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Gubbio, Arena: “Serie B? Ci crediamo. Voglio arrivare in doppia cifra. La Serie A sarebbe un sogno”

“Ciao, piacere Alessandro”. Un nome (e soprattutto, un cognome) che ormai non ha più certo bisogno di tante presentazioni. Ha imparato a farsi conoscere Alessandro Arena. Bastano pochi tocchi per capire che dai suoi piedi possa sempre nascere qualcosa di importante. E in campo il suo mancino salta subito all’occhio. Anche se “siamo tutti forti, non c’è nessuno che spicca. In ogni partita poi ci puó essere una giocata di qualcuno che risolve la partita”. Un qualcuno che il più delle volte è proprio lui. Lo dice la classifica: secondo posto in campionato per il Gubbio a -4 dalla Reggiana. Lo dicono i numeri: 6 gol e 7 assist, l’ultimo nella prima sconfitta dopo più di un mese da imbattuti. Una storia, quella di Alessandro, che merita di essere raccontata.

Dalla Promozione alla Serie C: il viaggio di Arena

“Ritorno a casa mia dove ci sono i miei fratelli, la mia famiglia.” È iniziata così. Una favola moderna, di quelle che racconti ai bambini. Il famoso “non mollare mai, credi sempre nei tuoi sogni”. Facile a parole, difficile a farsi. Alessandro Arena ci è riuscito. Dalle giovanili del Catania alla Promozione. Una scelta non da tutti: “Penso che un giovane debba fare delle scelte per crescere. Giocare con i grandi è un’altra cosa: ti insegna a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato e io volevo aumentare la mia esperienza.” Esempio di maturità. La passione oltre ogni categoria, anche se a rimetterci sono i sogni di un bambino: “Quando ero in Promozione non pensavo che sarei arrivato tra i professionisti.” 

Foto: Simone Grilli

Passione, dicevamo. Talento, non può mancare. Ma sono anche la mentalità, i sacrifici, il duro lavoro che hanno portato Alessandro Arena ad arrivare dove nemmeno si immaginava. Mi dicevano che avevo i giusti mezzi per arrivare, non dovevo mollare e stare sempre concentrato.” Una frase sentita spesso, in ogni squadra, in ogni categoria. Ripetuta più volte nella testa per cercare di andare oltre ogni difficoltà. Promozione, Eccellenza e Serie D. Una scalata continua. Ma come ci si arriva tra i professionisti? “Qualcuno ci deve credere, io ho trovato chi mi ha dato questa possibilità.” 

Foto: Simone Grilli

La chiamata del Gubbio e l’arrivo tra i professionisti

Qualcuno ci deve credere. Fortuna, certo. Ma bisogna guadagnarsela. Nessuno gli ha mai regalato nulla. Alessandro Arena ha scalato tutte le categorie, mettendo in mostra il proprio talento. E a notarlo prima di tutti è stato il ds del Gubbio, Davide Mignemi: “Lo devo ringraziare per avermi dato questa possibilità. Fino a due anni fa non avevo mai fatto neanche una presenza tra i professionisti.” Merito anche di chi ha saputo scommettere su di lui, accompagnandolo lungo il percorso: “Il mio procuratore è come un fratello. Mi ha aiutato molto, crede in me e sa che posso dare tanto. La chiamata tra i professionisti. Un sogno che diventa realtà, anche quando non sembrava più crederci nessuno.

Foto: Simone Grilli

Il telefono che squilla, la voce rotta dall’emozione. La consapevolezza di avercela fatta, la voglia di iniziare un nuovo capitolo. Ti passano davanti tutti i sacrifici fatti, le gioie e le delusioni. E il pensiero non può che andare “alla mia famiglia: ne abbiamo passate tante. Sono partito dalla Promozione, mi hanno sempre sostenuto e dato i consigli giusti.” Un grande salto che impone dei cambiamenti: Atteggiamento e mentalità. Stiamo comunque parlando di professionisti quindi in campo ho dovuto cambiare intensità e un po’ anche il mio stile perchè in questa categoria c’è un altro ritmo. Ho iniziato anche a fare palestra perchè dovevo mettere un po’ di struttura.”

Arena e il Gubbio: “Possiamo arrivare lontani. Vi dico cosa mi ha detto Braglia”

Il Gubbio vola in campionato. Una squadra che ormai non è più una sorpresa. Secondo posto dietro solo alla Reggiana. Il segreto? “Sta sempre nel gruppo. Poi la società ci deve mettere del suo. Tutto parte anche dai magazzinieri, da tutto lo staff. C’è bisogno dell’aiuto di tutti.” Una squadra nuova, rinnovata in estate che ha preso consapevolezza dai risultati. Un gruppo compatto e umile, come racconta lo stesso Arena. Merito sicuramente di chi contribuisce a tenerlo unito. Piero Braglia è sicuramente l’uomo in più di questa squadra: “Mi ha voluto qua a tutti i costi. Sa cosa posso fare, sa quello che posso dare alla squadra. Mi ha detto che mi aveva visto solamente due partite dell’anno precedente ma che era rimasto sorpreso. Ha anche detto che se sono ancora qua c’è un motivo per cui vuole aiutarmi a fare il salto di categoria”

Foto: Simone Grilli

Un allenatore d’esperienza, ma anche nuovi compagni da cui poter imparare sicuramente qualcosa: “Cerco di legare con tutti per capire come è fatta anche la persona. Jerry (Mbakogu, ndr) è un grandissimo ragazzo Si voleva rimettere di nuovo in gioco. Lui mi conosceva e mi ha detto che avrei potuto fargli tanti assist (ride, ndr). Puó dare tanto a noi come Vasquez.”

Il futuro di Arena: la Sicilia, l’obbiettivo Serie B e il sogno Serie A

lI Gubbio e Alessandro Arena. Una crescita che continua, insieme, passo dopo passo. Un campionato ancora lungo in cui tutto può sempre cambiare: “Dobbiamo restare con i piedi per terra. Il girone di ritorno è un’altra cosa. Non abbiamo ancora fatto niente e dobbiamo restare concentrati. A fine anno poi si vedrà.” La Serie B in lontananza. Un obbiettivo, più che un sogno: “Ci crediamo. Ma meglio pensare un passo alla volta.” Una storia partita dai dilettanti. Una scalata continua che pare essere solo all’inizio: Io voglio arrivare lontano, ancora non ho fatto niente. Fare il salto di categoria è importante per me. Serie A? Sì è il sogno di ogni ragazzo. Se arrivasse sarei contentissimo. Ma la cosa più importante è poi restarci, non solo arrivarci.” 

Un passo alla volta. Come è sempre stato, come è giusto che sia. Il campo parla per lui. E quando gioca Alessandro Arena non puoi non notarlo. È già a quota 6 gol e 7 assist ma “l’obbiettivo è arrivare in doppia cifra.” L’umiltà e i sacrifici di chi è partito dal basso, il talento e l’ambizione di chi può (e vuole) arrivare davvero in alto.

A cura di Filippo De Gradi

Filippo De Gradi

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