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Aurelio “imperatore”, dal Pontedera in C al gol decisivo in B con il Palermo: “Voglio diventare come Maldini e Theo Hernandez”

Se è un sogno non svegliatelo. In questo caso sì, fatelo pure. Solo così, Giuseppe Aurelio può forse rendersi conto che gli ultimi 90 minuti appartengono alla realtà. Da Marco: filosofo, scrittore e imperatore romano. A Giuseppe: terzino, calciatore e “goleador” del club rosanero. Oltre 1800 anni di distanza e un paragone pazzo quanto basta. Anche lui uomo d’ordine per una notte, “imperatore” e comandante del match che lui stesso, con un colpo di testa, ha deciso. Contro il Sudtirol la sua rete ha permesso ai siciliani di scavalcare il Venezia e piazzarsi al secondo posto nella classifica di Serie B. Lui che solo un anno fa vestiva la maglia del Pontedera in C. Una di quelle storie che vale la pena raccontare. “Se è da trenta e lode il mio gol? Non lo so, ma è da tre punti sicuro”. Il resto ve lo raccontiamo noi.

Aurelio, il terzino con il gol nel sangue

Aurelio rimanga pure umile. Ci pensiamo noi a raccontarvi invece un gol che vale, eccome, trenta e lode. Cross di Henderson che sembre troppo lungo, il minuto è l’89esimo. Per tutti, forse, sarebbe stato difficile anche solo toccarla quella palla. Non per lui: stacco di testa imperioso e precisione sublime. Palla sotto l’incrocio dei pali e 2-1 per il Palermo di Eugenio Corini. Una “prima-seconda” volta per Aurelio. Seconda in termini numerici, visto che aveva già segnato nella scorsa stagione al Modena (sempre al Barbera, in un match che allora finì 5-2 per i siciliani). Una prima se nel quadro perfetto disegnato dal terzino sinistro teniamo conto delle emozioni. Allora sì: la prima rete sotto la curva nord, sotto la “sua” gente. L’abbraccio del suo popolo, nel minuto che conta di più. Una gioia difficilmente spiegabile a parole. Forse meglio come ha fatto lui: una maglia tolta, un urlo e una corsa alla Forrest Gump (per intensità, non per chilometri percorsi). Poi l’invasione della panchina a “coccolarlo” ulteriormente. Così è tutto più chiaro.

Credit: Ufficio stampa Pontedera

Stupefacente. O forse no. Anzi, decisamente no. Basta dare un’occhiata ai numeri della sua giovane carriera per capire che in fondo il gol questo ragazzo ce l’ha nel sangue. Lo scorso anno 4 gol in Serie C con il Pontedera (insieme a 7 assist), nella stagione 2019-2020 furono addirittura 6 con la Primavera del Sassuolo. Ma il bello, fidatevi, deve ancora venire. Ben 18 furono i gol con l’U17 dei neroverdi in 26 presenze. Avete capito bene, diciotto. Numeri pazzesci, di un giocatore nato per divorare metri e stare vicino alla porta. La corsa, il suo grande talento. La foga agonistica e la grinta i contorni (si fa per dire) di un giocatore che vuole crescere ancora tanto. 

La scommessa vinta di Rinaudo e le ambizioni: “Voglio essere come Theo Hernandez e Maldini”

“Di strada ne ho da fare ancora tanta”. Certo, i paragoni sono un po’ pesanti. Ma lui ci crede: “Voglio essere un giorno come Maldini e Theo Hernandez”, le sue parole nel giorno della presentazione a stampa e tifosi, a pochi giorni di distanza dal gong finale del calciomercato di gennaio. Da scommessa a certezza: Rinaudo, direttore sportivo del Palermo, ci vide lungo. Allo Sheraton di Milano l’incontro decisivo che portò alla chiusura dell’operazione. Il saluto ad un club che lo ha portato in alto, il Pontedera. Lì le sgasate che furono notate da molti e che fecero innamorare la dirigenza ai piedi di viale del Fante. 

Tra lo scetticismo generale. Ma anche con grande spirito di curiosità. Dopo 4 panchine Corini decise di gettarlo nella mischia. Il match era Palermo-Ternana: 45 minuti di corsa e sostanza, ma anche di buone giocate. Chilometri percorsi? Infiniti. Certe cose non possono passare inosservate. Così nelle successive 6 Aurelio verrà schierato sempre titolare. Una certezza assoluta, quest’anno insieme al suo collega di reparto Kristoffer Lund. Imperatore per una notte, corridore sulla fascia sinistra. Dalla C, al sogno Serie A con il Palermo. Svegliati, Giuseppe; è la realtà.

 

Manuele Nasca

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