Tutte le strade portano a Roma e per Mirko Antonucci sembra essere vero. Giallorosso di nascita e di crescita, sin dai primi calci con la squadra della sua città, e con la voglia di tornare a casa. Dopo alti e bassi, il fantasista ha trovato continuità al Cittadella. Stagioni importanti in cui il talento ha trovato una sua personale crescita e maturità. Stagioni che sono significate la chiamata dello Spezia.
Quando vivi Roma, te ne innamori. Per Antonucci non è andata diversamente, specialmente perché nella capitale è nato. Un amore per i colori giallorossi cullato sin dalle giovanili e che lo ha visto diventare un uomo. Una crescita difficile, specialmente per via della perdita di suo padre durante l’infanzia. Nonostante ciò non si è dato per vinto. Testa bassa e lavoro duro, è così che si costruisce un campione ma senza una buona dose di talento non si va da nessuna parte. “Non credo che un allenatore gli abbia potuto insegnare più di tanto. Quelle cose ce le ha nel dna, è un predestinato“, parola di Piero Lombardi suo ex allenatore ai tempi dell’Atletico 2000, sua prima squadra giovanile. Un talento, però, destinato a sbocciare fuori dalla capitale.
La prima presenza tra i professionisti arriva con grande stile. La Roma sta giocando la semifinale di ritorno di Champions League, contro c’è il Liverpool e si è sul 2-2. Il suo debutto avviene a 15 minuti dalla fine, quando Eusebio Di Francesco decide di buttarlo nella mischia. Una notte che, alla fine, resta impressa nei ricordi di Antonucci. Gli ultimi folli minuti regalano la vittoria ai giallorossi, che ne segnano due ma non riescono ad arrivare in finale. Una vittoria abbastanza amara, che però spinge il giovane calciatore ad una scelta: crescere altrove, per provare a diventare grande per la sua Roma.
L’occasione è importante e il Pescara ci si fionda subito. Il talento del ragazzo è innegabile e in Serie B inizia a prendere minutaggio. La stagione successiva, però, non è tanto fortunata. Di rientro alla Roma decide di buttarsi in una nuova avventura, stavolta nel campionato portoghese. A puntare su di lui il Vitoria Setubal, con cui però non va così bene. “Sono andato all’estero ed è cominciata la pandemia. Non sapevo la lingua e dovevo adattarmi a una vita completamente nuova“, raccontava ai microfoni di gianlucadimarzio.com oltre un anno fa. “Abbiamo ripreso in estate dopo sei mesi difficili e a giugno ho segnato anche la mia prima rete“.
Una scelta improvvisa dei portoghesi, però, lo sconvolge: “Non capivo cosa stesse succedendo. Ero contento e poi mi è arrivata la bastonata”. Il Vitoria Setubal decide di terminare il suo contratto e le perplessità sono tante: “L’allenatore mi ha bloccato su Whatsapp e non ho nemmeno avuto la possibilità di andare a parlare faccia a faccia con lui, mi hanno vietato di andare al campo“. Il motivo scatenante un video su Tik Tok, ma è la giusta ragione per rilanciarsi nuovamente e con più motivazione: “Sono cresciuto tanto e ho preso il meglio da quella brutta esperienza”.
Passa alla Salernitana, dove non trova troppo minutaggio, ma è il trasferimento al Cittadella quello vincente. L’amore per il calcio resta lo stesso di quando era nelle giovanili e la voglia di fare è tanta. “È il miglior momento della mia carriera, ma so che devo lavorare tanto perché tanto ho da migliorare“. Dopo una stagione da protagonista l’addio al club veneto. Solo Cittadella ed il Cittadella mi hanno dato fiducia e affetto, spero di averli ripagati in questi due anni così lunghi e intensi. Rifarei tutto dall’inizio alla fine”.
A chiamare è lo Spezia, una nuova tappa nel percorso del fantasista.
A cura di Giuseppe Federici
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