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Quando Ivic e Ramon Diaz facevano sorridere l’Avellino: il precedente storico contro il Bari

Nella stagione 1985/1986 Bari ed Avellino si affrontavano in Serie A davanti a 22.000 spettatori. Era aprile ed il campionato stava per per finire. Correva infatti la 29^ giornata ed i pugliesi giocavano sul prato dello Stadio della Vittoria. Il fatto particolare? Quello stadio aveva “solo” 19.000 posti per sedersi.

L’Avellino di Robotti, Ivic e Ramon Diaz

Una sfida calorosa, affascinante e passionale. Bari ed Avellino sul campo sono il riflesso dello spettacolo che mettono in atto i loro tifosi sulle rispettive curve. Ma facciamo un salto nel passato, inserendo nella macchina del tempo proprio quella data, ovvero il 20 aprile del 1986. Luogo: Stadio della Vittoria, Bari. Sulla panchina dei campani siede Enzo Robotti, insieme a Tomislav Ivic, l’allora direttore tecnico. Paesi Bassi, Jugoslavia, Belgio, Grecia, Portogallo, Francia. No, non è il ripasso per un compito di geografia, bensì i paesi in cui Ivic è riuscito a vincere almeno un campionato. 6 nazioni, 8 campionati vinti, un record unico. Come se non bastasse, lo stesso Ivic è riuscito a vincere una Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale con il Porto, oltre a varie coppe e supercoppe nazionali. Quella con l’Avellino è una stagione comunque da ricordare, viste le 9 vittorie, 9 pareggi e 12 sconfitte. Numeri che hanno portato i campani alla salvezza, guidati anche dai 10 sigilli di Ramon Diaz, argentino che vestirà le maglie di Fiorentina ed Inter.

Avellino tifosi
Fotografia di Andrea Guido Sanseverino

Una sconfitta amara per il Bari

Sull’altra panchina invece, siede Bruno Bolchi, ex giocatore nerazzurro Campione d’Italia nel 1963. Per il Bari si tratta di una partita in cui è assolutamente vietato sbagliare. I biancorossi infatti sono reduci dalla vittoria per 3-1 sull’Hellas Verona e hanno riaperto le speranze salvezza a due giornate dalla fine. L’occasione è grande ed il pubblico ci crede. A spegnere le speranze del tifo barese è proprio Ramon Diaz. Dopo un’ora di gioco Franco Colomba serve un assist perfetto e Diaz incrocia la palla alla destra del portiere: 0-1. Nonostante il gol subito, la formazione di Bolchi ci prova e riesce a rendersi pericolosa in varie occasioni. Prima con Bivi, poi con Cuccovillo che davanti al portiere biancoverde non riesce ad appoggiare in rete. Infine, ad un minuto dal fischio finale, neanche la punta inglese Paul Rideout riesce a segnare, sbagliando a tu per tu con l’estremo difensore. Il Bari esce dal campo con un doppio rammarico. Infatti, dagli altri campi arriva la notizia della sconfitta del Pisa a Verona e dell’Udinese a Firenze, punita da Antognoni. Solamente il Lecce, ultimo in classifica, riesce a vincere per 2-3 all’Olimpico contro la Roma. Il Bari perderà la Serie A per due punti all’ultima giornata, pareggiando contro una diretta rivale come l’Udinese.

Bari-Avellino, ieri come oggi: oltre 15mila tifosi

Tornando ad oggi, il Bari, contrariamente a quel pomeriggio di primavera, è promosso in Serie B dopo quattro anni di assenza. L’Avellino invece arriva in Puglia con i playoff in tasca per provare a consolidare il secondo posto e staccare il Catanzaro. Oltre 15mila biglietti venduti un giorno prima del match, con l’obiettivo del tifo biancorosso di superare i 24.332 registrati contro la Fidelis Andria. Passa il tempo, cambia lo scenario ma la passione resta sempre la stessa. 36 anni dopo Bari ed Avellino si ritrovano ancora a fine campionato, questa volta per tornare sulle grandi onde del passato.

A cura di Jacopo Morelli