Il pupillo del Napoli di De Laurentiis diventa allenatore | Ed è subito crack: vittoria storica 5 anni dopo
La carriera di un calciatore come un viaggio a tappe. E lo stesso vale per gli allenatori.
Un tappeto di nuvole. Sei seduto nella tua postazione, in un aereo qualsiasi, guardi fuori dal finestrino e cosa vedi? Un tappeto di nuvole: l’azzurro tutto attorno e del bianco. E pensi a come possa essere la meta scelta, alle persone che incontrerai lungo il cammino e ai possibili insegnamenti da inserire in saccoccia.
Riflessione filosofica a parte, il calcio funziona in questo modo. C’è un momento, a metà o fine stagione, durante il quale un giocatore, dopo aver analizzato l’esperienza trascorsa, si appresta a scegliere la meta successiva.
Il curriculum di un calciatore è un viaggio a tappe, fatto di colori, incontri, passione. E se per alcuni l’esperienza termina con il pallone tra i piedi e il sudore che riga le maglia, per altri prosegue tra formazioni e schemi da ideare per fare in modo che la squadra funzioni.
Molti sono i calciatori che hanno scelto di intraprendere il percorso da allenatori dopo aver appeso gli scarpini al chiodo e altrettanti sono coloro che dalla Primavera sono chiamati a sostituire il tecnico della prima squadra, sollevato dall’incarico dopo un filone di sconfitte.
De Laurentiis ci aveva visto lungo
Anche il viaggio di un allenatore può essere quindi paragonato a quello di un giocatore, nulla di diverso. L’unica differenza sta in un cambio di prospettiva e di responsabilità. Due carriere, due viaggi – l’uno debitore dell’altro – una sola persona.
Un colore: l’azzurro cielo. Una squadra: il Napoli. Sotto l’attenta supervisione di De Laurentiis si nascondeva all’epoca di Walter Mazzarri un profilo che a distanza di anni avrebbe cambiato le sorti di una squadra. L’avventura sotto il Vesuvio e il rapporto con l’allenatore ha costituito un vero e proprio spartiacque. Quel Napoli si era guadagnato l’accesso in Champions League.
Aronica: da Napoli a Trapani
Nel reparto difensivo di Mazzarri un ruolo da protagonista era stato consegnato nelle mani – o meglio, piedi – di Salvatore Aronica che nelle ultime settimane si è trovato in un vero e proprio turbinio di emozioni. L’ex Napoli, infatti, dal 2018 è stato chiamato alla guida della Beretti del Trapani. Prima della Primavera, aveva fatto esperienza al Savoia e al Don Carlo Misilmeri.
L’esonero di Torrisi, in casa Trapani, è arrivato dopo due partite dall’inizio di stagione. Svariati i profili a cui si è detto essere interessato il presidente Valerio Antonini, ma alla fine la scelta è ricaduta su Aronica che ha centrato l’obiettivo vittoria contro il Crotone e il pareggio contro il Taranto. Dall’ultima panchina tra i professionisti erano trascorsi 5 anni.