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L’allenatore la tocca piano in conferenza: “Non abbiamo i cog…i” | Sfuriata in pieno stile Fonseca

Paulo Fonseca

Fonseca, credit Imago

Da Malesani a Fonseca e ora anche in Serie C. Le sfuriate in conferenza stampa al termine delle partite.

Il post partita è un momento delicato – specie se a parlare in conferenza è l’allenatore della squadra perdente. Mantenere il controllo diventa un problema e alle volte si inciampa.

“Non mi frega un c…, dico le cose come stanno”, era intervenuto così Paulo Fonseca nella conferenza stampa alla vigilia di Milan-Udinese dello scorso ottobre. L’ex allenatore del Milan non ha usato mezzi termini in quella circostanza.

E uno sfogo analogo è emerso anche dopo la vittoria contro la Stella Rossa in Champions League.

A far perdere le redini al tecnico portoghese ci hanno pensato alcuni giocatori che secondo Fonseca non si sono espressi nel migliore dei modi durante la partita.

Le iconiche sfuriate di Malesani

Oltre a lui, in passato anche Alberto Malesani si è distinto per le sue sfuriate. “Mollo? Ma mollo chi?”, è questa l’iconica frase che l’allenatore ha pronunciato ai tempi del Genoa. Gli era stato contestato di essere “mollo” appunto e Malesani non ha di certo accolto positivamente questa critica.

Anche negli anni precedenti alla parentesi ligure, in Grecia, al Panathinaikos, si ero protagonista di un episodio simile. “Cos’è diventato il calcio, una giungla?”, questa la domanda che ha rivolto alla società e ai giornalisti.

Lo sfogo di Tedino

“Sono incazzato nero”, ha commentato a caldo l’allenatore della Clodiense, Tedino. Il club veneto, lo scorso 13 marzo, ha perso in trasferta contro la FeralpiSalò. “Le colpe sono da dividere tra tutti noi, io e lo staff ce le prendiamo per primi. Così non va bene, ho la pazienza di un elefante ma mi sono rotto le scatole. Orfei? E’ reduce da settimane sotto ritmo perché inizialmente era fuori dal progetto e sembrava dovesse andare via a gennaio”.

Ha concluso: “Per noi è un sesto uomo in campo, come nel basket, e lo sta dimostrando: sono contento per lui, è stata una nota positiva. Ci sono speranze? A prescindere da questo, il gruppo deve avere la dignità verso chi ti stipendia e fa il tifo. Possibile che non si abbiano i cog**oni?”.