“E tanto già lo so che l’anno prossimo gioco di sabato”. Ormai, da tre settimane a questa parte, il sottofondo dalle parti del San Nicola è questo. Ribadito anche al fischio finale di Bari-Avellino, decisa da una prodezza di Mattia Maita al 39′ del primo tempo e valsa la 23esima vittoria in campionato della squadra di Michele Mignani.
Un lampo in un primo tempo equilibrato: è quello del numero 4 del Bari. Sei minuti dalla fine del primo tempo: la respinta della difesa dell’Avellino porta il pallone sui piedi di Maita. Che trasforma una giocata banale in oro. Controllo, porta nel mirino e destro che finisce secco sotto l’incrocio dei pali, senza concedere l’opzione della parata al portiere avversario Forte. Gol davanti ai 22.376 spettatori del San Nicola e corsa di 80 metri a festeggiare sotto la curva Nord. Riproponendo quel trenino lanciato a Bari negli anni ’90 da Guerrero, scatenando il boato del San Nicola. Che non si dica che la pressione fa paura a Maita: sin qui aveva segnato un solo gol. Anche allora c’erano più di 20mila spettatori. Era il 20 ottobre e il derby contro il Foggia terminò 1-1, con Ferrante che rispose a Maita. Questa volta la rete del centrocampista è valso l’all-in.
A blindare il successo del Bari ci ha poi pensato Gigi Frattali. Il portiere, praticamente inoperoso per 72 minuti, si è scatenato in un quarto d’ora: prodigioso da distanza ravvicinata due volte su Kanoute, agile su Plescia nell’area piccola. “La parata più bella? – risponde a fine partita ai microfoni di Eleven Sports – forse quella sul colpo di testa di Kanoute ma non è importante questo, era importante vincere davanti a questo pubblico meraviglioso. L’obiettivo deve essere quello di riportare Bari dove merita“. E i biancorossi sono a porta chiusa da 518’: l’ultima rete incassata è quella di Fazio al 22’ di Catanzaro-Bari 1-2 del 13 marzo scorso. In casa la porta è blindata da 303 minuti, recuperi esclusi: ultima rete subita da Maiorino in Bari-Virtus Francavilla 2-1 del 5 marzo scorso.
E a fine partita giro di campo per tutti. Con tutti i settori del San Nicola che hanno omaggiato Antenucci e compagni, bardati con sciarpe biancorosse, alcune indossate in testa in stile Karate Kid. Icone di una simbiosi assoluta, tra piazza e squadra, che da anni non si respirava in città. E con una certezza: anche con il campionato in tasca, questo Bari non sembra avere intenzione di regalare niente a nessuno. Sia nel finale di campionato che nella Supercoppa che verrà.
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