Una vita inseguendo un pallone. Una frase che riassume la storia di Ignazio Abate, ex terzino destro del Milan e che il 5 luglio è diventato allenatore delle giovanili rossonere. Tanti i successi vissuti in quel di Milanello, ma anche tanta gavetta per un ragazzo proveniente da una terra che vive di calcio come la Campania. Ed è proprio lì che Abate matura la sua prima esperienza da professionista con una maglia blasonata: stiamo parlando del Napoli 2004-2005, la prima storica stagione del club in Serie C1.
Napoli, una delle piazze più calde del calcio in Italia, terra dove ha giocato e incantato un certo Diego Armando Maradona. Ma il 2004 è un anno triste per il calcio partenopeo, con il fallimento dello storico club e la ripartenza con al timone Aurelio De Laurentiis. A guidare il nuovo Napoli c’è un allenatore da urlo per la categoria: Giampiero Ventura, che è ripartito dalla terza serie dopo le esperienze in Serie A con Udinese e Cagliari. Gli azzurri vengono inseriti nel Girone B di una Serie C1 molto competitiva. Tra i tanti volti noti in quella rosa (dal “Pampa” Sosa al difensore Gianluca Grava), il Direttore Generale Pierpaolo Marino individua un giovane di assoluto interesse formatosi nelle fila del Milan. Ed è proprio Ignazio Abate, che diventa subito titolare in una squadra di livello per la categoria.
29 presenze totali e 2 reti, la prima contro il Lanciano il 3 ottobre 2004, il primo gol storico di Abate tra i professionisti. Il secondo è nel girone di ritorno, davanti a 32.000 napoletani del San Paolo contro la Reggiana, in una gara terminata 2-0 per gli azzurri. A guidare il team però non c’è più Ventura, esonerato dopo il pareggio interno contro la Fermana. Subentra Edoardo Reja, che dalla panchina del Napoli starà fino al 2009. L’epilogo di quella stagione è amaro: terzo posto finale e il Napoli che perde la finale playoff in un derby accesissimo contro l’Avellino. Però Ignazio Abate non dimentica questa prima esperienza da professionista in una squadra tifata in famiglia e da amici: “Affrontare il Napoli è sempre una bella emozione, – dice Abate a DAZN – ho tanti amici che tifano Napoli, cosi come mio nonno. Ho avuto la fortuna di giocarci, è stata una bellissima esperienza in un anno difficile, che mi ha fatto crescere tanto.”
Di strada ne ha fatta sicuramente il terzino destro Ignazio Abate. Dai campi di Fermo e Giulianova con l’azzurro del Napoli fino a partite di Champions League con la maglia del Milan. La musica dell’inno della Coppa “con le grandi orecchie” e l’urlo dei tifosi al grido di “The Champions” fa ancora venire i brividi. Non si dimentica quel 2-2 strappato al Barcellona di Guardiola al Camp Nou, con il gol di Thiago Silva nei minuti di recupero. Abate è lì in campo, da titolare, di fronte a quasi 100.000 persone. Indimenticabile anche l’unico Scudetto vinto in carriera con Ibra, Cassano e Allegri. I tanti derby di Milano, vinti e persi e poi il ritiro dal calcio giocato nel 2019, dopo dieci anni di avventura rossonera
Oggi Abate riscrive una nuova storia, ancora in rossonero, ma portando dentro di sé i tanti ricordi di una lunga carriera. Dai gol contro Lanciano e Reggiana in Serie C alle notti magiche di Champions League.
A cura di Federico Rosa
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