“Ritrovato? Io ci sono sempre stato, poi magari i gol condizionano il giudizio”: il Bari e Mirco Antenucci non si sono mai persi. Lo assicura l’esperto attaccante classe 1984, che con la doppietta nel derby di Andria è arrivato a 44 gol in due anni e mezzo in biancorosso e 6 centri stagionali. Anche l’anno scorso, di questi tempi, le marcature in campionato erano le stesse. “Ogni annata però è diversa, ogni momento è diverso – spiega in conferenza stampa – e i numeri non sempre inquadrano la situazione che si sta vivendo. Io nella top ten degli attaccanti del Bari? Sicuramente per me è motivo di orgoglio, sono venuto qui per un motivo ben specifico che sin qui non abbiamo raggiunto come la promozione in B e questo mi spinge a dare ancora di più”.
Nel derby contro la Fidelis, ha funzionato la coppia con Paponi. Tre gol in due: “Prima di tutto, a Paponi faccio i complimenti perché non era facile – ammette – ha giocato con intensità, intelligenza e quello fa tantissimo. Rispetto a me è più un attaccante d’area, a me piace anche svariare e mettere il pallone filtrante”. Anche il rapporto con l’allenatore Michele Mignani è “buonissimo”, assicura Antenucci. “Il clima nello spogliatoio è molto buono e questo si vede. Serve dirsi le cose in faccia: con trasparenza e pieno coinvolgimento, al netto delle panchine e delle scelte tecniche. Stare fuori non piace a nessuno, nemmeno al ragazzino che ha 3 presenze. Però occorre reagire nella maniera giusta”.
“A me le responsabilità piacciono” è il manifesto dell’attaccante. E si sono moltiplicate dopo il ko di Valerio Di Cesare, che ha portato la fascia da capitano sul suo braccio: “Ci lega un rapporto di amicizia speciale, per noi è un simbolo. Tiene a questo progetto, scherza nello spogliatoio, si arrabbia quando è necessario – dice – è una presenza che manca e dobbiamo sopperire vincendo partite. Solo così possiamo onorarlo”. La fascia da capitano, nella carriera di Antenucci, è stata una costante: “Lo sono stato a Terni e Ferrara – ricorda – è una responsabilità e devi dare l’esempio, sempre. Occorre cercare di trascinare i tuoi compagni”.
Un rapporto speciale è anche quello con i calci di rigore. Dopo tre errori in sei tentativi tra questa stagione e la scorsa, Antenucci ne ha realizzati due di fila. “Se lo segni è normalità, se lo sbagli è una fregatura. Non ho problemi a farmi da parte perché ci sono tanti ottimi tiratori, ma se me la sento calcio”.
“Le nostre vite cambiano anche in base ai risultati ma per quanto mi riguarda io a Bari sto davvero bene” è una delle frasi che aprono la sua conferenza. Nel giorno dei 30 anni dalla morte di Freddie Mercury, Antenucci lo ha omaggiato anche su Instagram: “Lui per me è un mito, il numero uno di sempre. Per come vedo la musica io, è stato un grande esempio. Adoro quello che vuole raccontare. Ognuno può dare il risvolto che vuole alle cose: il significato vero della canzone lo può dare chi la ascolta”. Insomma, The show must go on…
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