Avellino, un girone dopo Rastelli cerca la chiave per la continuità e si tappe le orecchie…
L’arrivo di Marconi, il successo a Potenza e quello in casa contro il Crotone. Sette gol in due partite. Proprio mentre l’Avellino credeva che il peggio fosse passato si è ritrovato a fare i conti con la sua continua discontinuità. La sconfitta a Cerignola con annessa coda polemica per un paio di clamorose sviste arbitrali, quella senza alibi al “Partenio-Lombardi” contro la Viterbese. Penultima forza del campionato, che dopo aver battuto la capolista Catanzaro si è tolta pure lo sfizio di vincere in Irpinia come mai era riuscita a fare nella sua storia. La ripresa degli allenamenti per i biancoverdi è stata immediata. Sabato 25 febbraio (ore 14:30) c’è l’occasione e l’obbligo del pronto riscatto in casa contro la Virtus Francavilla.
Avellino, dieci finali da vincere per scongiurare il rischio di un campionato anonimo
Massimo Rastelli chiuderà un girone in biancoverde dal suo ritorno al posto dell’esonerato Taurino. A dieci partite dalla fine è chiamato a trovare soluzioni che gli permettano di far coincidere il suo centesimo risultato utile in Lega Pro con un successo. Con cui iniziare il cammino che conduce alla fine della stagione regolare. Dieci partite da non fallire. Le classiche “finali” per evitare di essere risucchiati nella zona calda e arrivare ai playoff con la speranza di dare un senso a un’annata che sembra stregata.
Guai, però, a prendersela con la sorte o la sfortuna perché l’Avellino è pur sempre artefice del suo destino. Una squadra rifondata la scorsa estate, che deve diventare gruppo non stravolgendo di continuo ma che per evitare che ciò avvenga deve fare risultati. La famiglia D’Agostino ha investito circa 20 milioni di euro dal febbraio del 2020 ed esige di vedere ripagati i propri investimenti. Tra il dire e il fare c’è il tempo per lavorare. Di cui, come sempre, nel calcio c’è bisogno ma non è mai abbastanza.
Avellino, grande con le grandi ma in Lega Pro non esistono piccole
L’Avellino continua la sua perenne ricerca di un’identità. Una squadra che si è esaltata contro le corazzate Catanzaro e Crotone, che ha battuto il Pescara, ma si è sciolta come neve al sole di fronte ad avversarie meno quotate. Almeno sulla carta. E, allora, oltre il cambio di modulo, che sembra più che mai verosimile con il passaggio a un assetto tattico a due punte è forse opportuno riflettere sull’approccio alle partite. Che, spesso, lascia pensare a una squadra che prende sottogamba gli appuntamenti con dirimpettai non di prima fascia. Errore fatale in una Lega Pro in cui l’equilibrio regna sovrano e i punti, ora più che mai, servono anche a chi deve salvarsi.
La volata playoff dei biancoverdi
Cinque partite in casa (Virtus Francavilla, Foggia, Picerno, Turris e Monterosi) ed altrettante fuori (Catanzaro, Giugliano, Taranto, Juve Stabia, Fidelis Andria), ma il Giugliano gioca al “Partenio-Lombardi” e il conto dei match interni può essere considerato di sei. Il club campano sembra disposto a ripagare l’ospitalità e a battere cassa permettendo ai supporter irpini di occupare i settori a loro di solito riservati. Testa bassa e pedalare per cancellare i cori di contestazione incassati da proprietà, direttore sportivo, squadra e Rastelli. Che in mixed zone ha glissato: “Non li ho sentiti”.
A cura di Marco Festa