Che succede al Bari? Se non è una crisi, quella che sta attraversando la squadra di Michele Mignani ci assomiglia tanto. Il ko contro il Campobasso al San Nicola, coinciso con la peggior prestazione casalinga in stagione offerta da Antenucci e compagni, ha fatto pulsare le luci d’emergenza nell’astronave biancorossa. Il day after è quello delle riflessioni, da affrontare con una squadra in ritiro in vista della sfida di martedì sera al Picerno e con un margine di vantaggio sul Catanzaro ridotto a 4 punti. Erano 12 all’alba del 2022.
B come Bari, B come Botta. Nella prima parte di stagione il cammino della squadra biancorossa e quello del suo numero 10 sono andati praticamente di pari passo. E non solo per i 4 gol e i 6 assist garantiti dall’ex giocatore dell’Inter. Botta è stato sarto, rifinitore e operaio, primo interprete delle idee di Mignani, epicentro del 4-3-1-2 biancorosso. Venuto meno per un ko al menisco contro il Catania il 23 gennaio, la luce della manovra in casa Bari si è fatta sempre più fioca. Fatta eccezione per la prima mezz’ora di Pagani, gara vinta per 2-1, le vittorie sui campi del Monterosi e della Turris sono arrivate anteponendo energia e fisicità alla qualità. Armi che si sono rivelate soddisfacenti a metà nello 0-0 di Monopoli e nel 3-3 contro il Catania e insufficienti nelle sconfitte interne contro Messina e Campobasso. A colpire è stata l’assenza di un vero e proprio piano B: Mignani è andato avanti con il 4-3-1-2, proponendo Mallamo, D’Errico e Galano (a gara in corso) nella casella di trequartista. Risultato? Per rivedere la manovra del Bari, fatta di giocate nello stretto e triangolazioni palla a terra, è stato necessario attendere il rientro di Botta nella ripresa contro il Campobasso. Gioia estemporanea: quel rosso per proteste preso a fine gara costerà al 10 la partita contro il Picerno.
La sensazione è che a gennaio il Bari abbia attraversato una sorta di “millennium bug” con 21 anni di ritardo: meccanismi frenati, idee meno lucide, sicurezze difensive smarrite. Solo così si spiegano gli otto gol incassati in tre partite casalinghe contro Catania, Messina e Campobasso. La media punti è di 1.57 per partita, ben distante dai 2.20 delle prime 20 giornate, valse il Natale saldamente in vetta. Isolando la graduatoria alle sette partite giocate nel 2022, si scopre che la squadra di Mignani è addirittura sesta: guiderebbe il Catanzaro a 19, seguito dal Latina a 16 e dalla Virtus Francavilla. L’Avellino sarebbe quarto a 13, il Palermo quinto a 12, a +1 proprio sui biancorossi. Altro elemento da non sottovalutare: nelle 11 partite che separano dal termine della regular season, il Bari dovrà affrontare queste cinque squadre.
Precisazione necessaria. La posizione di Mignani, oggi al centro delle critiche, non è assolutamente in bilico. Il ritiro verso la sfida di martedì sera al Picerno è valutato in casa biancorossa come un modo per ritrovare serenità. E agevolare magari l’inserimento dei rinforzi arrivati a gennaio: Galano è subentrato in due occasioni, Misuraca ha giocato una manciata di minuti, Maiello è stato titolare per 4 gare di fila prima di uno stop di una settimana per un trauma toracico ma dovrebbe rivedersi nel recupero infrasettimanale. “Anche se tra mille difficoltà, siamo a +4 sulle inseguitrici – è il post it del direttore sportivo Ciro Polito – in questi casi forse è meglio giocare subito, le alternative non ci mancano e possiamo sostenere fisicamente la partita”.
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