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Corbari, il centrocampista goleador dell’Entella: “La prima tripletta è indimenticabile”

Non capita tutti i giorni di realizzare una tripletta, ancora meno se il tuo ruolo naturale è quello di centrocampista. Non sorprende però che sia capitato a uno che col gol ha sempre avuto un feeling speciale. Stiamo parlando di Andrea Corbari, che con 3 reti contro il Perugia è diventato miglior marcatore stagionale della Virtus Entella: “È stata una partita che ricorderò per sempre, perché è difficile che mi possa ricapitare in futuro – ha raccontato ai microfoni de Lacasadic.com – me la godo tutta, anche se comunque la sbornia del momento è già passata. Mi sono portato a casa il pallone autografato da tutti, me lo tengo stretto“.

Le origini di Corbari: “Non avrei mai pensato di fare il professionista”

Quello che a 29 anni è uno dei trascinatori dell’Entella e sembra un veterano della categoria, in realtà è solo alla quarta stagione di Serie C, conquistata dopo tanta gavetta: “Ho passato due anni al Fiorenzuola in Serie D e prima altri sette o otto tra Eccellenza e Promozione. Non saprei dire perché non ho avuto prima l’occasione per il salto in Serie C, però penso di esserci arrivato nel momento giusto. Magari se l’avessi fatto prima non sarei il giocatore che sono adesso“. Una carriera costruita tra Cremona e Parma, prima del salto di qualità in provincia di Piacenza: “A 20 anni non mi vedevo calciatore, se non da dilettante e solo al pomeriggio. Io sono di Cremona e studiavo a Parma. Giocavo al Pallavicino a Busseto, che è proprio tra Cremona e Parma. Partivo in treno al mattino, poi alla sera mi fermavo ad allenamento“. Ora il calcio è diventato un lavoro, ma lo studio non è stato accantonato: “Studio scienze politiche e mi mancano tre esami, perché dal Fiorenzuola ho iniziato a girare un po’ di più. Non li posso dare online e quindi devo trovare il momento per andare lì a farli“.

Credit: Virtus Entella

La svolta

Proprio il Fiorenzuola è il primo passo verso un futuro da peofessionista che si concretizza a 26 anni. Se da più giovane non poteva immaginarsi tutto questo, a un certo punto arriva la consapevolezza di potercela fare: “Ho iniziato a crederci quando si vociferava che l’allora direttore del Fiorenzuola, Di Battista, andasse al Piacenza. Io non sapevo niente ma mi chiedevo se mi avrebbe chiamato. Poi, dopo pochi giorni dall’ufficialità, mi ha proposto questa possibilità e ho accettato subito. Con lui fondamentalmente ho scalato due categorie“. Trasferimento dall’altra parte del Po per lui che è di Cremona, con la grande rivalità tra le due città che non gli ha mai creato problemi: “A Cremona c’è stato solo un po’ di sfottò perché un po’ di campanilismo c’è, ma comunque a Piacenza credo di aver dimostrato, da cremonese, di aver sempre rispettato la maglia“. Oltre alla grande professionalità, arriva subito, alla prima esperienza tra i professionisti, la sua migliore stagione in termini realizzativi, con 9 gol segnati. Rendimento che gli vale l’attenzione di quella che poi sarebbe diventata la sua squadra: “L’Entella aveva già attivato i contatti dopo la prima stagione, ma non se ne fece nulla. L’anno successivo, nonostante fossi nel mezzo della riabilitazione dopo la rottura del crociato, il direttore Superbi ha fatto un tentativo. Mi ha anche fatto fare delle visite specifiche per vedere come stessi e, dopo tutte queste, ha deciso di puntare su di me nonostante l’infortunio. Per questo sono molto grato per l’opportunità“.

