Serie C, spostata la storica sede: città privata della sua squadra | Peggio del Cagliari a Trieste
Nella storia del calcio alcune squadre rinunciano a disputare le gare casalinghe negli stadi della propria città.
È un po’ come quando l’uccellino non trova riparo nel proprio nido e le persone vengono private del proprio focolare domestico. Capita spesso, infatti, nel calcio, che le società vengano private dei propri stadi e siano costrette ad affrontare parte della stagione in città “straniere”.
Straniere in senso figurato. Sì, perché i match previsti in casa, nello stadio in cui il club è cresciuto, sembrerebbero in alcuni casi acqua passata. Alcune società devono fare i conti con trasferimenti in altri spazi rinunciando quindi al sostegno di tifosi e familiari.
Queste dinamiche non permetterebbero di seguire la propria squadra da vicino a causa di viaggi che risulterebbero fin troppo sconvenienti. In questo modo, se nello stadio di appartenenza il calore dei sostenitori è tangibile, in un’altra città si dimezzerebbe.
E risulterebbe sconveniente anche per la stessa squadra che rinuncia in primis alla comodità e poi alla vicinanza dei propri supporters – tifoseria e parenti. In passato, un fenomeno di questo tipo ha coinvolto squadre di diverse categorie. Potremmo definirlo un esilio a tutti gli effetti.
Le partite in casa, non in casa
E se di esilio vogliamo parlare, l’esperienza del Cagliari non può che essere citata. Correva la stagione 2013-2014 e il club rossoblù dovette fare a meno dei propri impianti per questioni di agibilità. A quel punto, il club si è mobilitato nel ricercare una sistemazione alternativa.
Dopo il ‘no’ del Comune di Brescia per il Rigamonti – ritenuto più ‘comodo’ per gli spostamenti e per la presenza di molti emigrati sardi – è arrivato il via libera per disputare le gare casalinghe al Nereo Rocco di Trieste.
L’esilio a Potenza del Sorrento di Barilari
La stessa avventura ha coinvolto anche un club di Lega Pro, il Sorrento di Enrico Barilari che, dopo la duplice vittoria contro Monopoli e Altamura, si gode la vetta. Allo Stadio Italia i lavori devono ancora iniziare, così, la squadra campana è stata esiliata a Potenza, a oltre 160 chilometri di distanza.
Gli appuntamenti in ‘casa’ assumono le stesse sembianze di una trasferta e a quel punto è l’allenatore a dover tenere ben salde le redini. Ma Barilari è ormai abituato ad impersonare il ruolo di “re delle trasferte”: durante la scorsa stagione, nella panchina del Sestri, la società ligure si è dovuta appoggiare e Carrara e Vercelli, rinunciando quindi alla propria casa, il Sivori.