio più evidente è dato dalla trattenuta di un difensore sull’attaccante avversario, episodio nel quale l’ intensità viene valutata dall’arbitro in campo. Questo perchè dalla sala VAR non è possibile poter decifrare quanto una trattenuta sia stata intensa o meno.
Un grande passo in avanti per migliorare le conduzioni della partita e per conferire responsabilità ad ogni singola componente chiamata in causa. Ne giova così lo spettacolo e il ritmo della gara, con gli arbitri che sono più predisposti a lasciar correre, seppur si rientri nei limiti consentiti, anche sui contatti in cui i giocatori si spingono al limite. Ma purtroppo, come raccolto da diverse testimonianze, ci sono stati episodi di violenze e aggressioni all’indirizzo degli arbitri da più fronti.

”Provavo impotenza”
Daniele Orsato, ex arbitro internazionale e oggi ”Commissario dello sviluppo e del talento arbitrale”, si racconta al Corriere della Sera a partire dai suoi esordi. ”In quegli anni ho visto violenze di tutti i tipi. Ogni settimana mi incontrava di incontrare arbitri che erano stati vittime di giocatori o dirigenti di società che li avevano aggrediti negli spogliatoi o di tifosi che li avevano aspettati fuori dagli stadi e tutto questo ancora oggi non riesco a digerirlo, quanta rabbia e quanta tristezza ascoltare i racconti di quei colleghi.”
E aggiunge: ”Dopo una partita mi è stata assegnata una scorta. Sette giorni di sorveglianza per me e la mia famiglia. Un arbitro sa di dover affrontare contestazioni, fa parte del gioco, ma quella volta era diverso: non ero solo io al centro della tempesta, c’erano di mezzo mia moglie e i miei due bambini piccoli. Il calcio dovrebbe essere passione, competizione, ma mai paura. Ecco, queste cose non dovrebbero accadere nel mondo dello sport.”