Da Novara alla sfida con Ronaldo: Bove mette la sua prima firma con l’Avellino
“Un ritorno alla origini” così è iniziata in estate la nuova avventura di Davide Bove ad Avellino. Lui campano, ma cresciuto a Novara. Il difensore ritrova l’aria di casa dopo tredici anni in maglia azzurra. In irpinia, Davide, deve ripartire da zero: nuova maglia, nuovi compagni e nuovi stimoli. Il bagaglio, però, è di quelli importanti. La crescita costante del classe ’98 è sotto gli occhi di tutti. La stagione è positiva e, proprio contro il Taranto, è arrivato anche il primo centro stagionale. La specialità della casa, il colpo di testa, per regalare tre punti alla squadra di Gautieri.
Avellino per ripartire: Bove si prende la scena
Quando si cambia squadra e lo si fa da un momento all’altro, integrarsi non è semplice. Bove svincolato dopo il fallimento del Novara si trova senza squadra. Non per molto, però, perché l’Avellino non ci pensa due volte a tesserarlo. Difensore dotato di un’ottima fisicità e che è cresciuto tanto anche sotto l’aspetto tecnico. La sua tranquillità nel gestire la retroguardia è un altro punto a suo favore e che ha spinto i biancoverdi a puntare sul classe ’98.
Ad Avellino si ambienta subito, l’aria della Campania lo fa risentire a casa. Le prestazioni ci sono e, partita dopo partita, trova anche continuità nel minutaggio. In una squadra importante come quella biancoverde è normale entrare nel giro delle rotazioni, quindi anche lui si accomoda in panchina e si alterna con i compagni. Continuità che ha ritrovato poi nelle ultime settimane, dopo una parte centrale altalenante tra squalifica e panchine. Il gol di Taranto è la ciliegina della stagione che sin qui sta disputando Davide. Una rete pesante per gli irpini, dopo la sconfitta contro il Palermo, ora a soli tre punti dal Catanzaro secondo in classifica. La rincorsa è ripartita e porta la firma di Bove. Una ripartenza dopo una vita con l’azzurro di Novara addosso.
La svolta tattica e una vita a Novara
Davide Bove inizia sin da piccolo a giocare a pallone. Il classe ’98 arriva a Novara nella categoria Pulcini e da lì saranno 13 anni di emozioni e di crescita. Stagione dopo stagione cresce e arriva fino alla Primavera, dove ha l’occasione di allenarsi spesso con la prima squadra. Diverse le convocazioni in Serie B, con Marco Baroni allenatore, e la possibilità di rubare dai compagni più esperti.
Difensore centrale, ma la sua svolta tattica è arrivata proprio nel settore giovanile azzurro. Partito come terzino sinistro, poi spostato in mezzo viste le sue doti fisiche e la sua capacità dirompente di sovrastare gli avversari. Da lì la storia cambia e il futuro è quello che poi è stato scritto. Dal settore giovanile alla prima squadra: 13 anni, 69 presenze in C e 3 reti totali con i piemontesi. Nel mezzo una partita all’Olimpico in Coppa Italia contro la Lazio e un’amichevole prestigiosa in estate contro la Juventus e la marcatura su Ronaldo. Poi il fallimento… “Sono arrivato da bambino e me ne vado da uomo”, il saluto sui social strappa lacrime per chi come Bove si sentiva a casa con quella maglia addosso. Squadra che gli è stata vicina anche nel momento più brutto per la carriera di un calciatore.
I problemi cardiaci e la paura di dover smettere
A luglio 2019 il comunicato del Novara: “Emerso un problema cardiaco per Davide Bove”. Ti cade il mondo addosso, seppur sia una cosa lieve ma comunque da monitorare e che ti fa accantonare per qualche tempo i sogni nel cassetto. Tre lunghi mesi prima del rientro sul terreno gioco, un tempo infinito per chi, come Davide, ha voglia di mettersi a disposizione della squadra e lottare con i compagni.
Lui che, nonostante lo stop forzato, non ha mai lasciato la squadra. Sempre al fianco dei compagni sia in allenamento e sia durante le partite. Una dimostrazione delle qualità morali di questo ragazzo, quasi lui a far forza ai suoi compagni. Il primo dicembre 2019 il ritorno in campo e il peggio è definitivamente lasciato alle spalle. Da Novara ad Avellino, Bove corre e sogna con la maglia dei campani.
A cura di Simone Brianti
Credit foto copertina: Arturo Greco/ Us Avellino