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Arlind Ajeti, l’arma segreta del Pordenone che segna più di Theo Hernandez

Deli e Ajeti Pordenone

Foto: Pordenone Calcio

13’ di Pordenone-Pro Sesto: Burrai batte una punizione velenosa dalla trequarti, Ajeti anticipa tutti in area di rigore per infilare di testa, quasi inginocchiandosi, la sua sesta realizzazione stagionale. Specialità della casa per Arlind, il cui nome in albanese significa “nato nell’oro”. La realtà, però, per il difensore nato e cresciuto in Svizzera da genitori albanesi, è ben diversa. Pure la carriera calcistica non è delle più fortunate. Più di una volta si ritrova svincolato a fine stagione. Ma come disse Basha, l’ex compagno a Torino ed in nazionale: “Ajeti è un ragazzo intelligente e caparbio. Non molla mai. É uno con cui puoi discutere di ogni cosa, perché è bravo ad ascoltare e questa è una qualità da non sottovalutare nella vita. E poi ogni tanto la butta dentro con quella zucca pelata (ride, ndr)”.  Aveva ragione l’ex centrocampista di Torino e Atalanta: Arlind Ajeti sa come segnare.

Deli e Ajeti Pordenone
Foto: Pordenone Calcio

La storia di Ajeti, tra Svizzera e Italia

Ajeti nasce calcisticamente nel Concordia Basel, squadra che oggi milita nella quarta serie svizzera. A 11 anni viene prelevato dal Basilea, prima tappa della carriera professionistica di Ajeti. Qui veste le maglie delle giovanili, dove le prestazioni convincenti gli consentono di esordire in prima squadra nel 2011. Qui ha la fortuna di allenarsi al fianco di Walter Samuel, leggenda del ruolo che ha terminato la carriera proprio in Svizzera. Esordisce in Europa League nel 2012 contro lo Sporting Lisbona e in Champions League nel 2013, nella sfida vinta contro il Maccabi Haifa.

Arlind Ajeti Torino Serie A

Nel 2015 le strade tra lui e il Basilea si separano. Arlind rimane svincolato finché il Frosinone, al primo anno della sua storia in Serie A, non lo accoglie a braccia aperte. Poi le esperienze con Torino e Crotone prima di qualche esperienza all’estero (Grasshoppers, Vejle) alla ricerca di maggior continuità. Nel 2020 torna in Italia, dove ritorna ad assaggiare più frequentemente il campo. Prima nel campionato cadetto con la Reggiana, poi, lo scorso anno in Lega Pro con il Padova. Fino all’approdo a Pordenone di quest’estate, dove sta giocando – e segnando – con grandissima continuità.

Meglio di Hakimi e Theo Hernandez

Numeri da record per Ajeti. Arlind, considerando le 3 leghe principali dei primi cinque campionati europei sarebbe in piena lotta per aggiudicarsi la Scarpa d’Oro dei difensori. Al momento si trova al secondo posto con un solo gol di distanza dal più prolifico in stagione, Jeremie Frimpong (Bayern Leverkusen). Sette i gol per lui. Il giocatore del Pordenone condivide a 6 reti il secondo gradino del podio con Nuno Tavares (Marsiglia), Boby Thomas (Barnsley, terza serie inglese) e Jonas Nietfeld (Hallescher, terza serie tedesca). I vari Hakimi (4 gol) e Theo Hernandez (3 marcature stagionali) sono decisamente più indietro.

Oddi-Theo-Hernandez-Milan

Per Ajeti si tratta di un record personale: non ha mai avuto un rendimento così alto in carriera. È intrigante vedere come arrivi al tiro con alta frequenza, quasi una volta a match. Per rendere l’idea, ha la stessa media tiri di Dumfries. Un’arma, non scontata, che il Pordenone vuole sfruttare fino a fine stagione per aggiudicarsi la promozione. Ajeti c’è ed è pronto, determinato sull’obiettivo promozione, che questa volta non vuole farsi scappare.

A cura di Gian Maria Abelli