Dal campo al sogno panchina, D’Angelo: “Sono pronto a buttarmi nella mischia”
L’ex capitano dell’Avellino, dopo il ritiro avvenuto un anno fa, è pronto a rimanere nel mondo del calcio nelle vesti di allenatore: la nostra intervista.
“Dopo aver smesso ho preso la licenza da direttore sportivo ma sentivo che mi mancava il campo e per questo ho deciso di frequentare il corso di allenatore UEFA A“. Inizia così la conversazione con Angelo D’Angelo. La sua voce, le pause tra una parola e l’altra fanno percepire appieno il suo legame con il calcio.
Sul campo il connubio si è spezzato alla fine della stagione 2022/23. All’età di 37 anni ha deciso di dire basta al calcio giocato. Ciò, tuttavia, non ha cambiato minimamente la sua passione verso lo sport a cui ha dedicato la vita e, anzi, come detto si è subito lanciato in una nuova sfida, il corso per allenatori UEFA A: “Quest’anno ho fatto richiesta e sono entrato. Posso dire che è stato fantastico sia dal punto di vista formativo che da quello emozionale. Abbiamo creato un bel gruppo e c’erano diversi campioni: Diamanti, Handanovic, Criscito, Ribery, Antonini e tanti altri“.
“Di questo corso” – ha aggiunto – “non ne parla mai nessuno in maniera approfondita ma è tenuto a Converciano con docenti importantissimi e ne esci con tanti dubbi ma è normale. La sua impostazione è chiara: inizialmente non hai certezze ma poi, piano piano, trovi la tua strada come allenatore“.
Il percorso è ancora lungo per Angelo ma c’è tanto ottimismo in vista dell’imminente futuro: “A settembre avrò l’esame e mi butterò nella mischia. Non vedo l’ora. Mi manca il campo e voglio provare a rimanere nel mondo del calcio in questa nuova veste“.
D’Angelo: “La Cavese punterà alla salvezza, sono molto curioso di vedere la Casertana”
Nel corso della chiacchierata c’è stato anche modo di valutare con Angelo alcune squadre che hanno fatto parte della sua carriera da calciatore. Siamo partiti dalla fine, dalla Cavese, in cui il nativo di Salerno ha concluso la sua carriera nel 2023 e che è tornata in Lega Pro dopo tre anni di assenza: “Ha una nuova società, dopo anni torna tra i professionisti. Posso dire che è una grande piazza con un bel tifo e penso che avrà l’obiettivo di salvarsi. Ci sono diversi giovani che sto seguendo e che non vedo l’ora di vedere in campo. Poi c’è da dire che il girone C è sempre un punto interrogativo quindi bisogna capire che ruolo potrà svolgere“.
Subito dopo D’Angelo si è espresso su un’altra squadra del girone meridionale in cui ha giocato nel corso della sua carriera, la Casertana: “Ho sentito Iori qualche settimana fa e ha molto entusiasmo per quest’avventura. Sono molto curioso di vedere all’opera questa squadra dal punto di vista del gioco anche perché hanno cambiato molto. Rispetto alla scorsa stagione è una squadra molto più giovane e mi piace questa voglia di azzerare. Conosco la società, la famiglia D’Agostino. Sono persone che non ti fanno mancare nulla e penso che abbiano trovato i giusti profili per fare bene“.
“L’Avellino parte come favorita nel girone C”
Casertana e Cavese sono state due delle tre squadre – insieme alla Sambenedettese – in cui Angelo ha concluso la sua carriera calcistica ma la sua attività calcistica ha vissuto la parentesi più importante e lunga in un’altra piazza campana: l’Avellino. Ben otto – dal 2010 al 2018 – gli anni trascorsi in Irpinia. Dalla C2 alla Serie B: un percorso lunghissimo, in cui l’ex centrocampista si è anche tolto la soddisfazione di essere il capitano dei biancoverdi. Non poteva perciò mancare un commento sulla formazione allenata da Pazienza in vista dell’imminente inizio della stagione:
“Hanno fatto un mercato davvero importante. Ci sono anche altre squadre che sono da tenere d’occhio come il Benevento, il Trapani e il Catania. Penso però siano molto quadrati. Si conoscono già da un anno. Hanno mantenuto l’ossatura e poi Perinetti e Pazienza hanno saputo puntellare al meglio la rosa e, quindi, partono come i favoriti del girone C“.
“In Serie C è necessario un mix tra gioventù e esperienza. Il mio riferimento? De Rossi”
Non solo girone C, con D’Angelo c’è stato anche il tempo per fare una riflessione a più ampio raggio sulla terza serie del campionato italiano e su cosa serve per primeggiare in questo campionato: “In Lega Pro è importante avere il giusto mix tra gioventù ed esperienza. Inoltre credo sia necessario un legame profondo tra tifoseria e squadra. Avere nomi importanti non è sinonimo di vittoria. Bisogna creare il giusto ambiente. Non è scontato farlo ma da ex calciatore posso dire che è semplice. La cosa che però viene prima di ogni cosa è il gruppo“.
Concetti chiari, che Angelo non vede l’ora di poter mettere in pratica nel suo nuovo percorso legato al mondo del calcio: “Cerco un tipo di realtà che creda in me. Ho tanta voglia ed entusiasmo. Ho girato l’Italia formandomi. Oltre al corso, ho studiato tanti allenatori e mi sono fatto un’idea. Modello d’ispirazione? Dal punto di vista della gestione De Rossi, che è un mio amico, ha un qualcosa di diverso. Oltre alle sue idee, ti fa capire tante cose con umiltà. Ci ho parlato spesso e, aldilà dello spessore calcistico, ha una fame fuori dal normale“.