Ghirelli, il ricordo di Artemio Franchi a 100 anni dalla nascita: “Ha fondato una Lega unica”
Quando si parla di Lega Pro si parla, inevitabilmente, di Artemio Franchi. A 100 anni dalla sua nascita, tra coloro che hanno voluto commemorare l’uomo e lo sportivo che fu, c’è anche Francesco Ghirelli. Il presidente della Lega Pro lo ha ricordato come “il più grande dirigente del calcio italiano”. Diverse le realtà tuttora legate alla sua importante figura. Innanzitutto, la Fondazione Artemio Franchi, nata postuma, ha il compito di continuare la promozione dello sport a 360°. La sua sede è al Centro Tecnico Federale di Coverciano, la cui costruzione è a lui dovuta. Grazie al presidente Ghirelli, in collaborazione con il Museo del Calcio e della famiglia Franchi, è nato anche il Museo Franchi. Fondato nel 2019, si trova all’interno della sede dalla Lega Pro a Firenze.
Artemio Franchi, le parole di Francesco Ghirelli
Ecco le parole del presidente Ghirelli: “8 gennaio 1922, cento anni fa nasceva Artemio Franchi, il più grande dirigente del calcio italiano. Nel 1959 ha fondato la Serie C ebbe intelligenza per il calcio dei valori, il calcio che fa bene al Paese. Oggi, ci insegna sostenibilità economica, qualità professionale, passione“. Un ricordo pieno di gratitudine nei confronti di un uomo che ha svolto un ruolo vitale per la Lega.
Anche in un secondo tweet Ghirelli elogia l’intuizione di Franchi, così singolare da non essere paragonabile a nessun’altra realtà calcistica europea: “Oggi, nasceva Artemio Franchi. Ha fondato una lega unica in Europa e nel mondo perché nessuno ha la storia dei Comuni d’Italia. Con il Comune di Firenze un grande appuntamento a Palazzo Vecchio, a gennaio. Il “maledetto” ci costringe a posticipare ad aprile… ma noi ci saremo“
Il ricordo della Lega Pro
Anche il ricordo pubblicato sul sito della Lega Pro riprende alcune parole spese dal presidente Ghirelli e celebra la grandezza del dirigente: «“Per noi quella di oggi è una data storica, oltre che di ricordo: non mi stancherò mai di ripetere quanto siano state determinanti la grandezza e la lungimiranza di Artemio Franchi, che in questa giornata avrebbe compiuto 100 anni. Franchi ha regalato al calcio italiano una dimensione mondiale, perché con le sue geniali innovazioni ha ottenuto il rispetto di tutti e per noi della Serie C è stato ancora più fondamentale. E’ grazie a lui, infatti, che questa Lega è nata”. Così Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro, ricorda Artemio Franchi, nato a Firenze l’8 gennaio 1922 e scomparso a Siena il 12 agosto 1983. Franchi, nella sua carriera, ha ricoperto le cariche più prestigiose fino a diventare Vice Presidente della Fifa (oltre che Presidente della Figc e dell’Uefa): il 13 luglio 1959 firmò l’atto di nascita della Serie C.
Nella sede della Lega Pro il ricordo di Franchi è costante, custodito nel piccolo museo che gli è stato dedicato e dove sono esposti cimeli di ogni tipo tra cui divise ufficiali, fotografie, lettere autografe anche private che regalano pudici e intimi squarci del carattere dell’uomo, non solo del dirigente, marito di Alda e padre di Francesco e Giovanna. Un viaggio alla scoperta di uno statista del calcio che amava visceralmente Firenze e il Palio di Siena. Tante saranno le iniziative per ricordarlo».
Il dirigente sportivo Artemio Franchi
La nascita della Serie C si deve quindi al fiorentino Artemio Franchi. A partire dal campionato 1958-1959 fondò la nuova Lega Nazionale Semiprofessionisti a 54 squadre, che accorpava la Serie C e D. Grazie alle sue doti imprenditoriali, da dirigente sportivo della Fiorentina fece crescere la squadra conducendola allo storico scudetto del 1955-1956. Nel 1967 fu eletto presidente della Figc, rimanendo in carica fino al 1976. La sua gestione viene ricordata per il ritorno al successo della Nazionale dopo ben trent’anni: oltre all’Europeo vinto nel 1968, gli azzurri guadagnarono anche il secondo posto ai Mondiali del 1970. Nel 1973 fu eletto presidente dell’Uefa e solo un anno dopo diventò vicepresidente della Fifa. L’operato di uno dei grandi dirigenti sportivi più grandi d’Italia è così ricordato da tutti tramite ciò che ha lasciato. Un lavoro di passione e amore. Un uomo il cui ricordo è impresso nella storia del calcio.