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Avellino, Taurino via: i numeri dell’esonero

Doveva essere la stagione del rilancio dopo l’eliminazione ai playoff della scorsa annata contro il Foggia condita da polemiche e contestazioni. Le stesse che, cinque mesi dopo, sono state ancora una volta protagoniste all’esterno e all’interno del Partenio. L’ultima, in ordine temporale, quella scaturita in occasione dell’ottava giornata, con i tifosi che hanno deciso di ritardare l’ingresso in curva di 15 minuti in segno di protesta.

Taurino, mancata continuità e non solo

Protesta nata dalle prove di una squadra che, secondo molti, pecca in fatto di personalità e non solo. Il pareggio interno contro l’Audace Cerignola, per di più contro una squadra ridotta in dieci, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’insoddisfazione verso un gruppo di giocatori, e non una squadra secondo i tifosi, è sfociata nelle ore successive al punto conquistato contro l’Audace, con la società che ha “inaugurato” una settimana che si preannuncia infuocata con la decisione di comunicare l’esonero di Roberto Taurino. L’allenatore, reduce dalla stagione con la Virtus Francavilla culminata con l’approdo ai playoff e l’eliminazione al secondo turno, sembrava potesse rappresentare la soluzione, almeno in termini di gioco e che spesso è sinonimo di risultati, alla costante continuità che manca a questa squadra sin dallo scorso campionato. Così non è stato.

Foto: Mario D’Argenio

I numeri dell’Avellino

Numeri che hanno evidenziato tutt’altro. La sconfitta alla prima sul campo del Pescara, seppur contro una delle squadre accreditate alla vittoria finale, il primo segnale negativo. Confermato nei dieci giorni successivi, quando in casa contro la Gelbison arriva solo un pari e sul campo del Monopoli la seconda sconfitta nelle prime tre di campionato. Bisogna attendere il 18 settembre per assistere al primo successo stagionale dell’Avellino, in casa contro l’ACR Messina. Una vittoria che avrebbe potuto rappresentare una sorta di nuovo inizio, ma anche in questo caso nulla di fatto. Il Ko contro il Latina fa riemergere nuovamente gli interrogativi su una squadra troppo altalenante, parzialmente nascosti dal successo casalingo contro il Potenza. A Crotone altra sconfitta, prima del pari contro il Cerignola che ha rappresentato per Taurino il capolinea della sua avventura campana. Otto punti in otto gare di campionato. Due sole vittorie, altrettanti i pareggi e il numero quattro alla voce sconfitte. Lo scorso anno, al termine della regular season, erano state sei. E già questo basterebbe a spiegare che qualcosa non ha funzionato. Una partenza, quella dell’Avellino, che per certi versi ricorda quella della scorsa annata. A questo punto della stagione, 12 mesi fa, gli irpini avevano collezionato lo stesso numero di vittorie in campionato, e il problema da risolvere era la costante “pareggite” che attanagliava la squadra: per ben cinque volte il segno X nelle prime otto di campionato. Siccome la matematica non è un’opinione, i “lupi” avevano 3 punti in più rispetto alla classifica attuale.

Questo Avellino non sa più segnare

Capitolo gol. Anche qui riflessione doverosa. Le reti messe a segno sono sei, ovvero meno di un gol a partita. La Fidelis Andria, ultima in classifica e ancora a caccia del primo successo in campionato, ha realizzato lo stesso numero di gol. Peggio solo Foggia ( 4 ) e ACR Messina ( 5 ). Lo scorso anno, allo stesso punto del campionato, erano ancora meno, cinque. Ma a fare la differenza era la tenuta difensiva visto che il dato sui gol subiti è raddoppiato rispetto alle prime otto giornate dello scorso campionato: otto contro le 4 al passivo del 2021-2022, tutto ovviamente rapportato al periodo che stiamo prendendo in esame. Insomma, se da un lato i numeri, presi uno per uno, ricordando similitudini con l’avvio dello scorso campionato, dall’altro è anche necessario guardare in faccia la realtà. Perché nonostante la classifica nulla è compromesso. I playoff distano appena tre lunghezze, mentre il primo posto resta a oggi quasi irraggiungibile. L’altra faccia della medaglia racconta però che la zona rossa della classifica è lontana solo due punti, ed è questo forse l’aspetto più difficile da comprendere per una piazza da sempre esigente e che, se ripagata dai risultati, è in grado di ardere di passione. Componente che oggi lascia solo spazio alle critiche. Braglia, Gautieri, Taurino: in attesa di conoscere il nome del prossimo allenatore dell’Avellino, dall’inizio della stagione scorsa sono stati tre i tecnici che si sono avvicendati in panchina. Il prossimo sarà il quarto, cinque considerando che al momento è stata affidata a Biancolino: un aspetto che al momento certifica che forse, ad essere in confusione, non è solo la squadra.

Redazione

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