Per Sarri veniva prima lui di Cristiano Ronaldo | Ora si è compiuto il declino: ha firmato in Serie C
Maurizio Sarri non ha trovato una panchina per la prossima stagione. Intanto un suo pupillo scende addirittura in Serie C!
Il Napoli di Sarri è stata una delle squadre più belle e spettacolari delle ultime stagioni di Serie A. Nel 2015 dopo una lunga gavetta e tanti sacrifici, l’allenatore toscano si è guadagnato la panchina dei partenopei, desiderosi di aprire un nuovo ciclo. In tre stagioni sotto la sua guida (2015-2018) il Napoli ha ottenuto 2 secondi posti e un terzo sfiorando lo Scudetto. L’unico rammarico è rappresentato dal fatto che nonostante tanta bellezza i campani non hanno alzato nessun trofeo.
Quel Napoli è stato un collettivo straordinario: i campani hanno espresso davvero un gioco di altissima qualità, basato su possesso palla, pressing alto. In quelle stagioni esplode nella sua bellezza il Sarrismo questo calcio ricamato, ipnotico, fatto di tanti passaggi corti, che esaltato molte individualità. Su tutte Gonzalo Higuain, che nel 2015-2016 ha segnato ben 36 gol realizzando il record di gol in Serie A, oppure Dries Mertens, esterno poi reinventato centravanti da Sarri, che nel 2017 ha segnato ben 29 gol, o Kalidou Koulibaly, vero muro difensivo.
Dopo l’avventura al Napoli Sarri sposa il progetto del Chelsea per la prima avventura all’estero della sua carriera. Con i Blues raggiunge il 3° posto in Premier League, la finale di Coppa di Lega e vince l’Europa League, primo trofeo nel calcio professionistico dopo la conquista dell’Eccellenza e della Coppa Italia Serie D con il Sansovino. La dimostrazione della strada e della fatica compiuta da Sarri per arrivare ai vertici della piramide calcistica italiana ed europea
In Inghilterra resta solo un anno. A fine stagione diventa il nuovo allenatore della Juventus, la grande rivale nei suoi anni al Napoli. Con i bianconeri conquista lo Scudetto, il sogno di ogni allenatore italiano, ma perde la finale di Coppa Italia proprio contro il Napoli, la Supercoppa Italiana contro la Lazio ed esce prematuramente dalla Champions agli ottavi con i francesi del Lione. Lo spumeggiante gioco di Sarri si vede solo a tratti ma l’allenatore riesce a valorizzare Dybala, miglior giocatore del campionato e Cristiano Ronaldo, autore di ben 37 gol in stagione. A fine stagione viene esonerato, complice anche una certa incompatibilità con l’ambiente Juve.
Dopo la Lazio, quale futuro per Sarri?
Dopo l’addio alla Juve, Sarri diventa l’allenatore della Lazio, tra l’entusiasmo dei suoi tifosi. La prima stagione è piatta con un 5° posto in campionato. Di tutt’altro avviso la seconda dove i biancocelesti conquistano un insperato 2° posto in Serie A e la qualificazione in Champions League. L’ultima annata è invece piuttosto altalenante tra un campionato deludente e il prestigioso traguardo degli ottavi di Champions. A Marzo l’allenatore decide di dimettersi ponendo fine alla sua esperienza sulla panchina della Lazio.
In estate Sarri ha ricevuto qualche apprezzamento. Il Torino e il Cagliari avevano sognato il suo arrivo prima di virare su altri profili. Ci aveva fatto un pensiero anche il Bologna, fresco di qualificazione in Champions League. All’estero il Panathinaikos, storica società greca di Atene, si era interessato a Sarri che però ha confessato di aver sperato in una chiamata di Milan e Fiorentina, due squadre adatte al suo gioco, che però hanno puntato su altri allenatori.
Callejon in Serie C!
Se Sarri resterà a casa, quantomeno ad inizio stagione, non si può dire lo stesso per un suo fedelissimo, Josè Maria Callejon, esterno destro del suo Napoli. Per l’allenatore toscano lo spagnolo era un giocatore chiave, a cui non rinunciava mai per la sua velocità, il suo spirito di sacrificio, i suoi ripiegamenti in fase difensiva. Un giocatore magari poco spettacolare ma molto utile.
Ora Callejon, che dopo Napoli ha vestito le maglie di Fiorentina e Granada, ha deciso di ripartire addirittura dalla in Serie C spagnola, dal Marbella Fc, società andalusa. Una scelta che testimonia il declino di un giocatore che ha dato tanto ovunque sia andato ma dimostra anche la sua continua volontà di mettersi in gioco, oltretutto in categorie inferiori, e continuare a fare su e giù sulla fascia. Come ai bei tempi del Napoli.