Credit: Virtus Entella

L’infortunio

Proprio questo grave infortunio è il più grande ostacolo che deve affrontare. Sì, perché il 6 dicembre 2021 il ginocchio fa crack nella gara contro il Lecco, ponendo fine anzitempo alla sua stagione e all’ avventura col Piacenza. Il segreto per uscirne sta solo nella mentalità: “L’infortunio l’ho vissuto in maniera serena, perché era la seconda volta che mi capitava, dato che mi ero rotto l’altro crociato nel 2012. Purtroppo sono cose che succedono e succederanno sempre più spesso, perché si va verso un calcio in cui si gioca sempre di più. Per i chirurghi è un’operazione di routine, sta solo al giocatore fare la parte riabilitativa per tornare alla grande. Io, una volta rientrato, non ho mai avuto problemi. Più che fisicamente, è difficile venirne fuori mentalmente, perché passano i giorni e non vedi grandi miglioramenti. Essendo un percorso lungo i risultati li vedi solo alla fine, quindi devi avere la forza di lavorare anche in quei giorni in cui fa più male“. Ora l’obiettivo è dare il massimo in campo, magari migliorando quel record personale di 9 reti: “Finché c’è la possibilità di migliorarsi ci provo sempre, ci pensiamo partita per partita. Io per caratteristiche non amo dialogare con la palla, ma prediligo l’inserimento, che mi porta a segnare qualche gol in più rispetto ad altri centrocampisti“. E Chiavari sembra essere il posto giusto per esprimersi al meglio: “È un paese piccolo ma con tutte le comodità. Sul mare e vicino a casa, perché Cremona è a due ore di macchina. La qualità dell’aria poi è diversa, quindi si sta benissimo“.

Credit: Virtus Entella

Corbari e quell’impresa sfiorata: “La promozione sfumata è difficile da digerire”

Corbari è tornato alla grande nella scorsa stagione, dove con 5 reti ha fatto conoscere anche a Chiavari le sue qualità in zona gol. Quest’anno sono già 6, tra le quali spicca la tripletta nel 5-0 al Perugia: “Spero che possa essere un punto di partenza anche se siamo verso la fine della stagione. Il nostro obiettivo, in questo momento, è la salvezza e quindi spero che questa prestazione possa essere un inizio per raggiungerla il prima possibile“. Sicuramente non è più l’Entella dell’anno scorso, che chiuse a due punti dalla promozione: “Quest’anno è mancata la costanza di prestazione nell’arco dei 90 minuti. Per esempio, a Cesena abbiamo perso 4-0 ma abbiamo fatto una prima mezz’ora molto buona. Poi nell’ultimo quarto d’ora, dopo aver concesso il primo gol, ci siamo disuniti. Quella partita è stata il riassunto di una stagione in cui nelle difficoltà non siamo riusciti a reagire. Col Perugia invece si è vista una squadra con dei valori anche contro la quarta in classifica“. A pesare è stata sicuramente la delusione per la promozione mancata sul più bello: “La promozione sfumata l’anno scorso è stata difficile da digerire. Avevamo fatto una cavalcata importante e vedere sfumare l’obiettivo nelle ultime tre giornate fa male. Sicuramente poi ci ripensi e a volte nello spogliatoio lo tiriamo fuori. L’obiettivo ora è arrivare dove avremmo voluto essere. In maniera diretta è sfumato, i playoff sono raggiungibili ma sappiamo che sono una lotteria. Adesso dobbiamo trovare una quadratura per fare qualcosa in più l’anno prossimo. Poi in caso di playoff l’Entella potrebbe fare bene. Ci sono moltissime squadre molto forti, noi partiremmo da outsider ma con le carte in regola per dare fastidio a tutte“. Ma, come racconta la sua carriera, i sogni si possono realizzare e lui, a quasi 30 anni, non smette di rincorrerli: “Se non si avesse un obiettivo non si potrebbe giocare a calcio. Io voglio migliorarmi sempre e raggiungere il punto più alto possibile, magari la Serie B“. Un sogno che è come linfa vitale. Da qui ripartono le speranze dell’Entella.

Simone Solenghi

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