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Andrea Dini, tra passato e presente: “Juve Stabia? Impossibile rifiutare una chiamata così”

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Così direbbe Antonello Venditti introducendo il passaggio di Andrea Dini alla Juve Stabia. Il portiere classe 1996, a Castellammare ha riabbracciato, infatti, una sua vecchia conoscenza: il direttore sportivo Raffaele Rubino. Il ds barese, che aveva avuto Dini già ai tempi del Trapani, è stato uno dei motivi che ha spinto l’estremo difensore romagnolo a trasferirsi in Campania. “Il rapporto con Rubino è importante, c’è stima sin dai tempi di Trapani. Anche questo è stato importante per la mia scelta. L’accordo economico non ha avuto importanza, non ci sono stati problemi e tutto si è risolto velocemente. Volevo la Juve Stabia!”.

Foto credit: Antonio Gargiulo

Esperienza, quella di Trapani, in cui Dini rivede diverse similitudini con quella appena iniziata: “Più che a livello di campo, penso che ci siano a livello di mentalità. Non mollare mai, restare sempre lì sul pezzo, con aggressione forte e volere sempre qualcosa a tutti i costi. Principalmente c’è il sacrificio di tutti, anche di chi gioca meno o magari solo un minuto. Questo mi piace di questa Juve Stabia”.

Andrea Dini: “Questo ambiente è fantastico”

Arrivato a titolo definitivo dalla Fidelis Andria, caso ha voluto che l’ultima uscita con la maglia dei pugliesi sia stata proprio al Romeo Menti. In quell’occasione Dini fu assoluto protagonista fermando a ripetizione i tentativi di Stoppa ed Eusepi. Prestazione che tutto avrebbe fatto pensare tranne che ad un passaggio imminente alla Juve Stabia. “Nell’ultima gara d’andata non sapevo nulla. La cosa è venuta fuori nei primi giorni di gennaio”. 

Una trattativa iniziata e conclusa senza troppi intoppi e dove la volontà del portiere di trasferirsi a Castellammare ha avuto un ruolo determinante. “Quando è arrivata la chiamata, ho subito risposto di si. Conoscevo già la realtà, l’avevo vista da fuori ed è impossibile rifiutare una chiamata del genere. Sono venuto a conoscerla dall’interno e confermo tutto quello che pensavo”. Una piazza che lo ha accolto subito nel migliore dei modi: “Quello che mi ha colpito di più è stato l’ambiente: dal gruppo squadra allo staff e tutto il contorno. Sono felice di far parte di questa realtà. Questo ambiente è fantastico”.

Dal recente passato alla ricetta vincente per puntare alla Serie B

Nel corso della sua giovane carriera, Dini è sempre stato un punto fermo delle squadre in cui ha difeso i pali, viaggiando a percentuali di clean sheet vicinissime al 50%. Con la Fidelis, però, le cose non sono andate come sperato: “Andria è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere e capire tante cose di me stesso. Al di là della posizione in classifica, sono contento della mia esperienza. Ho giocato tutte le partite e mi sono messo in mostra. Ringrazio Andria per il passato, ora voglio pensare solo al presente”.

Foto credit: Antonio Gargiulo

Un presente proiettato alla lotta playoff con la Juve Stabia, obbiettivo che Dini sa bene come raggiungere. “Negli ultimi anni ho lottato per vincere, dai play off al campionato. La forza di questa squadra sono il gruppo e la coesione con lo staff e tutto il contorno. Il gruppo squadra è un bel gruppo e si lavora veramente bene. Quello che mi piace di più è che si dà l’anima per il compagno in campo”.

“Palermo? Andremo a giocarcela. Buffon è il mio idolo”

Dopo la vittoria convincente contro il Latina che ha permesso agli stabiesi di centrare l’ottavo risultato consecutivo in casa, Andrea Dini è già proiettato alla difficile trasferta di Palermo. “Andremo a giocare una gara bella tosta, ma non saremo da meno. Ci siamo, la squadra è sul pezzo come sempre. Penso che potremmo dire la nostra. Il Palermo è forte, lo dice anche la classifica e andremo lì per giocarci la nostra partita”. Gli ultimi due successi casalinghi hanno rilanciato la Juve Stabia anche in classifica dove ora è all’ottavo posto a quota 33 punti. “Non bisogna guardare la classifica ma pensare partita dopo partita, pensando di portare più punti possibili a casa. Questo è l’unico obiettivo da ottenere, dobbiamo sapere quando vincere le partite ma capire anche quando vanno gestite. Questa è la chiave per fare qualcosa di importante”.

Cresciuto a pane e parate, Dini ha sempre avuto a mente quale fossero i modelli da seguite tra i pali. “Buffon è il mio idolo, non potrei dire altrimenti. L’idolo di tutti i ragazzi della mia età ma non solo. In passato ho studiato e amato anche Julio Cesar, lo seguivo sin da piccolo”.

Credit foto in evidenza: Antonio Gargiulo

A cura di Giuseppe Sicignano

Redazione

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