Al momento decisivo della stagione, l’Ancona ha tirato fuori gli artigli per restare in Serie C. La vittoria di ieri per 2-0 all’Adriatico di Pescara, che si aggiunge a quella di domenica scorsa con il Sestri Levante, ha sì mantenuto i dorici al quintultimo posto e virtualmente in zona playout, ma ha anche allontanato la Fermana penultima – visto la contemporanea sconfitta dei canarini contro la Juventus Next Gen – a -10, una distanza con la quale il playout non si disputa da regolamento. Servono almeno 9 punti di distacco tra 16esima e 19esima, infatti, per far sì che lo spareggio retrocessione venga annullato, con conseguente discesa in Serie D della squadra peggio classificata.
Insomma, la situazione in vista dell’ultimo turno è semplice. L’Ancona sarà salva in caso di vittoria contro la Lucchese – che non può andare né ai playoff né ai playout per aritmetica -, indipendentemente dai risultati degli altri campi. Se il successo interno non dovesse arrivare basterà che la Fermana non centri la vittoria al Recchioni proprio contro il Pescara.
Inoltre, in caso di sconfitta dell’Ancona e di non vittoria della Fermana, bisogna anche considerare la Recanatese. Infatti, la squadra giallorossa quartultima potrebbe raggiungere i dorici a quota 41 con un’impresa in casa della Virtus Entella (a cui, però, manca un punto per essere certa della salvezza). In ogni caso, però, sarebbe l’Ancona a essere avanti in classifica per differenza reti generale (gli scontri diretti sono in perfetta parità), -10 contro -17. L’unica possibilità che la Recanatese ha per non andare ai playout è quella di vincere con più gol di scarto possibili, sperando dall’altra parte in una sconfitta pesante dell’Ancona per pareggiare o ribaltare la differenza reti (in caso di parità, sarebbe la Recanatese avanti per più gol fatti, 47 contro 41). Più fantascienza che realtà, ma secondo l’aritmetica anche questa è una possibilità.
Torniamo però all’Ancona, che deve questa rinascita nelle ultime due partite alla cura di Roberto Boscaglia, subentrato a Gianluca Colavitto quattro giornate fa, dopo la pesantissima sconfitta contro la Recanatese. L’allenatore siciliano aveva un compito molto arduo, quello di riuscire a incidere da subito per invertire un trend che stava portando alla retrocessione in D.
Dopo un pareggio casalingo con la SPAL e il ko esterno contro il Pontedera – in cui però, si sono visti dei miglioramenti nel gioco e nella compattezza difensiva -, contro Sestri e Pescara Boscaglia ha deciso di abbandonare il 3-5-2 utilizzato dai suoi predecessori e passare al 4-2-3-1. Una scelta vincente, dato che con questo modulo l’Ancona è riuscita a rimanere molto solida in fase difensiva e, altresì, a finalizzare le occasioni create – cosa che non era stata fatta nelle prime due partite -. I dati parlano chiaro: 6 punti in 2 partite, con 5 gol fatti e una sola rete subita. Più in generale, l’intero bilancio Boscaglia recita 7 punti su 12 disponibili, 5 gol fatti, 3 subiti e 2 clean sheets.
Basti pensare che l’Ancona non aveva mai vinto due partite consecutive in questa stagione per comprendere quanto di buono fatto da Boscaglia nel suo primo mese nel capoluogo marchigiano, non solo a livello tecnico-tattico ma anche sotto il piano mentale. Una squadra completamente rivoluzionata, uomini ritrovati come il capitano Gatto e il bomber Spagnoli (3 gol nelle ultime due) e, ora, una salvezza da conquistare. Sia per il presente che per il futuro visto che, in caso di mantenimento della categoria, il contratto dell’allenatore siciliano sarà automaticamente rinnovato per un’ulteriore stagione.
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