Avellino-Crotone, Roberto Amodio: “Partita importante. Antonio? Lo lascio lavorare in pace”
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Il Ds Antonio Amodio / Credit: Agenzia Press Gino Conte - Giugliano Calcio 1928 / www.lacasadic.com
L’intervista a Roberto Amodio, padre di Antonio, attuale direttore sportivo del Crotone.
Il prossimo 16 febbraio si sfideranno l’Avellino e il Crotone. Un appuntamento decisivo che rimanda a quel legame familiare in cui sono coinvolti Roberto Amodio, direttore sportivo della Primavera della Juve Stabia, e il figlio Antonio, che lo stesso ruolo lo ricopre nel Crotone, dopo essersi affermato tra i migliori dirigenti della Serie C.
“Mio figlio Antonio è nato alle due e mezza del 5 aprile 1987. L’ho saputo grazie a un annuncio dello speaker del Partenio: ero in campo per giocare Avellino-Milan. E pensare che da piccolo avrebbe tifato proprio per il Milan. Insomma, senza neppure saperlo, l’ho castigato subito con un bel 2-1”, ha dichiarato il padre nell’intervista rilasciata a Marco Festa ne Il Mattino.
Roberto ha indossato la maglia dell’Avellino nella sua carriera da calciatore e non ha esitato nel confessare: “Per me l’Avellino è l’Avellino. Antonio lavora con il Crotone. Il mio legame con i lupi, però, non lo metto in secondo piano. Il calcio riserva questi strani incroci, ciascuno di noi ha il proprio vissuto. E non può essere dimenticato”.
Reduce dalla sconfitta con il Foggia, ora l’Avellino deve centrare l’obiettivo dei tre punti: “Ne ha tutte le possibilità perché è una bomba atomica costruita investendo, negli anni, milioni e milioni di euro. La piazza non è più come ai miei tempi”. Ha proseguito: “All’epoca non era così difficile fare calcio ad Avellino, ma giocare con quella maglia è adrenalina pura. Quanto è bello un contatto così stretto coi tifosi, sentirne il fiato addosso. Con tutto il rispetto: una cosa è giocare a Fanfulla o alla Feralpisalò, un’altra nell’Avellino”.
Il commento sul Crotone
Sul rendimento del Crotone, invece, si è espresso così: “Sono passati dalla Serie A alla Serie C nel giro di due anni. Una mazzata incredibile. Rimettersi in piedi, ricreare entusiasmo, non è qualcosa che si fa dall’oggi al domani. Alle volte pensi di fare tutto bene, di aver costruito una grande squadra, ma alla fine non è così e ti ritrovi schiacciato dal peso delle aspettative dei tifosi che non hanno ancora assorbito bene tutto ciò che è accaduto; compreso la nuova realtà con cui si trovano a fare i conti”.
“La fortuna del Crotone, come quella dell’Avellino, è una società solida che ha dato continuità al proprio impegno nel club. Vrenna non si risparmia da una vita per il Crotone. Se c’è la possibilità di prendere giocatori importanti li prende. Con Antonio ds e Longo in panchina è ripartito da due profili emergenti che hanno dato un’impronta e una filosofia chiara al un progetto tecnico”.
![Tifosi Avellino credit Mario D'Argenio interno](https://www.lacasadic.com/wp-content/uploads/2025/01/tifosi-avellino-credit-mario-dargenio-interno.jpg)
Amodio: “L’Avellino resta la favorita”
Il match? Ecco il commento di Roberto Amodio: “Avellino-Crotone è una partita importante per entrambe anche in virtù dell’impegno del Cerignola capolista contro la Turris. Fermarsi vorrebbe dire, con ogni probabilità, vedere l’Audace prendere il largo. Se ho parlato della partita con Antonio? No, lo lascio lavorare in pace. Quando ci sentiamo al telefono mi faccio passare mio nipote Roberto, mi girano i suoi filmati a scuola calcio. Il resto lo lasciamo fuori”.
Ha concluso: “L’Avellino resta la favorita numero uno. Biancolino sta facendo bene e sa reggere la pressione. Il fatto che conosca il contesto può fare la differenza. Il Cerignola è una molto forte, ha giocatori importanti categoria come Martinelli e Salvemini, si è rinforzata a gennaio e ci crede. Non penso, però, sia giusto paragonarlo alla Juve Stabia: l’anno scorso non ce n’è stato per nessuno; mai una crisi, mai una flessione. Ora c’è equilibrio. Ogni partita è decisiva”.