Prese la 99 come Antonio Cassano | Ora la sua carriera prosegue in C: meglio lì che appendere gli scarpini
Dai Red Devils alla Serie C: ha scelto la maglia numero 99 di Antonio Cassano, ed ora inizia una nuova avventura.
Esistono dei numeri che hanno reso grandi leggende, così come esistono delle leggende che hanno reso grandi i numeri. Basti pensare, ad esempio, al numero 10 di Totti e Maradona, o al numero 7 di Garrincha e Cristiano Ronaldo. Il loro legame con questi numeri è diventato così forte e indissolubile da far sì che molte squadre decidessero di ritirare le maglie per onorarne l’eredità, quasi a voler rendere ancora più immensa e immortale la loro storia.
Il Milan, ad esempio, l’ha fatto con la maglia numero 3 di Paolo Maldini, mentre il Napoli ha fatto lo stesso con il numero 10 di Diego Armando Maradona. Questi numeri, ormai legati indissolubilmente a coloro che li hanno fieramente portati sulle spalle, non verranno mai più indossati, preservando il mito di questi campioni per le generazioni a venire. Un gioco fatto di numeri, ma soprattutto di storie umane che continuano a vivere e ispirare.
Indossare una maglia appartenuta ad una leggenda del calcio può essere un onore immenso, ma anche un fardello pesantissimo. Prendere il numero 10 dopo Pelé o Maradona significa accettare un’eredità carica di aspettative e pressione. Ogni azione in campo viene paragonata a quella di colui che l’aveva già compiuta in passato, e il confronto è praticamente inevitabile. Un confronto che, senza scampo, i calciatori devono avere la forza di reggere, seppur non ricoprendo lo stesso ruolo.
È questo il caso di un giovane portiere che ha scelto la stessa maglia indossata da un nome intramontabile del calcio italiano degli ultimi 20 anni: Antonio Cassano. Da quando ha scelto la 99, numero sicuramente non convenzionale per un bomber, non se n’è più separato, rendendola leggenda. Ma non è il solo ad averla scelta, così come non è il solo ad aver avuto il dovere di onorarla nel corso della sua carriera.
Dai Red Devils alla Serie C con la 99 di Antonio Cassano
Una storia iniziata al Manchester United, nella casa Cristiano Ronaldo, Ryan Giggs e Paul Scholes. “È capitato di allenarmi con i grandi. Quando sei lì con loro, con giocatori come De Gea e Romero, pensi dentro di te: “Ci voglio arrivare anche io”. È il mio sogno”, aveva raccontato il giovane portiere a LaCasadiC.com, sottolineando quanto quell’esperienza l’avesse segnato. “Mi ha dato molto, sia come portiere che come uomo. A livello umano mi porto con me la convinzione di non dover mai mollare.”
Poi l’infortunio che l’ha segnato, ma che non l’ha mai portato alla resa. Dopo i Red Devils, passò al Copenaghen, in Danimarca, rimanendoci un solo anno. Alla fine, dopo gli anni all’estero, ha deciso di tornare in Italia, nella sua casa, dividendosi tra Pisa (con cui ha giocato in Primavera B e al Torneo di Viareggio), Fiorenzuola e Latina, fino all’approdo in questa stagione al Campobasso. Una nuova esperienza per crescere, diventare grande e poter rendere finalmente leggenda il numero che porta sulle spalle.
Johan Guadagno e l’approdo in Serie C con il Campobasso
“Devi sempre agire come se dovessi fare cinque passi e non uno”, così riesci a prevedere cosa accadrà in futuro, sempre pronto a stravolgere i tuoi piani”, diceva Johan Guadagno ai microfoni de LaCasadiC.com poco dopo l’approdo al Latina. Il giovane portiere classe 2003, ora, ha firmato con il Campobasso, squadra guidata da Piero Braglia, per poter brillare ancora come lo aveva già fatto sotto il cielo di Manchester.
Proprio con il Latina, ultima squadra in cui ha militato prima della firma con la squadra molisana, aveva collezionato 15 presenze con 17 gol subiti e 6 clean sheet, guadagnandosi il 10° posto e la qualificazione ai playoff, da cui i nerazzurri sono stati eliminati dal Taranto di Ezio Capuano. Ora la nuova esperienza in maglia rossoblu, per compiere quei famosi “cinque passi alla volta” dopo tante esperienze tra Inghilterra, Danimarca e Italia.