Ancona, parla Roberta Nocelli: “Il ds non porta banditi. Ci ispiriamo all’Atalanta”
Ridare calcio a una città che ne aveva bisogno e voglia. Dopo tre fallimenti in 13 anni, i campionati di Prima Categoria, la Promozione e l’Eccellenza da cui non riusciva ad uscire. Il lavoro di Mauro Canil, presidente onorario e proprietario, di Roberta Nocelli, presidentessa, di Francesco Micciola, direttore sportivo e Gianluca Colavitto, allenatore, è perfettamente riuscito. Ad Ancona è tornata la Serie C e l’Ancona-Matelica è una delle più belle realtà del girone B. Una squadra giovane, italiana e costruita su un progetto che mira a valorizzare i ragazzi.
“Il ds non porta a casa dei ‘banditi'”
“Siamo veramente soddisfatti sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista ambientale – esordisce a lacasadic, la presidentessa Roberta Nocelli -. Soprattutto per quello che abbiamo fatto a livello giovanile. In sei mesi abbiamo costruito, oltre alla prima squadra, altre sei squadre a livello di settore giovanile”.
Ne parla con orgoglio la Nocelli (che oggi compie 47 anni, auguri). L’Ancona-Matelica è al sesto posto del girone B con 32 punti. Un inizio sprint, poi la frenata con otto partite senza vincere e la nuova ripartenza prima della sosta con tre vittorie e un pareggio. Ma non chiamatela sorpresa: “Onestamente me lo aspettavo. Perché prima di vedere cosa succede in campo nei 90 minuti bisogna vedere cosa si costruisce fuori dal campo, sia a livello societario che con i ragazzi – continua la presidentessa -. Perché il ds Micciola ha grande qualità nella ricerca di giovani e giocatori già pronti. Li sceglie non solo per le capacità tecniche ma soprattutto morali e non porta in casa dei ‘banditi’. Un passo enorme, che porta anche tante scommesse, se non si scelgono ragazzi navigati”.
Lo stile Colavitto raccontato dalla presidentessa Roberta Nocelli
Poi c’è il campo a parlare. Quando gioca l’Ancona-Matelica non ci si annoia quasi mai: 35 gol fatti, 25 subiti in 20 partite, con una media di 3 per match. Un attacco da trenta reti, con il Cobra Alex Rolfini già in doppia cifra, ma anche l’impatto di Alessandro Faggioli con otto. E soprattutto, tutti ragazzi.
Guardando la carta d’identità, solo un calciatore, Salvatore Papa, supera i trent’anni. Tutti giocatori importanti e al centro del progetto: “È lo stile Colavitto. È un eccezionale motivatore per i ragazzi e ci mette sempre qualcosa in più. C’è molto la sua mano e si vede che impronta il suo stile. Va al di là delle caratteristiche individuali. Ogni anno tira fuori il meglio dai ragazzi e non si fossilizza sulle decisioni. Quest’anno ha già schierato venti formazioni diverse perché per lui conta solo la meritocrazia: chi si allena bene gioca e nel momento più difficile ha schierato fino a sette under”. E questa cosa si riflette al campo ogni giorno perché i ragazzi, assicura la presidentessa, sono sempre spronati a fare il meglio e il gruppo è unito: non ci sono prime donne, ma sana competizione.
Uno spirito che è stato perfettamente recepito dai tifosi e dalla Curva Nord. Tutto esaurito al Del Conero in casa e una marea biancorossa in trasferta: dalla prima a Pescara fino a Cesena, la partita che ha segnato la flessione dell’Ancona: “Ma i nostri tifosi non hanno mai abbandonato la barca né si sono lasciati andare a commenti maligni. Qualcun altro non l’avrebbe fatto”. Sintomo che anche il tifo organizzato creda fortemente nel progetto: “Già dalla presentazione del progetto a giugno, ci siamo presentati alla tifoseria in maniera limpida. Abbiamo fatto vedere da dove partivamo e cosa vogliamo raggiungere. Ne abbiamo promesse cinque, siamo a quattro e mezzo: manca solo la salvezza”.
“Ci ispiriamo al modello Atalanta”
La prima voce del progetto riguarda i ragazzi: “Vogliamo un calcio sostenibile e di supervisione dei giovani. Non a livello personale, ma sportivo, per essere presenti nella loro crescita. Ci ispiriamo al modello Atalanta: quando abbiamo visitato il loro centro abbiamo visto l’importanza di avere le strutture giuste”.
La maggior parte dei giocatori Dorici viene proprio dal territorio marchigiano: “E dall’altra parte questa cosa è stata recepita. Tutti fanno sacrifici per gli spostamenti, non è facile, venire da un territorio isolato come quello del Matelicese ad Ancona ma lo fanno tutti con enorme voglia”, spiega la Nocelli, orgogliosa anche per le nove affiliazioni stipulate. Lo scorso anno il Matelica si è arreso ai playoff uscendo con due pareggi contro il Renate, con una squadra falcidiata dal Covid (assente anche mister Colavitto, che fu ricoverato in terapia intensiva). Il sogno è tornare a vivere le emozioni degli spareggi: “Ma un passo alla volta”, frena la Nocelli.
Nel corso di una stagione positiva finora, ci sono già momenti di pura follia sportiva che dei rammarichi. “Il punto più alto è stata la vittoria contro il Siena: perdevamo 2-0 e venivamo da otto partite senza vincere. Poi la rimonta davanti ai nostri tifosi e al terzo gol il Del Conero è letteralmente esploso: ci ha cambiato la stagione”. Ma anche l’amaro in bocca: “L’eliminazione dalla Coppa Italia su tutti contro la Viterbese. Ci tenevamo molto ad andare avanti – continua la Nocelli -. In campionato, invece, il derby in casa contro la Fermana. Eravamo riusciti a pareggiare ma poi siamo calati e alla fine abbiamo perso”.
“Mia auguro che si torni in campo senza paura del Covid”
Un monito anche per la ripresa, sabato prossimo a Pontedera: “Mi auguro solo che si possa tornare in campo senza aver paura del Covid. Siamo stati fortunati, possiamo dire così, ad aver avuto dei casi durante la pausa del campionato. È stato bravo il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli a stoppare il torneo e permettere alle squadre di recuperare. Speriamo di avere solo ansia per le partite e non per la salute, quando ricominceremo. E soprattutto spero che non vengano chiusi gli stadi perché è il sale del nostro sport. E serve un protocollo comune anche a livello di Asl: le regole devono essere uguali per tutti: non che una squadra si ferma per cinque positivi e magari un’altra con sei gioca”.
Lo sguardo va anche verso la prossima stagione, per quella denominazione sociale promessa alla Curva Nord. Dal nome della società sparirà Matelica e rimarrà solo Ancona: “Il procedimento va presentato entro il 15 luglio: l’abbiamo promesso e lo vogliamo fare. Poi andrà avallato dal presidente Ghirelli e dal presidente Gravina. Ma trasparenza e serietà sono le doti che ci hanno contraddistinto fin dal primo giorno. Quando facciamo dichiarazioni è perché l’idea è già sviluppata e siamo sicuri di quello che diciamo. Non parliamo tanto per parlare per rispetto di tutti: dal presidente onorario Canil al magazziniere”.
A cura di Niccolò Severini