Ardemagni is back!
E pure dicevano fosse arrivato al capolinea. Chi? I più maligni, considerando che a 34 anni il fisico, e a volte anche la testa, sono in continua dissonanza tra loro. Fisico e testa però non sempre camminano di pari passo, ecco perché il più delle volte affidarsi al cuore spesso può risultare la “scorciatoia” migliore, non la più semplice. Dimostrare in campo il proprio valore la scintilla che può accendere un popolo intero. Matteo Ardemagni sa come si fa. Lo sa da sempre. Dalle giovanili del Milan passando per le piazze in cui ha lasciato la firma. Sempre. Quella che preferisce: il gol.
Ardemagni e Siena. è già feeling
Ricordate quando in precedenza abbiamo parlato di scintilla? È arrivata lo scorso 6 marzo 2022. Ardemagni e il primo gol in maglia Siena. Una sconfitta sul campo, vero. Una vittoria per lui con una rete che, oltre a fare da traino al classe 87, (ri)consegna alla Serie C un attaccante che in carriera ha messo a segno oltre 100 reti. A queste, vanno aggiunte le due realizzate negli ultimi due turni. Quella contro l’Ancona-Matelica e la rete vittoria a Pontedera. E un dato. Non comune a tutti. Tre le marcature in maglia Siena per lui dal suo arrivo in bianconero. Tutte nei minuti di recupero. Perché gettare la spugna non è da lui. Non lo è mai stato.
È uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo
La certezza si chiama Matteo Ardemagni. Senza peli sulla lingua dentro e fuori dal campo. Il classico “prendere o lasciare” della vita di tutti i giorni. E forse è anche per questo che Siena è già pazza di lui. Ai nostri microfoni si è definito un testone, senza timore reverenziale alcuno nell’ ammettere candidamente che in Serie A, lo spazio e la fiducia, non sono mai state componenti fondamentali del suo viaggio in massima serie. La B il suo habitat naturale per quasi un decennio, prima di dire sì gli ultimi giorni di mercato a una sfida affascinante. Ritrovare la C dopo 14 anni in giro per l’Italia. A fare gol in piazze che in molti solo sognano, facendo innamorare centinaia di tifosi con l’arma che un attaccante può usare più di tutte: il gol. E come se non bastasse, se alla cattiveria sotto porta si aggiungono anche grinta e fame, allora tutto diventa più facile. “È uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo”, sintetizzava Dickens il lavoro della spia. Quello stesso lavoro che, palla al piede, ad Ardemagni riesce benissimo. Lui lo sa. Siena lo sa. E ora che la scintilla è stata accesa, il finale di stagione che Ardemagni vorrà scrivere per sé e per i bianconeri è tutto da gustare.
A cura di Carmine Rossi