I meriti non sono di Gasperini, il fuoriclasse dell’Atalanta giocava in Irpinia: l’Avellino ammette tutto
Uno dei perni della formazione bergamasca ha fatto la sua prima vera esperienza in Italia nella squadra Irpina.
Gasperini e l’Atalanta, un laboratorio calcistico da cui ogni anno emergono talenti o rilanciati campioni non valorizzati altrove. Il tecnico di Grugliasco con la vittoria dell’Europa League a maggio ha messo un sigillo sul grande lavoro fatto in questi anni a Zingonia.
Un lavoro in allenamento che ha permesso alla formazione orobica di giocare partite entusiasmanti, segnare tanti goal, ottenere grandi piazzamenti in campionato e giocare partite storiche in Champions League. L’Atalanta che per decenni alternava campionati di Serie A e B, adesso è una realtà del calcio italiano ed europeo. Vincere a Liverpool come ha fatto Gasperini e dominare una finale europea come quella con il Leverkusen l’hanno fatto solo le grandissime squadre.
Gasperini è un vero maestro nel valorizzare giocatori normali, che in altri contesti avrebbero un ruolo secondario. Ricordiamo che con lui elementi come Conti, Caldara e Cristante segnavano 9 goal a campionato. Il suo gioco esalta anche i calciatori meno dotati tecnicamente e meno appariscenti.
Clamoroso il caso di Ilicic. Il giocatore sloveno da anni militava in Italia, dava l’idea di essere un buon giocatore ma gli mancava qualcosa per esplodere. Passato all’Atalanta è diventato un super campione dai colpi di classe eccezionali. In coppia con il Papu Gomez per anni ha dato spettacolo a Bergamo e negli stadi italiani. Pensiamo anche a De Ketelaere, deludente con la maglia del Milan e rinato in maglia nerazzurra.
Atalanta, una fabbrica di talenti
L’Atalanta in questi anni ha spesso cambiato gli interpreti, ma il risultato è stato sempre eccellente. Dopo aver pescato per anni in campionati come quello belga ed olandese (vedi gli acquisti di Hateboer, Gosens, Koopmeiners) ultimamente la società di Percassi guarda ai giocatori già presenti in Italia che poi a Bergamo esplodono, su tutti Retegui e Samardzic.
L’Atalanta è poi maestra nel rilanciare giovani talenti italiani un po’ appannati come Scamacca e Zaniolo. Grande attenzione viene poi rivolta a quelli emergenti della seconda squadra come Vlahovic. Tanti soni i calciatori che negli anni sono stati mandati a farsi le ossa altrove per poi tornare a Bergamo e diventare campioni di assoluto valore. Uno di questi ha fatto la sua prima esperienza significativa con la maglia dell’Avellino e da lì è iniziata la sua ascesa.
Djimsiti: un anno ad Avellino per poi spiccare il grande salto
Nello scorso weekend è andata in scena la sfida fra Trapani ed Avellino, a sette anni dall’ultimo confronto in Serie B nel 2016/2017. In quella sfida gli irpini schieravano in difesa fra gli altri Berat Djimsiti, che l’Atalanta aveva acquistato sei mesi prima dallo Zurigo. Per il giocatore albanese la prima esperienza importante nel calcio italiano, Un’esperienza che lo ha cresciuto facendogli disputare duri scontri salvezza in maglia biancoverde.
L’anno successivo un altro campionato impegnativo con la maglia del Benevento in Serie A per poi tornare a Bergamo nel 2018 e diventare un pilastro della difesa di Gasperini e della nazionale albanese. Gasperini e l’Atalanta seguono diverse strade per trovare e crescere i propri talenti e sono convinti che un campionato da titolare in serie B come ha fatto Djimsiti sia uno dei percorsi più adatti per crescere.