I riflettori si spengono. E questa è davvero l’ultima volta. Andrea Ranocchia dice addio al calcio giocato. E lo fa con lo stile che lo ha sempre contraddistinto nella sua carriera. Con semplicità: un lungo video sul suo profilo Instagram, a pochi giorni dalla risoluzione consensuale con il Monza. Un infortunio che lo ha messo ko e la decisione di lasciare. Un gesto generoso verso il club che gli aveva dato la possibilità di rimettersi in gioco, dopo l’esperienza all’Inter. Una carriera da leader silenzioso. Uno di quelli partiti dal basso e arrivati in alto.
Ranocchia ha salutato così i suoi tifosi attraverso un video sul suo profilo Instagram: “Sono qui per dirvi qual è il mio pensiero in questo momento, ci tenevo. Quando ho iniziato a giocare a calcio ho cominciato con grande passione, sono stati momenti bellissimi. Ho sempre pensato a divertirmi e a portare avanti la mia passione. Sono molto riconoscente al Monza che mi ha dato questa possibilità. Mi hanno dato fiducia offrendomi la possibilità di rimettermi in gioco. Purtroppo, all’inizio di questa stagione, le sensazioni non erano buone. Andando avanti è come se mi si fosse spento qualcosa. Naturalmente all’inizio non volevo accettarlo, ma sentivo che non c’era più niente dentro di me. Poi c’è stato questo brutto infortunio che mi avrebbe tenuto fuori per mesi e ho ritenuto giusto non prendere in giro nessuno. Ho sentito il dottor Galliani e gli ho espresso il mio malessere. Non ho più niente da dare in questo momento. Ci siamo lasciati da amici e con grande rispetto. Adesso mi prendo un po’ di tempo, in questo momento non credo che tornerò a giocare a calcio. Non è assolutamente quello che voglio”
La carriera di Ranocchia parte dalla Serie B. L’esordio a 18 con la maglia dell’Arezzo e Antonio Conte in panchina. La retrocessione e la prima esperienza in C, dove è assoluto protagonista. Una stagione che gli ha permesso di crescere e imparare e che non ha mai dimenticato: “Per me la gavetta è stata molto utile, non dimentico l’esperienza in Serie C, i 700 km in bus per andare a fare le partite, su campi che poi non idonei a giocare a calcio. Il tutto è stato molto formativo“, aveva dichiarata in un’intervista. Da lì la chiamata del Bari, poi il Genoa fino ad arrivare al grande salto con l’Inter. Una carriera ormai nota a tutti. Un ragazzo sempre disponibile, in campo e fuori. Un leader che ha sempre fatto parlare il campo. E la conclusione di una carriera non poteva che essere sempre con il solito stile. Un addio “generoso”, rinunciando allo stipendio. E ora inizia un nuovo capitolo della sua vita.
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