Il presidente rossonero sbotta in diretta tv: lascia il club è ufficiale | Il comunicato stampa

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L’ex presidente rossonero replica e non ci sta in merito a quanto detto sul suo operato: arriva la nota ufficiale del club.
Non c’è tregua per le squadre rossonere, il Milan in campionato sta deludendo le grandi aspettative di inizio stagione. Sicuramente non si erano prefissati la posizione in classifica attuale. In questo momento ricoprono il 9° posto, lontano da tutte le competizioni europee. Fiorentina, Roma, Lazio, Bologna, Juventus, Atalanta, Napoli e Inter le 8 squadre sopra, per ritagliarsi un posto in Conference League o in Europa League dovrà vincere le 6 partite rimanenti in campionato con la speranza di passi falsi da parte delle squadre che ricoprono quelle posizioni.
Prestazioni altalenanti, rendimento poco stabile, il Milan non riesce a trasmettere la sicurezza che vorrebbero. Ma è comunque reduce dalla vittoria in campionato contro l’Udinese. La rosa di Conceicao, in qualsiasi caso, non ha rispettato gli obietti prefissati.
Quando Leao brilla, il Milan fa altrettanto. Il fuoriclasse portoghese ancora non riesce a trovare continuità, in campo si accende e si spegne in continuazione, ripercussioni delle sue prestazioni anche sulla squadra. L’allenatore ha dovuto prendere provvedimenti e gestire questi momenti negativi, cercando di sfruttare quello che c’è di buono.
Tutti i giocatori si stanno prendendo le responsabilità delle deludenti prestazioni e dei risultati in campionato. Sono tutti consapevoli del lavoro svolto fino ad ora, hanno presente il fatto che non basta ma serve di più. La superficialità e il menefreghismo sono gli atteggiamenti che in casa Milan non tollerano, stanno cercando di eliminarli, sostituendoli con voglia e serenità.
I prossimi incontri per i rossoneri
Ultime 6 partite, tutte finali, vere e proprie battaglie. Partite che vedranno avversari di alto livello. La prossima domenica l’Atalanta sarà ospitata al San Siro per la 33^ giornata di campionato alle ore 20:45. Fra la successiva in campionato di mezzo c’è il gran ritorno contro l’Inter, l’andata finita per 1-1 lascia ancora tutto aperto. Saranno ospiti invece a Venezia domenica 27 chiudendo così il mese di aprile.
Inaugura il mese di maggio la trasferta di Genova contro il Genoa, per poi ospitare il Bologna in un match di alto livello, come quello successivo ospiti all’Olimpico contro la miglior Roma di questa stagione, infine come ultima partita per il Milan ci sarà il Monza che chiuderà definitivamente questa stagione.

Foggia, Canonico: “Ho sempre rispettato gli obblighi”
Oltre a quanto riportato, l’ex presidente del Foggia Nicola Canonico si è così espresso nel comunicato ufficiale, riferendosi al giornalista Di Gennaro e soffermandosi sulle sue precedenti gestioni: “Quali sono le piazze in cui avrei causato punti di penalizzazione o abbandoni irresponsabili? La risposta è semplice: nessuna. Non ho mai lasciato una società con debiti federali, nessun club da me gestito ha mai subito penalizzazioni, quando ho lasciato l’Andria la società è passata regolarmente a Fusiello ed è proseguita l’attività. Quando ho lasciato il Bisceglie, il club è stato rilevato da Racanati e ha continuato a fare calcio. Un presidente può legittimamente aprire e chiudere un ciclo sportivo, ciò che conta è la correttezza, il rispetto degli obblighi e la trasparenza. Tutti elementi che ho sempre garantito”.
E poi, sul clima delle “contestualizzazioni”: “Chi oggi parla con leggerezza di “contestazioni della tifoseria” dimentica – o finge di dimenticare – che quanto accaduto negli ultimi mesi non ha nulla a che vedere con la critica sportiva. Ciò che io e la mia famiglia abbiamo subito è stato un attacco personale continuo, violento, volgare e disumano. Mi sono trovato davanti a: striscioni e cori offensivi, insulti personali, esposizione pubblica di una testa di maiale raffigurante il mio volto in Curva Nord; auguri di morte, malattie e messaggi pieni di odio, diffusi con sistematicità e tollerati in modo colpevole; un clima di odio sociale che ha superato ogni limite, trasformando la gestione di una squadra di calcio in una questione di sopravvivenza umana e familiare. Questo non è calcio. Non è tifo. Non è passione. È violenza psicologica travestita da dissenso, e chi ha contribuito a legittimarla porta su di sé una responsabilità storica e civile pesantissima. In questo clima nessun imprenditore, nessun padre, nessun essere umano può proseguire serenamente. Ecco perché – al netto degli attacchi giornalistici – ho scelto di chiudere il mio ciclo, lasciando una società sana e in regola, ma prendendo le distanze da un ambiente diventato inaccettabile”.