Come in qualsiasi sport, anche il calcio non è tutto rosa e fiori. Questo lo sa bene Andrea Accardi, ex difensore del Palermo, che quest’anno ha vissuto la sua stagione in prestito al Piacenza. L’epilogo dei biancorossi non è stato per nulla quello desiderato, con la retrocessione in Serie D dopo otto anni consecutivi in Lega Pro. Ora, per Accardi, è il momento di fare i conti con il futuro dato che il suo contratto con il Palermo è in scadenza. Ma prima, il difensore fa un salto nel passato in rosanero. Dal fallimento alla promozione tra i professionisti, passando anche dai due infortuni che hanno determinato la sua carriera fino a questo momento. Al Giornale di Sicilia Accardi ha ricordato quel periodo.
Gli infortuni, il suo rientro con il Palermo e l’arrivo a Piacenza. Nel dizionario di Andrea Accardi la parola ‘arrendersi’ non esiste: “Sono stato quattro mesi fermo, saltando i playoff e la Serie B. Non stavo bene durante gli spareggi e nemmeno al rientro di Corini. La situazione era avviata e non è stato facile trovare spazio. A Piacenza ho trovato una città che mi ha accolto benissimo, così come tifosi e squadra. Nonostante la retrocessione mi porto dietro tante cose positive, come il gol e la mia continuità in campo”. Contratto in scadenza. Il palermitano guarda al futuro con tanti interrogativi, ma con entusiasmo: “Non immagino e non mi aspetto nulla. Sicuramente farò di tutto per meritarmi qualsiasi categoria. L’ultima esperienza mi ha dato tanta consapevolezza. Quest’anno è stato travagliato, tra il distacco di un tendine e il lungo recupero. Vorrei un progetto serio, fare cose importanti”.
Andrea Accardi porta con sè ricordi indelebili con la maglia del Palermo: “La vittoria agli spareggi è stata la gioia più grande della mia carriera, come anche il successo nel derby con il Catania. Un successo più da tifoso che da calciatore. Una soddisfazione da palermitano, rispetto a quella di una promozione. La vittoria dei playoff è stata il frutto del grande sacrificio fatto”. Ad avere un certo rilievo per il difensore è Silvio Baldini: “Ha fatto qualcosa di unico, ricordo in che condizioni ci ha preso. Un ambiente complicato in cui nessuno immaginava la nostra vittoria. I risultati positivi arrivavano solo in casa, mentre in trasferta no. Poi ci fu il suo sfogo dopo il ko con la Paganese. Nonostante la partenza negativa, dopo si è creata un’alchimia unica. Nei playoff abbiamo vissuto sensazioni clamorose, come quando vedevamo 35 mila persone sedere sugli spalti tra le mura amiche e 4000 in trasferta. Per me è stato il miglior allenatore che abbia mai avuto, calcisticamente e umanamente. Esistono poche persone come lui”.
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