Un cerchio che si chiude, andata e ritorno al suo posto del cuore: Bergamo, lì dove è nato e cresciuto. Giuseppe Biava ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Leffe, ma ha esordito tra i pro con l’Albinese. È stato testimone della fusione tra le due società nel 1998, e ha vissuto con quei colori anni gloria fino alla Serie B. Nella sua carriera ha poi vestito le maglie di Biellese, Palermo, Genoa, Lazio e Atalanta, ultima tappa prima del ritiro. Da Bergamo è poi ripartito in veste di allenatore, iniziando con la Juniores del Pontisola. Il passaggio alla Beretti dell’Albinoleffe nel 2017 ha dato il via alla scalata fino a raggiungere la prima squadra. Per Biava è “un sogno che si avvera“.
All’AlbinoLeffe è iniziato tutto, e qui Biava ha deciso di tornare per provare a scrivere un altro pezzo di storia. Sulle spalle ha 286 presenze in Serie A da calciatore, e una carriera da allenatore già in rampa di lancio dopo gli ottimi risultati con la Primavera dell’AlbinoLeffe. La promozione in Lega Pro, come ha raccontato in un’intervista a “Zonamista Magazine” è arrivata come un fulmine a ciel sereno. “Non me l’aspettavo, ero tranquillo in Primavera. Sono salito in prima squadra le ultime settimane del campionato dopo, l’esonero di Marcolini, e ho pensato ‘ma va a vedere che danno a me la panchina’. E poi è successo. Sono nato all’AbinoLeffe e questo per me è un sogno che si avvera“.
“La società è cambiata ma il presidente è sempre lo stesso, ci tiene tanto a questa squadra, fa un sacco di sforzi per mantenerla ad alti livelli dal 1998. Questa squadra è una famiglia rimasta intatta negli anni”. Biava all’AlbinoLeffe continua un percorso iniziato nel 2017, che lo ha portato a scalare le gerarchie dalla formazione Beretti alla prima squadra. “Cerco di portare la mia mentalità. Il modo di giocare sarà più o meno quello degli anni passati, porterò le mie conoscenze e la mia esperienza puntando sui giovani per costruire un squadra che faccia divertire e faccia bene in campionato“.
Biava affronterà il suo primo incarico nel professionismo. “C’è differenza tra essere giocatore e allenatore. Da giocatore pensi solo a fare bene, a fare il tuo. Da allenatore devi avere a che fare con molte teste, ci sono tante domande che da giocatore non ti fai, devi sempre pensare e lavorare anche fuori dal campo. Da allenatore sei responsabile di un gruppo squadra e spetta a te fare andare tutto bene“.
Alle porte della nuova stagione, l’AlbinoLeffe ha obiettivi chiari, che è pronta a realizzare nella sua nuova casa. “Lo stadio nuovo è una soddisfazione per tutti quelli che conoscono il mondo AlbinoLeffe. I nostri obiettivi? Puntare sui giovani e mantenere la categoria. Poi ci sono anche gli obiettivi della società, che sono quelli di mantenere un settore giovanile competitivo che faccia crescere i giovani per farli esordire in prima squadra“.
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