“Dovete morire in campo”: cuore e carisma, così Bruno ha salvato il Latina

Alessandro Bruno, allenatore dl Latina (Credit: Roberto Apicella) / www.lacasadic.com
La vittoria contro il Potenza regala la permanenza in C ai nerazzurri.
Sputare il sangue fino all’ultimo minuto, per molti, è uno stile di vita. Difendere i colori che si amano è un modo di immergersi nel mondo del calcio. E questo, Alessandro Bruno, lo sa bene.
Subentrato a tre giornate dalla fine del campionato, l’ex Arzignano ha totalizzato due vittorie su due sulla panchina del Latina. Come? Trasmettendo tutto il suo essere guerriero si suoi giocatori.
“Dovete morire in campo”, ha urlato ai suoi giocatori per incitarli durante la partita, ricevendo in cambio gli applausi scroscianti del Francioni. Il ‘Colonnello’ ha salvato il Latina e, adesso, è pronto per guidare i laziali anche nella prossima stagione.
È entrato a gamba tesa nel cuore e nella testa dei giocatori. Ha cambiato la mentalità di una squadra che non riusciva più a vincere. Ed è riuscito nel suo obiettivo, anche con una giornata d’anticipo e con poco tempo a disposizione. Il classe 1983 ha stravolto l’atteggiamento dei suoi calciatori.
L’attaccamento ai colori del Latina
Riavvolgiamo il nastro. Il Latina alla 35^ giornata non riesce più a vincere e la dirigenza decide di dare una scossa. Secondo esonero stagionale, via Roberto Boscaglia. Alessandro Bruno decide di accettare la chiamata dei nerazzurri firmando un contratto fino al 2026. D’altronde, al cuor non si comanda.
Lui che nel Latina aveva già giocato tra il 2013 e il 2015, sfiorando una clamorosa promozione in Serie A sfumata solo ai playoff. In quel periodo si era contraddistinto per la sua leadership e la sua fame in campo. Cosa che è riuscito a trasmettere a questa rosa, che adesso potrà vivere l’ultima di campionato con molta più serenità.

Battaglia, sempre
“Nella vita, come nel calcio, nei momenti difficili bisogna reagire. Se sei stanco, devi andare oltre. Non esiste la stanchezza in certi momenti: sono minuti troppo importanti per lasciarli al caso”. E, dopo il Potenza, in conferenza stampa, ha voluto rimarcare il concetto: in campo bisogna morire e lottare per la maglia che si indossa.
Alla fine ha avuto ragione lui. Il Latina non meritava quella classifica, bastava solo entrare nella testa dei giocatori. La salvezza è arrivata, adesso, però, è già il momento di pensare al futuro. Con Bruno che vuole confermarsi anche nella prossima stagione. Sempre con lo stesso spirito, sempre con i colori nerazzurri.