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L’esperienza al Padova, la fascia da capitano e la maglia numero 10, Pattarello: “Voglio la B con l’Arezzo”

Pattarello Arezzo copertina

Emiliano Pattarello esulta con l'Arezzo - credit SS Arezzo - www.lacasadic.com

Le dichiarazioni

A soli 90 minuti dalla fine della stagione, un verdetto è ormai certo nella storia dell’Arezzo: la qualificazione aritmetica ai playoff, conquistata con il sesto posto in campionato. Un risultato che la squadra ha raggiunto con determinazione, consolidando la sua posizione grazie alla vittoria per 4-1 contro la Lucchese nell’ultimo turno di campionato. Un traguardo che sa di grande soddisfazione, soprattutto per una formazione che ha dovuto affrontare e superare non poche difficoltà durante il girone di ritorno. A raccontare con orgoglio questo importante traguardo, è stato Emiliano Pattarello, che è intervenuto a LaCasadiC-Talk, condividendo con passione e umiltà il percorso che ha portato l’Arezzo a scrivere questa pagina significativa della sua stagione.

L’obiettivo iniziale, sia per il club che per me personalmente, era sicuramente migliorare l’ottava posizione dell’anno scorso, e questo lo sapevamo tutti, anche noi giocatori. Alla fine del girone d’andata eravamo a solo 6 punti dalla capolista, ma poi abbiamo affrontato qualche difficoltà nelle prestazioni e nel rendimento, sia a livello individuale che di squadra. Abbiamo attraversato un periodo non facile, ma siamo stati bravi a rimettere la stagione sui giusti binari. L’obiettivo personale era superare gli 8 gol dello scorso anno e cercare di arrivare in doppia cifra. Ce l’ho fatta, e anzi ho fatto anche qualcosa in più, quindi per ora sono molto soddisfatto. Ora però guardiamo avanti, abbiamo i playoff e inizia un altro mini campionato, dove ogni partita sarà decisiva.

Il campionato è giunto all’ultima giornata, ma l’Arezzo deve già cominciare a concentrarsi sui playoff: “Sappiamo che i playoff sono sempre un punto di domanda. Però, a oggi, ci stiamo arrivando bene, con la giusta mentalità. A livello fisico stiamo bene, e ci sono tutti i presupposti per fare bene. Il calcio ha mille sfaccettature, può succedere di tutto, quindi fare previsioni non è mai facile. L’importante è che abbiamo l’atteggiamento giusto, e credo che ora lo abbiamo. Siamo una squadra forte e vogliamo dimostrarlo. Questo è quello che penso“.

Non solo obiettivi di squadra: “A livello personale, penso che segnare 4 gol in una sola partita non sia certo qualcosa che accade tutti i giorni, quindi è una soddisfazione davvero importante per me. Per quanto riguarda la stagione, è vero che abbiamo attraversato momenti difficili all’inizio del girone di ritorno, ma ora abbiamo trovato la giusta alchimia e la mentalità per affrontare qualsiasi squadra con la determinazione necessaria“.

Scelte e nuovi obiettivi

Il sogno di ogni bambino che ama il calcio è diventare un giocatore professionista, ma c’è qualcosa che aggiunge ancora più significato a questo sogno: indossare la fascia da capitano. Un mix perfetto di responsabilità e orgoglio, che Emiliano Pattarello commenta con grande sincerità. “Per quanto riguarda la fascia da capitano, mi è capitato di indossarla in alcune occasioni ed è stato un orgoglio, e la maglia numero 10 è una scelta che ho fatto il primo anno che sono arrivato qui. È il terzo anno che la indosso, e per me è un onore. Prima di prenderla, però, ho chiesto a Nello Cutolo, il mio direttore, se potevo indossarla, e lui mi ha dato il suo consenso. È stato un motivo in più per impegnarmi e fare bene. Nel calcio, il numero 10 non è un numero a caso, ha un significato importante. Era più una questione a livello personale, un valore che attribuisco a quel numero. Per quanto riguarda la fascia da capitano, è sempre un onore quando rappresenti la squadra. Mi è capitato poche volte di indossarla, ma ogni volta è stato un onore. È sempre piacevole portare quella responsabilità“.

