Andrea Ranocchia e l’Inter. Due nomi che sono difficili da immaginare separati. Sono stati accanto, sempre. Dall’era senza trofei successiva al triplete fino alla vittoria dello scudetto con Antonio Conte o la Coppa Italia con Simone Inzaghi. Un cammino lungo 11 anni con la maglia nerazzurra cucita addosso. Tanti gli allenatore e i giocatori passati. Lì sempre lui, Andrea Ranocchia. Un leader silenzioso che, con il duro lavoro, si è conquistato l’amore del popolo interista. Come tutte le storie d’amore, anche quella tra Ranocchia e l’Inter è giunta al termine. Dopo 11 anni, uno scudetto vinto, e l’ovazione di uno stadio come San Siro. Ora il Monza. Un viaggio partito da lontano
E così, Andrea Ranocchia saluta il Meazza dopo 11 anni. Vestire una maglia tanto prestigiosa per un arco così ampio di tempo richiede una lunga gavetta. In realtà, sono molti gli elementi che un giocatore deve saper unire al meglio per guadagnarsi la piena fiducia di una società. Rispetto, silenzio, rumore nel momento giusto, lavoro. Insomma, sono fattori che fanno la differenza, in particolare fuori dal campo. E Andrea Ranocchia di gavetta ne sa qualcosa. Il difensore è partito dall’Arezzo, due anni giocati tra la Serie B e la Serie C.
La prima stagione, sulla panchina della squadra toscana sedeva Antonio Conte. Intrecci del destino. Un anno segnato dalla retrocessione, con Conte a Maurizio Sarri come allenatori. Insomma, nell’Arezzo di quegli anni c’era in gioco il futuro della Serie A. “C’è chi ha grandissimo talento, chi non può non arrivare, chi magari comincia subito a grandi livelli”, ha raccontato Ranocchia ad “Assocalciatori.it“. “Io no, io me le sono fatte tutte le categorie, la C e la B e anche in Serie A sono partito dal Bari, per passare poi al Genoa ed arrivare infine all’Inter“. Silenzio, lavoro e determinazione, partendo dal basso.
Dopo l’Arezzo, il Bari di Leonardo Bonucci ed il Genoa. In Liguria Ranocchia ha giocato sotto la guida di Gian Piero Gasperini. Insomma, gavetta ed incroci determinanti, che plasmano al meglio il carattere di un giovane difensore. Adesso, dopo la fine della storia con l’Inter, una nuova squadra, un nuovo capitolo. La destinazione non è lontana da San Siro. 20 chilometri e neanche un’ora di macchina dividono Milano e Monza. “Il punto fondamentale è e resta il fatto che nessuno regala niente e dunque chi arriva nelle grandi squadre vuol dire che se lo merita”. E Ranocchia se lo è meritato, così come ha guadagnato la chiamata del Monza di Adriano Galliani in Serie A. La prima stagione in Serie A del club. Ancora una volta nella storia. Lavoro, silenzio e rispetto: i valori di Andrea Ranocchia.
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