Dal fallimento ai record: l’Avellino è risorto con la cura D’Agostino
É il mese di agosto del 2020 quando Angelo Antonio D’Agostino decide di acquisire tutte le quote dell’Avellino. Una scelta coraggiosa, un cambiamento totale che ha permesso all’Avellino di risorgere dalle ceneri, proprio come un’araba fenice.
Una scelta per ripartire
Dopo il fallimento del 2018, l’umore nell’ambiente biancoverde è completamente scarico di ogni scintilla e l’orizzonte non promette niente di positivo. All’improvviso però, ecco la rivoluzione. Si presenta alla porta del club un imprenditore impegnato in diversi settori, che vanno dall’edilizia all’editoria, fino all’energia e alle automotive. Il passaporto di D’Agostino ha un profilo molto alto, tant’è che diventerà il primo cittadino di Montefalcione, il proprio comune. L’importanza del profilo tuttavia D’Agostino vuole conferirla anche alla sua squadra del cuore. L’obiettivo è chiaro: riportare in alto i colori biancoverdi.
La rinascita dell’Avellino
La guida della società passa al figlio di D’Agostino, Giovanni, che insieme al ds Salvatore Di Somma intende costruire la nuova via che l’Avellino dovrà seguire. Una via che fino ad ora si è dimostrata fatta da record che nessuno si sarebbe mai aspettato. Dopo i 68 punti della prima stagione con il quarto posto e le finali playoff per la Serie B, Giovanni D’Agostino comprende il vero potenziale della società e accoglie giocatori come Di Gaudio, Maniero e Kragl. Risultato? L’Avellino ottiene più punti di tutti nell’anno solare 2021 nel Girone C di Serie C, ovvero 76. L’intuizione e la passione della famiglia per i colori biancoverdi si sono dimostrati due fattori fondamentali per costruire una base solida nell’ambiente, ma soprattutto una garanzia stabile per un futuro che adesso ogni tifoso dell’Avellino può osservare chiaro all’orizzonte. La rivoluzione D’Agostino però non intende fermarsi.
A cura di Jacopo Morelli