Le ambizioni di Pattarello sono chiare: “Andare sempre più su. Penso che ognuno debba avere queste ambizioni. È evidente che, come ho sempre detto al mio presidente, per me andare in B con l’Arezzo sarebbe un passo importantissimo, un traguardo che vorrei riuscire a conquistare. Ovviamente non è facile, ma come ho appena detto, la mia ambizione è quella di salire il più in alto possibile, sempre con i piedi per terra. Per ora, però, sono qui, mi sto godendo il momento e mi concentro sul finire bene la stagione. Poi, quello che succederà, lo scopriremo con il tempo. Vedremo“.

Tifosi Arezzo - Credit SS Arezzo
Tifosi Arezzo – Credit SS Arezzo

Gli inizi

Il calcio è stata una passione che ha accompagnato Emiliano Pattarello fin da bambino, e il suo percorso è stato lungo e intenso, fino ad arrivare a indossare la maglia dell’Arezzo. “Ho fatto 7 anni nelle giovanili del Padova, quindi guarderò la partita e ovviamente tiferò, sperando che riescano a vincere il campionato. Poi sono passato al Cittadella, e dopo sono andato al Bologna. Lì sono stati 3 anni molto importanti, dove sono cresciuto sia a livello nazionale che nella Primavera. Ho avuto la fortuna di fare parte di un settore giovanile importante in Italia. Poi, la mia carriera mi ha portato in Lega Pro, e due anni fa sono sceso ad Arezzo. Ora sono tre anni che indosso con orgoglio questa maglia“.

Il ricordo più bello della carriera per Pattarello è difficile da definire con precisione, ma ci sono sicuramente momenti che spiccano. “I 4 gol, penso che siano uno dei ricordi più importanti a livello personale. È stata una soddisfazione grande“. Tuttavia, se dovesse guardare alla sua carriera in modo più ampio, l’aspetto che lo rende più orgoglioso è la sua crescita. “A livello più ampio, direi la crescita mentale e di maturità che sono riuscito ad avere in questo anno calcistico. Sono davvero contento di me stesso per come sono riuscito a migliorare sotto questo punto di vista“.

Famiglia e origini

Per Pattarello, le figure di riferimento nella sua vita sono molteplici. “Ascolto molto le persone a cui voglio bene, che possono essere i miei genitori o il mio agente, con cui ho un rapporto importante anche al di fuori del calcio. Cerco sempre di seguire i consigli che ritengo giusti e di ascoltare chi mi vuole bene e mi sta vicino“. Sul campo, però, la figura fondamentale è l’allenatore. “L’allenatore è riuscito a farmi scattare qualcosa nella testa che mi ha fatto cambiare mentalità. È stato lui a farmi crescere in modo decisivo sotto questo punto di vista. In generale, dentro al campo, ti direi ovviamente lui, mentre fuori dal campo sono la mia famiglia e il mio agente le persone che più mi guidano e mi sostengono“. Un bel mix di supporto familiare e professionale, che ha permesso a Pattarello di progredire e maturare sia come uomo che come calciatore.

Fuori dal campo, Emiliano Pattarello si dedica a diverse attività, mantenendo un equilibrio semplice e genuino. “Fuori dal campo, gioco ai videogiochi con i miei compagni di squadra. È una cosa molto classica tra calciatori. Mi piace anche praticare altri sport, come il padel, e guardare il tennis. Non sono un amante delle serie TV e dei film, quindi ne guardo davvero pochi“. Per lui, la cosa più importante è trascorrere del tempo in buona compagnia. “Mi accontento con poco, basta stare in buona compagnia con i ragazzi e magari fare qualche cena insieme. Molto semplice, diciamo“. E a conclusione non poteva mancare il piatto Veneto preferito: “Risi e bisi“, ovvero risotto con i piselli, è un piatto che Emiliano Pattarello apprezza sicuramente. “Penso che sia un buon piatto,” dice con semplicità.