Pilastro del Padova e fratello dell’attuale portiere del Psg. Nella famiglia Donnarumma parare è più che un piacere. L’attuale estremo difensore del Padova, Antonio Donnarumma ha portato nel club veneto una nuova mentalità. L’obiettivo è alzare sempre l’asticella senza mai accontentarsi. La formazione biancoscudata è al momento al secondo posto del Girone A di Serie C alle spalle del Sudtirol, con il sogno della promozione diretta in Serie B. Il portiere classe 1990 ex Milan, è intervenuto oggi, mercoledì 12 gennaio, in videoconferenza: “Non vediamo l’ora di riprendere a giocare. Sono state settimane di allenamento che sono servite. Ne abbiamo anche approfittato per cercare di recuperare la miglior condizione. La visita di mio fratello? Una nostra zia è risultata positiva all’ultimo, per questo motivo non sono riuscito a scendere a Napoli. Alla fine, però, Gigio ha deciso di venire a Padova per stare insieme. Anche mio fratello ha preso il Covid in allenamento, mi ha detto che alcuni sudamericani sono tornati positivi.”
Da terzo portiere di uno dei club più titolati al mondo, a punto fermo nella splendida e ambiziosa piazza di Padova. “Sono venuto qui con la testa giusta, sapevo quello che mi aspettava e volevo far vedere quello di cui ero capace. Penso di aver fatto bene in Serie B a Gubbio, poi sono finito nel dimenticatoio per quattro anni e adesso mi sono messo a disposizione con tutto me stesso. Padova per me è un punto di arrivo, voglio rimanerci e vincere qui in questa piazza. Voglio conquistare e regalare tantissime soddisfazioni ai tifosi. Ogni giorno cerchiamo di migliorare quelle piccole cose che poi saranno fondamentali più avanti. La difesa? Si sta comportando molto bene. Sappiamo che il campionato è lungo, quindi si deve ragionare partita dopo partita. Nella volata al primo posto metto anche la Triestina: nonostante il ritardo ha una rosa fortissima. C’è stato un periodo in cui subivo gol a ogni tiro in porta, sono quei momenti in cui vorresti fare molto di più ma non ci riesci.”
Testa sulle spalle, la maturità e la giusta consapevolezza dei propri mezzi per mettere da parte le sensazioni negative e provare sempre a ripartire. “Sì alla fine tutto passa, prima o poi la ruota gira. Mi do un 10 sotto il profilo dell’impegno, poi sul campo a volte si può sbagliare, è normale. La mia miglior parata penso sia stata quella con la Juve U23 nel primo tempo, in quel momento era fondamentale vincere e sono contento di aver salvato il risultato. Il gol preso su cui avrei potuto fare di più? Credo il primo gol di Lecco, avrei dovuto pararlo. Siamo veramente un gruppo forte in cui cerchiamo sempre di aiutarci a vicenda. Su determinati aspetti cerco di dare il massimo e di dare i consigli giusti. Sono uno a cui piace caricare e dare una mano al mio compagno di squadra. Quando crei una mentalità vincente, l’altro ti dà sempre il massimo e cerca a sua volta di aiutarti a non prendere gol. Devo tentare di tenere sempre alta la tensione perché in ogni momento può arrivare il gol avversario o un’occasione. Salviato? E’ un grande amico, quando ho firmato con il Padova era felicissimo. E’ come se fosse con me in campo, ad ogni fine partita mi scrive e fa il tifo per me e per noi”.
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