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Avellino, mal di gol: la cura Pazienza ha bisogno di tempo per funzionare

È un allenatore e non un mago: nessuna bacchetta magica con cui trasformare di colpo l’Avellino in una squadra bella e vincente. Michele Pazienza ha esordito sulla panchina dei biancoverdi facendo ciò poteva in quattro giorni. Ha iniziato a dare la propria impronta tattica passando dal 4-3-1-2 al 3-5-2, ha adottato le prime contromisure per dare maggior equilibrio a. Contro il Foggia è finita 0-0 e oltre al primo punto in classifica Tito e compagni hanno fatto registrare qualche timido progresso.

credit: Calcio Foggia 1920 – Antonellis

L’Avellino targato Pazienza: timidi segnali di miglioramento

L’Avellino è ancora molto lontano dal dimostrare di essere ciò che tutti si attendono ovvero un gruppo costruito per vincere il campionato. Per ora timido, contratto, schiacciato dal peso delle aspettative soprattutto nel primo tempo. Garattoni e Beretta sono andati vicini al gol del vantaggio. Qualche fiammata nella ripresa e un finale thrilling. L’Avellino ha rischiato di capitolare, si è salvato due volte per questione di centimetri (pericolosissimo Peralta). In pieno recupero ha sciupato una clamorosa palla-gol con Patierno.

credit: Calcio Foggia 1920 – Antonellis

Avellino, prima partita da titolari per Rigione e Armellino

Rispetto all’esonerato Rastelli, al quale è subentrato, Pazienza ha ritrovato dopo due giornate di squalifica e fatto esordire dal primo minuto Rigione in difesa. Ha consegnato le chiavi del centrocampo ad Armellino al posto di Palmiero e rilanciato D’Angelo titolare al posto di Sannipoli. Non è bastato per trovare un gol che manca da sei partite tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di quella attuale. Magra consolazione il primo clean sheet dell’annata agonistica.

Avellino, il tabù gol

Nei top-5 campionati dei campionati professionistici solo il Cheltenham (League One) ha un “mal di gol” più acuto di quello dell’Avellino: sette partite di fila senza trovare la via della rete. A Pazienza serve pazienza. Il gioco di parole sarà perdonato. C’è, però, da non farla perdere ai tifosi la pazienza: i primi fischi rivolti alla squadra sono più di un semplice campanello d’allarme. L’entusiasmo che ha accompagnato il precampionato (4.588 abbonati, due sold out di fila) rischia di essere disperso. Giovedì (ore 18:30) a Potenza contro il Sorrento sarà di nuovo il momento di provare a rompere l’incantesimo. Spazio al turnover: Mulè, Sannipoli, Palmiero e Gori sono pronti.

Marco Festa

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