I tifosi dell’Avellino sono entrati in Curva Sud con un quarto d’ora di ritardo in segno di protesta nei confronti della Società. Una scelta che era stata preannunciata attraverso un comunicato stampa. L’ennesimo momento di tensione all’interno di un clima di costante contestazione nei confronti della proprietà. Un dissenso mai celato, che si protrae sin dal ritiro precampionato. Il presidente Angelo Antonio D’Agostino, suo figlio Giovanni, che è amministratore unico del club, e il direttore sportivo Vincenzo De Vito sono finiti da tempo nel mirino dei supporter biancoverdi. A loro viene imputato di non aver allestito una squadra all’altezza delle aspettative disattendendo la promessa di allestire un organico all’altezza di competere per la promozione in Serie B.
Il direttivo della Curva Sud ha chiamato a raccolta i tifosi dell’Avellino dinanzi alla Tribuna Montevergine dello stadio “Partenio-Lombardi” dove alle 17:30 ha preso il via il match con l’Audace Cerignola, valido per l’ottava giornata del girone C di Serie C. Tra cori e striscioni l’adesione è stata massiccia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione del capitano Ramzi Aya di lasciare negli spogliatoi il gagliardetto dell’Avellino per motivi scaramantici sia in occasione del match interno con il Potenza sia allo “Scida” contro il Crotone: “L’episodio, ridicolo, del gagliardetto, non è isolato bensì l’ultimo di una lunga serie di misfatti commessi da uomini incapaci di difendere i nostri colori e di dimostrare appartenenza” si legge nelle prime righe della dura nota diffusa dal tifo organizzato.
Contestazione servita: “Non possiamo più permettere comportamenti del genere da parte della società. Dalla gestione, su cui ci siamo già espressi, alla pochezza di certi comportamenti. Siamo stanchi di tutto ciò. Non è questo il modo di dimostrare l’amore per questa terra. Proprio per questo abbiamo deciso di dare un segnale in occasione di Avellino-Cerignola. Questa piazza, incarnata in noi tutti, non merita questa serie di incompetenze. E sarebbe ora che anche lei, caro presidente, da irpino qual è, capisse cosa significa rispettarci, ricambiando ciò che da parte nostra viene costantemente dimostrato“.
A poche ore dal calcio d’inizio di Avellino-Audace Cerignola erano arrivate le scuse in conferenza stampa di Ramzi Aya. Aya aveva inizialmente spiegato di non aver scambiato il gagliardetto col capitano avversario stigmatizzando l’accaduto in diretta tv con un infelice: “La prossima volta porterò dei pasticcini”.
Il difensore ha fatto retromarcia: “Mi sono espresso male. Volevo chiedere scusa sulla questione gagliardetto. Non ho fatto nulla in mala fede, ho rispetto per il logo dell’Avellino, mi dispiace per il clamore che ho creato, mi dispiace se qualcuno si è risentito, ma non volevo mancare di rispetto a nessuno. La scelta è stata mia e non del gruppo. Si tratta di un mio errore. Chiedo scusa ancora per aver mancato di rispetto. Andiamo avanti e pensiamo a vincere”.
L’Avellino è intanto obbligato a vincere per salvare la panchina all’allenatore Roberto Taurino. Con uno score di 7 punti in altrettante giornate l’allenatore salentino è tornato in discussione. Il bottino dei biancoverdi è ovviamente insoddisfacente e palesemente condizionato dalle quattro sconfitte in altrettante partite in trasferta, a Pescara, Monopoli, Latina e Crotone, che hanno intervallato il pari interno con la Gelbison e le vittorie contro Messina e Potenza.
A cura di Marco Festa
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