“Mai giudicare un libro dalla copertina”. È questa la frase che Alessandro Arena avrebbe spesso voluto dire. Fin da piccolo, quando gli sguardi sospettosi dei suoi coetanei lo vedevano avvicinarsi al centro sportivo. Ma lui ha sempre fatto parlare il campo. L’unico vero giudice insindacabile. Spesso si è ritrovato ad essere il più piccolo. Ma altrettanto spesso, il più forte. E ora, con il passare del tempo, continua a dimostrarlo. A Gubbio lo sanno bene.
Un giro per la Sicilia per conoscere ogni luogo. Bello e nascosto. Proprio come il talento di Alessandro Arena. Che, nascosto, rimane ben poco. L’apparenza (e la statura) spesso inganna. Soprattutto nel suo caso. Fin dai primi calci tutti si accorgono della sua qualità. E se ne accorgono soprattutto a Catania, dove tutto ha inizio. Un mancino sopraffino e una dieci sulle spalle. Un numero che lo rappresenta perfettamente. Alessandro segna e assiste. Nonostante la statura, in campo è quello che si nota di più. A soli 17 anni arriva l’esordio in prima squadra. Ma non si tratta di Serie C o Serie D. Alessandro sceglie di giocare per la sua città, il Marina di Ragusa. Categoria? Promozione. Una scelta singolare. Un passo indietro di chi, in realtà, sta già un passo avanti. Gioca con continuità e in squadra trova i suoi due fratelli maggiori. Rimproveri ed elogi, ma soprattutto tanti consigli. Due promozioni consecutive, fino alla Serie D. Con la maglia della città in cui è nata. A fine stagione alla voce “capocannoniere” ovviamente si legge il suo nome.
Arrivano due stagioni in Serie D. Sempre in Sicilia, la sua casa. La prima è con l’Acireale. Si conquista il suo posto lavorando con costanza. A fine stagione segna un solo gol ma la sensazione è che sia solo l’inizio. Alessandro viene dal basso e sa che i risultati bisogna guadagnarseli. Il Catania, proprietario del cartellino, per metà stagione lo tiene in rosa ma i minuti giocati sono solo 14. Decide così di mandarlo in prestito a Messina. Lui capisce che è il momento di darsi da fare e dare una scossa alla sua carriera. Il talento non basta. Lo sa bene. L’impatto è subito positivo. Il suo rendimento cresce di partita in partita e ben presto tutti si accorgono che la Serie D inizia a stargli stretta. 5 gol e 7 assist in 22 partite. È il momento del grande salto.
Ad approfittarne prima di tutti è il Gubbio. Per la prima volta nella sua carriera lascia la Sicilia. Un viaggio fatto di pensieri e preoccupazione, un bagaglio che contiene talento e voglia di affermarsi. In Umbria si rende subito protagonista e dopo poco tempo lascia tutti a bocca aperta. Il ragazzo si fa strada e conquista allenatore, compagni e tifosi. Alla sua prima stagione tra i professionisti è già a quota 3 gol e 4 assist. Le sirene della Serie B hanno convinto il Gubbio a rinnovare il suo contratto. Tra le mani, una vera pepita d’oro. Che in maglia rossoblù si sta valorizzando. E sta trascinando la sua squadra in campionato. Il più piccolo, ancora una volta, è anche il più forte. Ma chi lo conosce sostiene che tanto sia ancora il suo potenziale. Alessandro Arena ha la fame di chi è venuto dal basso, ma il talento giusto per arrivare in alto. La sensazione è che, questo, sia solo l’inizio.
A cura di Filippo De Gradi
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