Il passato con Zeman, il futuro da allenatore: parla Antonio Balzano, il terzino che ama attaccare
Due promozioni in A, oltre 360 presenze tra i professionisti, 36 anni sulla carta d’identità e un patentino da allenatore in tasca. Fotogrammi per raccontare Antonio Balzano, terzino passato tra le altre per Cagliari e Pescara e nella sua ultima esperienza a Seregno (“Non voglio smettere, sento ancora la fiammella viva in me“) che da svincolato ha aderito al corso combinato licenze C e D, percorso di studi destinato ai calciatori “in attesa di sistemazione”, impegnati nella formazione per ottenere la qualifica Uefa B, e che rappresenta il primo step per chi voglia intraprendere la carriera di allenatore. “L’Aic ha siglato questa convenzione con il settore tecnico – racconta – e parlando con alcuni miei ex compagni di squadra o colleghi che conoscevo bene come Valdifiori, Cocco, Mancosu e Nizzetto abbiamo intrapreso questa strada che può darci un futuro“.
Da giocatore ad allenatore, Balzano: “Nuova prospettiva, chi non gioca conta più di chi gioca”
E in pochi mesi Balzano ha già cambiato prospettiva: “A volte magari da giocatore ho giudicato gli allenatori per delle scelte – sottolinea – non è per niente facile la loro professione, hai a che fare con 30 persone e spesso sei un uomo solo. Inizi a vedere un altro lato della medaglia”. Con il gruppo come stella polare: “Il 70 per cento di una vittoria del campionato dipende sempre dal gruppo – ammette – ho giocato anche in squadre forti dove sono retrocesso, vedi a Pescara tre anni fa. Si deve creare una famiglia. Chi non gioca è più importante di chi gioca. Le vittorie si costruiscono in questo modo, vedendo gente che ha sposato il progetto. Nel calcio dei cinque cambi questo è essenziale”. E in quel Pescara c’era chi da poco allena in Serie A come Salvatore Bocchetti: “A lui è sempre piaciuto particolarmente – ricorda Balzano – è partito dagli Allievi del Verona e di lì ha fatto un percorso da secondo con Tudor. Giocavano benissimo, ha sfruttato al meglio la possibilità. Spero con tutto il cuore che faccia bene”.
La promozione con il Pescara 2011/12: “Abbiamo divertito tutta l’Italia”
Pescara è una tappa fondamentale nella formazione di Balzano. Stagione 2011/12: all’Adriatico fu Zemanlandia. Sulla lavagna tattica il 4-3-3 (“Il mio modulo preferito ma tutto dipende dai giocatori a disposizione”), in campo dei giovanissimi Insigne, Immobile, Verratti e Caprari. “Quando abbiamo iniziato, erano tutti ragazzi giovani che avevano giocato insieme in C. Per me fu il primo anno di B – ricorda – Ciro aveva fatto un anno a Grosseto e tre tiri in porta. Insigne aveva fatto solo la C. Si capiva che tecnicamente eravamo molto forti ma non era affatto scontato che facessimo quello che abbiamo fatto“.
Risultato? Salto in A con vittoria a Genova contro la Sampdoria. “C’erano di fronte Immobile e Icardi quel giorno – ride Balzano – se parlo della vittoria sulla Sampdoria mi vengono i brividi, mi emoziono sempre. Se quella partita fosse durata sei ore avremmo vinto per sei ore. L’anno prima giocavo in C e dopo due anni ero in Serie A. C’erano i miei genitori in tribuna e piangevo durante la partita per la gioia. Abbiamo divertito l’Italia intera e io, che ero un terzino, giocavo e mi divertivo. Siamo diventati presto una famiglia poi le qualità di questi ragazzi sono venute fuori alla grande anche grazie all’allenatore e vincevamo le partite da soli”. E ZZ lo sapeva: “Ho a casa la pagina di giornale durante il ritiro estivo: quel folle di Zeman disse che saremmo andati in Serie A“. E così è stato.
“Zeman un folle e un maestro di vita. Sul mio podio lui, Camplone e Marino”
Dieci anni dopo, il maestro boemo per Balzano “resta uno dei migliori con i quali ho lavorato. Ovviamente imitare Zeman non è per niente facile però resto dell’idea che occorra prendere un pochino da tutti. Sul podio metto lui, Camplone e Marino: sono stati i tre dai quali ho percepito più nozioni“. Intanto la panchina può attendere: prevale ancora la voglia di tornare in campo. Nell’attesa Balzano studia da vicino il gruppo C di Serie C: “Vivo ancora qui e seguo costantemente il Pescara, è rimasta la mia squadra e lo sarà per sempre. Si giocheranno il primo posto con Catanzaro e Crotone – il suo pronostico – chi sbaglia di meno arriverà in fondo. Poi la C è un campionato lungo, con difficoltà che vanno superate da squadra. Sono squadre competitive con allenatori bravi”.